Il coraggioso don Abbondio di Regione Lombardia

In questi anni i miei figli si sono affezionati a Giò&Giulia, la coppia di falchi pellegrini urbani che dal 2017 ha scelto la cima del Pirellone come nido d’amore, è proprio il caso di dirlo. Li seguono sulla webcam e ieri, giacché sono nati tre pulli, mi hanno detto: “Papà, scegliamo il nome: si può fare dal sito della Regione e quest’anno tu non puoi sottrarti!”
Già.
Perché con un’iniziativa simpatica la Regione dove Manzoni è nato, è vissuto, ha ambientato il suo romanzo, è morto – esattamente 150 anni fa – ha deciso di proporre un’alternativa tra i nomi dei personaggi più famosi dei “Promessi sposi”. Mi piace: bravi!
Poi deve essersi inceppato uno stagista, un webmaster, un redattore, la segretaria di un sottosottosegretario, che nella compilazione dell’elenco con le possibilità ci ha fornito la sua innovativa ermeneutica dei rapporti di forza nel romanzo. Italo Calvino che su questo ha scritto pagine illuminate si sta chiedendo dove abbia sbagliato; Pirandello, Sapegno, Russo e intere generazioni di studiosi sono persi nel rovello del dubbio: ma cosa avrà voluto dire Manzoni quando scriveva a proposito di don Abbondio che era un vaso di terracotta, che “uno il coraggio se non ce l’ha non se lo può dare?” e “se prendo una schioppettata nella schiena chi me la leva?”. Perché don Abbondio, per espressa sentenza della Regione in cui visse e compì magnifiche imprese, era “coraggioso”.
Eh sì! “Signor curato, questo matrimonio non s’ha da fare”, gli dissero i bravi. E lui gliel’ha detto sul muso: “Ma come vi permettete? Scalzacani! Dite al vostro padrone se ha le palle di venire lui a dirmelo in faccia, mica mandare due scappati di casa come voi! Che gli faccio vedere io!”. Questo scriveva l’Anonimo da cui Manzoni ha preso ispirazione rifacendo la dicitura del manoscritto misterioso!

(Dopo la mia segnalazione di ieri Regione Lombardia ha cambiato l'improbabile caratterizzazione di don Abbondio che da "coraggioso" è diventato "irresponsabile": quasi quasi preferivo la prima, che poteva persino apparire sarcastica.
Come già per il "coraggioso" suggerisco anche di correggere il "don" in "fra", perché "Don Cristoforo" non esiste nel romanzo.
Ma poi, è davvero necessario spiegare con queste glosse chi siano questo personaggi che tutti conoscono? Perlomeno tutti quelli che non curano il sito di Regione Lombardia).
Stefano Motta
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