Merate: a 1 anno dall’acquisizione dello stagno di San Rocco. Tamandi nulla ha fatto del piano lasciato da Andrea Robbiani


San Rocco

L'11 maggio 2022, dopo anni di difficili trattative, lo stagno di San Rocco veniva temporaneamente acquisito dal comune di Merate con un contratto di comodato della durata di quarant'anni. Finalmente il progetto avviato da Massimiliano Vivenzio durante la consigliatura Massironi era andato in porto. Merito degli assessori all'Ambiente, Andrea Robbiani e all'urbanistica Giuseppe Procopio. Ma quell'11 maggio era l'ultimo giorno di un lungo percorso e il primo di uno nuovo con un grande progetto di rilancio ambientale e turistico di quell'angolo a est della città in mezzo tra la Riserva lago di Sartirana e la Valletta di Novate.

Sartirana e la valletta di Novate

Andrea Robbiani aveva le idee chiare: subito un'indagine sullo stato del sito, poi una valutazione delle condizioni dello stagno (artificiale) per misurarne la profondità e la composizione del fondale con un apposito carotaggio. Quindi individuare il metodo migliore per svuotare l'invaso. Un primo intervento era bloccare il flusso di acqua che arriva da Sartirana lungo l'alveo della Ruschetta e procedere con pompe e idrovore a ridurre il livello dello specchio d'acqua per consentirne la pulizia e asportare il sedimento. Prima di procedere a questa complessa operazione l'accordo era di catturare pesci e molluschi e trasferirli a Sartirana. Una successiva pulizia della roggia, emissario del lago e immissario dello stagno avrebbe favorito il ripopolamento di San Rocco.

Il calendario dei lavori vedeva la partenza a settembre del 2022. Alcuni accordi erano già stati presi dallo stesso Robbiani. Ma qualche giorno prima della firma dell'atto notarile di comodato, il 2 maggio, il sindaco Massimo Panzeri toglieva la delega all'ambiente e ecologia a Robbiani assegnandola due settimane più tardi a Fabio Tamandi.

 

Andrea Robbiani e Fabio Tamandi

 

E l'intero progetto si è arenato. In un anno Tamandi è stato in grado di sfalciare due volte l'erba del prato in fregio allo stagno. E null'altro. Il 22 dicembre è stato affidato l'incarico di uno studio di pre-fattibilità con una spesa di 5mila euro ma nulla si sa dell'esito di questo studio.

 

Un fatto personale - l'ostilità del sindaco verso un suo compagno di partito - ha finito per provocare un danno a tutti coloro che hanno a cuore il recupero del territorio, ponendo peraltro Tamandi nella scomoda posizione di essere l'uomo sbagliato al posto sbagliato.

 

Gli stessi pozzi attorno a Sartirana ideati da Robbiani la cui procedura tecnica era stata da lui avviata sono ancora di là da venire. Uno è quasi terminato, due sono al rustico e altri due da perforare. L'acqua a sostegno delle scarse fonti per alimentare il bacino morenico chissà quando inizierà a sgorgare.

 

Del resto questa è la Giunta dell'edilizia pesante, rimasta ferma agli anni della ricostruzione. Due soli sono i cantieri aperti: uno per riqualificare via Verdi per 4 milioni di euro e l'altro per abbellire piazza degli Eroi per 1 milione di euro. Poi senza un regolamento atteso da anni la piazza abbellita resterà terra di nessuno dalle 23 in avanti.

 

E mentre lavorano le ruspe chi davvero vuole riqualificare la propria città lavora sul verde, sull'ambiente, sul territorio. E Merate che gode di ampi squarci bellissimi è lì che dovrebbe investire. Basta visitare la Riserva una domenica per rendersi conto di quanta gente vi trova un angolo di tranquillità e di pace. Nonostante vi siano solo qualche panchina e un paio di tavoli. Il tutto con una spesa di poche centinaia di euro.

 

Un bilancio davvero negativo. E non solo per il prestinaio di via Verdi.

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