Chiusura Psichiatria: facciamo leva su tutti i consiglieri regionali per la sostituzione immediata di Favini
Caro direttore,
temo che tu sia troppo fiducioso: l'attuale direttore generale dell'Asst di Lecco secondo me resterà in carica ancora qualche mese dopo la scadenza del suo mandato prevista nel 2023.
Personalmente sollecito tutti i consiglieri regionali del territorio a valutarne e chiederne l'immediata sostituzione.
Sarebbe opportuno intanto perché - come hai ben evidenziato tu - sulla chiusura del reparto di Psichiatria all'ospedale di Merate, ha assunto una decisione contraria rispetto a quanto contenuto nel Poas, il Piano organizzazione aziendale strategica che è un atto di indirizzo di politica sanitaria regionale.
Lo sarebbe inoltre perchè chi lo ha scelto e designato - cioè Giulio Gallerra, con cui tra l'altro condivide l'appartenenza alla Confraternita del Bollito misto - non solo non è più assessore regionale al Welfare, ma non è stato nemmeno rieletto dai cittadini, che pure si sono espressi a favore della continuità di Attilio Fontana.
Peggio: chi lo ha scelto e designato è stato rimosso già prima dell'ultima tornata elettorale regionale.
Per quale motivo un manager di fiducia di un politico a cui non è stata rinnovata la fiducia dovrebbe restare in carica?
Sarebbe auspicabile, anzi secondo me necessario, un immediato cambio alla guida della nostra Asst - è nostra, perché è un'azienda pubblica di cui noi siamo i proprietari - però soprattutto perché mi pare di percepire che sia irrimediabilmente venuto meno il rapporto di fiducia con i dipendenti della sanità pubblica provinciale e i loro rappresentanti sindacali, con molti amministratori locali di ogni militanza partitica e con tanti utenti/pazienti a cui ha sottratto reparti e servizi sanitari, ora costretti a rivolgersi in altre strutture pubbliche o private oppure a lunghe attese.
Credo che fino a quando lui rimarrà direttore genetrale dell'Asst di Lecco, sarà impossibile provare a progettare tutti insieme, con atteggiamento costruttivo e propositivo sebbene nella differenza di opinioni e ruoli, ognuno per la propria parte, il futuro immediato e prossimo della sanità lecchese e dell'ospedale San Leopoldo Mandic di Merate, senza cui l'Asst di Lecco e provincia non può reggere.
Un direttore generale che non risponde in tempi adeguati alle richieste di incontro dei sindaci democraticamente eletti, che ignora il disagio e le esigenze dei "suoi" dipendenti, che trascina in tribunale sindacalisti, che tenta di querelare giornalisti ai quali invia diffide legali, che durante la pandemia era impegnato a chiedere "salvacondotti" mentre i "suoi" operatori sanitari erano impegnati a continuare garantire assistenza a tutti i malati nonostante il rischio di essere contagiati... ecco, forse un dg così non è più un interlocutore idoneo per provare a riunire tutti gli attori chiamati a ripensare e proporre un nuovo modello di sanità ospedaliera e territoriale che tenga conto del bisogno di salute di tutti, dei cittadini sempre più anziani, del post-pandemia, della scarsità di operatori sanitari disponibili, della concorrenza dei privati e della necessità di far quadrare i bilanci pubblici.
Come sai direttore, per lavoro - lavoro che tra l'altro mi hai insegnato tu - giro spesso per gli ospedali e i presidi sanitari del territorio e da quando tu mi hai appunto insegnato e dato opportunità di svolgere questo lavoro, provo a comprendere cosa stia accadendo al loro interno e attorno ad essi: in 23 anni non ho mai riscontrato tanto malessere né conflitto tra gli operatori sanitari e non ho mai registrato tanta rassegnazione tra noi cittadini sulle sorti della sanità pubblica locale come con l'attuale direttore generale.
Sono consapevole che cambiare un manager non basta e sono conscio che non si possano imputare a lui tutte le difficoltà e i malumori attuali, molti dei quali arrivano da lontano.
Sono allo stesso modo persuaso che senza un cambio al vertice e di vertice non ci sia modo di almeno provare a cambiare la situazione che è sotto gli occhi di tutti.
Sembra che il nuovo assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso presto sarà a Lecco per una "visita pastorale". Magari i rappresentanti sindacli degli operatori sanitari, i primari, i professionisti della sanità pubblica e gli amministratori locali che lo incontreranno, potrebbero approfittarne per domandare il segnale di un possibile nuovo inizio che in tanti ci attendiamo, forse continuando a peccare di ingenuità.
Ti ringrazio per lo spazio che valuterai opportuno concedermi.
temo che tu sia troppo fiducioso: l'attuale direttore generale dell'Asst di Lecco secondo me resterà in carica ancora qualche mese dopo la scadenza del suo mandato prevista nel 2023.
Personalmente sollecito tutti i consiglieri regionali del territorio a valutarne e chiederne l'immediata sostituzione.
Sarebbe opportuno intanto perché - come hai ben evidenziato tu - sulla chiusura del reparto di Psichiatria all'ospedale di Merate, ha assunto una decisione contraria rispetto a quanto contenuto nel Poas, il Piano organizzazione aziendale strategica che è un atto di indirizzo di politica sanitaria regionale.
Lo sarebbe inoltre perchè chi lo ha scelto e designato - cioè Giulio Gallerra, con cui tra l'altro condivide l'appartenenza alla Confraternita del Bollito misto - non solo non è più assessore regionale al Welfare, ma non è stato nemmeno rieletto dai cittadini, che pure si sono espressi a favore della continuità di Attilio Fontana.
Peggio: chi lo ha scelto e designato è stato rimosso già prima dell'ultima tornata elettorale regionale.
Per quale motivo un manager di fiducia di un politico a cui non è stata rinnovata la fiducia dovrebbe restare in carica?
Sarebbe auspicabile, anzi secondo me necessario, un immediato cambio alla guida della nostra Asst - è nostra, perché è un'azienda pubblica di cui noi siamo i proprietari - però soprattutto perché mi pare di percepire che sia irrimediabilmente venuto meno il rapporto di fiducia con i dipendenti della sanità pubblica provinciale e i loro rappresentanti sindacali, con molti amministratori locali di ogni militanza partitica e con tanti utenti/pazienti a cui ha sottratto reparti e servizi sanitari, ora costretti a rivolgersi in altre strutture pubbliche o private oppure a lunghe attese.
Credo che fino a quando lui rimarrà direttore genetrale dell'Asst di Lecco, sarà impossibile provare a progettare tutti insieme, con atteggiamento costruttivo e propositivo sebbene nella differenza di opinioni e ruoli, ognuno per la propria parte, il futuro immediato e prossimo della sanità lecchese e dell'ospedale San Leopoldo Mandic di Merate, senza cui l'Asst di Lecco e provincia non può reggere.
Un direttore generale che non risponde in tempi adeguati alle richieste di incontro dei sindaci democraticamente eletti, che ignora il disagio e le esigenze dei "suoi" dipendenti, che trascina in tribunale sindacalisti, che tenta di querelare giornalisti ai quali invia diffide legali, che durante la pandemia era impegnato a chiedere "salvacondotti" mentre i "suoi" operatori sanitari erano impegnati a continuare garantire assistenza a tutti i malati nonostante il rischio di essere contagiati... ecco, forse un dg così non è più un interlocutore idoneo per provare a riunire tutti gli attori chiamati a ripensare e proporre un nuovo modello di sanità ospedaliera e territoriale che tenga conto del bisogno di salute di tutti, dei cittadini sempre più anziani, del post-pandemia, della scarsità di operatori sanitari disponibili, della concorrenza dei privati e della necessità di far quadrare i bilanci pubblici.
Come sai direttore, per lavoro - lavoro che tra l'altro mi hai insegnato tu - giro spesso per gli ospedali e i presidi sanitari del territorio e da quando tu mi hai appunto insegnato e dato opportunità di svolgere questo lavoro, provo a comprendere cosa stia accadendo al loro interno e attorno ad essi: in 23 anni non ho mai riscontrato tanto malessere né conflitto tra gli operatori sanitari e non ho mai registrato tanta rassegnazione tra noi cittadini sulle sorti della sanità pubblica locale come con l'attuale direttore generale.
Sono consapevole che cambiare un manager non basta e sono conscio che non si possano imputare a lui tutte le difficoltà e i malumori attuali, molti dei quali arrivano da lontano.
Sono allo stesso modo persuaso che senza un cambio al vertice e di vertice non ci sia modo di almeno provare a cambiare la situazione che è sotto gli occhi di tutti.
Sembra che il nuovo assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso presto sarà a Lecco per una "visita pastorale". Magari i rappresentanti sindacli degli operatori sanitari, i primari, i professionisti della sanità pubblica e gli amministratori locali che lo incontreranno, potrebbero approfittarne per domandare il segnale di un possibile nuovo inizio che in tanti ci attendiamo, forse continuando a peccare di ingenuità.
Ti ringrazio per lo spazio che valuterai opportuno concedermi.
Daniele De Salvo