Merate: don Claudio Burgio e Daniel Zaccaro parlano di comunità e giovani

Venerdì 5 maggio l'auditorium "Giusy Spezzaferi" di Merate ha ospitato don Claudio Burgio - cappellano dell'Istituto Minorile Beccaria di Milano e presidente dell'associazione Kyrós - e Daniel Zaccaro - giovane educatore e autore del libro "Ero un bullo" - nell'ambito della serata intitolata "Non esistono ragazzi cattivi". L'organizzazione dell'evento, che è stato molto partecipato soprattutto da giovani, è nata dalla collaborazione tra il Comune di Merate, la parrocchia Sant'Ambrogio, l'Ambito Distrettuale, "Piazza l'idea" e la cooperativa La grande casa con il progetto Drop-in. A dare il benvenuto agli ospiti è stato l'assessore al welfare Franca Maggioni, che insieme a don Davide Serra e a Mattia Sacheli di "Piazza l'idea" ha ringraziato i numerosi ragazzi presenti e ha portato i saluti del sindaco Massimo Panzeri e del presidente dell'Ambito Paolo Brivio. 

 

Don Claudio Burgio

Daniel Zaccaro

A dialogare con gli ospiti è stato Davide Tagliabue, che è partito proprio col chiedere a don Claudio  il significato del titolo della serata, che è anche il titolo di un libro che il cappellano ha scritto.  Don Claudio, classe '69, ordinato sacerdote dal cardinale Martini nel '96 e fondatore dell'associazione Kayrós che dal 2000 gestisce comunità di accoglienza per minori e servizi educativi per adolescenti, oltre che a essere appunto cappellano del Istituto minorile "Beccaria", ha spiegato che fondamentalmente nessuno nasce cattivo. "La cattiveria viene utilizzata dagli adolescenti per nascondere le fragilità e le debolezze - ha detto. - Ci sono due modi di fuggire. O in modo introverso, rimanendo chiusi in camera, oppure in modo estroverso, come fanno quelli che si buttano in strada e cercano di superare le proprie ansie in questo modo". L'idea, secondo don Claudio, è che tutti i ragazzi nascono buoni, durante il loro viaggio però possono smarrirsi e necessitano di ritrovare sé stessi. 

Mattia Sacheli

 

"Davanti ai fatti di cronaca ci si pone delle domande" ha continuato, menzionando l'episodio di un 14enne che ha spinto un coetaneo sui binari e poi l'ha aiutato a risalire o dei sette ragazzi che sono evasi dall'Istituto Beccaria lo scorso Natale. "Sono irresponsabili, è vero, i ragazzi a volte sono così - ha detto il cappellano. - Emergenza però è una parola che reputo positiva. Se c'è un'emergenza è perché un fenomeno si sta mostrando e ora possiamo affrontarlo. La fuga dei ragazzi dall'Istituto, per esempio,  ha smosso le istituzioni e ha portato a riflettere sul tema". 

Secondo don Claudio la cattiveria è un'invocazione d'aiuto che non proviene solo da ragazzi nati in quartieri più poveri. "Al Beccaria arrivano anche giovani di famiglie normali, provenienti da quartieri normali, che vanno bene scuola, ma che per un motivo o per l'altro si perdono. Il nostro compito in tutto questo è aiutarli a trovare l'io originario". E a portare esempio di questo percorso alla ricerca di sé è stato Daniel Zaccaro, oggi educatore. "Io provengo da un contesto difficile - ha raccontato. - Sono cresciuto a Quarto Oggiaro e i miei genitori erano divorziati. Ciò nonostante ero bravo a scuola, la mia ambizione però era quella di diventare un criminale. Ho iniziato con piccoli reati, poi ne ho commesso uno più grosso". 

Don Davide Serra

L'assessore Franca Maggioni

 

E così Daniel nel 2010 è arrivato all'Istituto minorile "Beccaria", dove ha incontrato don Claudio. "Ogni adulto per me era un nemico, anche lui - ha spiegato Daniel. - Col tempo però ho capito che don Claudio godeva proprio del tempo con i ragazzi, questa cosa è importante perché i giovani la percepiscono e anche per me è stato così". Tra Daniel e don Claudio si è instaurato un rapporto, che è continuato e si è sancito ancora di più quando il giovane è entrato nella comunità fondata dal cappellano. "Kayrós è una residenza, un centro educativo. In sette appartamenti sono accolti cinquanta adolescenti - ha spiegato don Claudio. - La vita in comunità è molto intensa, ma è un'esperienza importante. I nostri cancelli sono sempre aperti e i ragazzi devono sapere che questa può essere la loro opportunità". 

 

Gianni Di Vito

 

 

Ciò che viene veramente dato ai giovani nella comunità Kayrós è l'ascolto senza giudizio. "L'ascolto per noi è imprescindibile - ha continuato don Claudio. - È opportuno farlo in profondità. Questo avviene anche ascoltando la musica trap". Diversi noti rapper e trapper infatti, come Baby Gang e Simba La Rue, hanno incontrato il cappellano, il quale è riuscito a capire molte cose su di loro anche attraverso i loro testi. "La musica è un'ottima occasione per entrare in dialogo con i ragazzi e avere la possibilità di entrare nel loro vissuto emotivo" ha spiegato don Claudio.  "Per me la comunità è stata la prima vera casa - ha detto Daniel. - Lì ho smesso di fuggire, avevo 20 anni ed è stato il mio momento opportuno. Era arrivato il momento di diventare grande, darmi delle regole. La comunità mi ha aiutato in questo, nel diventare libero e pensante. Ho trovato uno stile di vita giusto, con bei valori". Durante il suo percorso, Daniel ha portato a termine gli studi ed è diventato educatore.
Il giovane pubblico presente ha rivolto alcune domande agli ospiti, tra cui "come vivono i ragazzi la fede in carcere?". "La fede non passa attraverso un annuncio esplicito" ha risposto don Claudio, menzionando quando era appena diventato cappellano al Beccaria, si era presentato a un giovane in veste di prete e il giovane non aveva voluto dirgli nemmeno il suo nome. "Giorni dopo quel ragazzo mi ha detto che doveva capire se a me importava veramente di lui o no. Lì ho capito che non dovevo essere convenzionale e fare il prete normale - ha continuato. - La fede passa attraverso momenti di dolore, accompagnamento e dialogo". Sono i giovani che poi, molto spesso, rivolgono a don Claudio domande sulla fede. "Vogliono sapere come mai faccio il prete, come vivo la mia esperienza e poi naturalmente domande sulla morte. Io non so rispondere a tutto, ma l'importante è sempre dare risposte sincere e reali". 

Davide Tagliabue, , don Davide Serra, Daniel Zaccaro, l’assessore Franca Maggioni, don Claudio Burgio


In conclusione Daniel ha risposto invece a una domanda sulla scuola: "serve un'evoluzione nel rapporto tra insegnanti e alunni?". "In Italia c'è una didattica giurassica - ha risposto. - Devono cambiare molte cose, ma il problema sono i soldi. Non si investe molto nel sistema scolastico, nella cultura e nel sociale. Per contro, andando a incontrare i giovani nelle scuole, incontro anche molte insegnanti e devo dire che ho conosciuto davvero tante docenti felici di fare il loro lavoro e che lo fanno davvero bene". 
E.Ma.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.