Il viceprocuratore onorario Caterina Scarselli aveva chiesto una pena pari a 3 anni. Il giudice Paolo Salvatore ha chiuso questa - ennesima - partita giudiziaria irrogando a carico della donna una condanna a 2 anni e 4 mesi, stabilendo altresì la sospensione della responsabilità genitoriale per lo stesso periodo, riconoscendo anche un risarcimento danni quantificato in 15.000 euro in favore della persona offesa. Ma non è denaro ciò che va cercando il papà del meratese che ha intentato la causa giunta oggi a definizione. Un processo inserito in una battaglia giudiziaria che, da anni ormai, sta conducendo in Italia come nel Paese dell'Est Europa dove la sua ormai ex moglie è nata e dove è tornata arbitrariamente a vivere, tenendo con sé la loro secondogenita, rifiutandosi poi di "riconsegnargliela". Sottrazione internazionale di minore (secondo l'articolo 574 bis del codice penale) il reato per il quale oggi la donna è stata condannata, all'esito di un'istruttoria tutto sommato snella, con la testimonianza del papà della bimba perno del castello accusatorio. Lei del resto, come succede quasi sempre in processi di questo tipo, ha scelto di non presentarsi in Aula. Il suo esame era previsto per quest'oggi. Informata della possibilità di venire escussa al legale nominato - in via telematica - avrebbe, di contro, reagito facendo nuovamente perdere le proprie tracce, tranciando l'unico canale di contatto rimasto tra l'ex marito e la bambina rappresentato da sporadiche conversazioni telefoniche.
Ricostruendo sinteticamente la vicenda, nella propria requisitoria la VPO ha parlato di un padre costretto a varie iniziative giudiziarie per esercitare i suoi diritti di genitore anche a tutela della bambina, parlando dell'imputata come di una "madre quantomeno poco equilibrata".
Un'espressione in qualche modo rigirata dal legale della straniera, parlando della propria assistita come di "una donna fragile dal punto di vista psicologico" che si starebbe opponendo alla riconsegna della figlia ritenendo di doverla proteggere. "Sbagliando, è convinta di intervenire nell'interesse dalla minore". Inutile, a suo avviso, in un contesto del genere "una pena da scontare".
E' arrivato a chiedere di contro anche una misura cautelare il legale di parte civile, sottolineando di nuovo come tutti i tribunali fino ad oggi abbiano dato ragione al suo cliente. Senza però riuscire a ricongiungerlo alla piccolina.
A. M.