Accadeva 30 anni fa/131 gennaio 1993: area Cazzaniga, via libera al referendum. Osnago, stazione ferroviaria ''affittasi''

L'area individuata per la costruzione

Il 1992 si è chiuso con una notizia che i meratesi attendevano da parecchio tempo: il 22 dicembre l'ultimo Consiglio Comunale di Merate decideva di varare per la prima volta il referendum consultivo, previsto - ma mai attuato - dallo statuto. Oggetto, ovviamente, il futuro dell'area Cazzaniga, oggi un parcheggio sterrato a quote variabili, di circa 10mila metri quadrati. Come noto è in discussione il grande progetto redatto dall'architetto Mario Botta che prevede l'edificazione di parte del terreno con la costruzione di negozi sul lato sud e di una torre quasi al centro che, nelle intenzioni del famosissimo progettista, dovrebbe fare da contraltare alla storica torre del castello Prinetti.

Aldo Castelli e il progetto di Mario Botta

 

Contro la vendita dell'area a privati, per dare esecuzione al progetto, si era creato un Comitato civico cui inizialmente aveva fatto parte anche Alfredo Biffi, consigliere dei Verdi, poi in dissenso con i vertici del Comitato medesimo rappresentato da Giuseppe Zaffarano. La maggioranza è compatta sull'idea di vendere l'area.
 

Il tavolo della Giunta in villa Confalonieri

In alto da sinistra Aldo Castelli (vicesindaco), Mario Gallina (sindaco), Aldredo Sorrentino (segretario comunale)

Sotto Raffaele De Sario, Giovanni Battista Albani, Laura Crippa, Andrea Colombo e Attilio Biondi

 

Si tratta di una maggioranza composta da Dc, Psi e Pri (per i più giovani Democrazia Cristiana, Partito Socialista e Partito Repubblicano). Mario Gallina (Dc) è il sindaco molto favorevole al referendum, Aldo Casteli (Psi) è il vice sindaco, molto favorevole alla vendita del terreno, Attilio Biondi (Pri) è l'assessore competente, che minaccia di dimettersi se non si venderà l'area.


Il problema si era posto un paio di mesi prima quando a seguito di una esplosione in un'azienda i vigili del fuoco avevano avuto serie difficoltà a superare il ponte di Paderno a causa di due colonnine fisse poste ai lati dell'ingresso del ponte stesso, provocando così un restringimento della carreggiata a 2 metri e 40 centimetri. Poco per un'autopompa. Così di primo mattino all'imbocco del San Michele convergono il sindaco di Paderno, i vigili del fuoco, la polizia locale per trovare una soluzione. Oggi sul ponte non può transitare nessun mezzo di soccorso se si eccettua l'ambulanza rallentata tuttavia dalla durata dei semafori, se arriva a sirene spiegate e si trova davanti il segnale rosso e dalla riduzione della velocità di percorrenza a 20 km/h. Insomma a distanza di 30 anni la situazione è pure peggiorata mentre il ministro della Lega (che fu Nord) Matteo Salvini ha ordinato la ripresa degli studi per la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina (1 miliardo già pagato per i vari progetti) con una preventivazione di almeno 4 miliardi.
 
 

Silvio Rigoni è lo sportivo dell'anno. A conferire la targa è il sindaco di Merate Mario Gallina. Rigoni per anni è stato la bandiera della pallavolo meratese. Abbandonato il campo è diventato un ottimo allenatore in casa Osgb nonché uno scopritore di nuovi talenti.

 

Stazione ferroviaria affittasi (no sala d'aspetto, no perdi tempo). Più o meno suona così l'annuncio affisso nelle stazioni della tratta Carnate-Calolzio. Per saperne di più rivolgersi al capostazione di Carnate. Sembrava uno scherzo e invece le Ferrovie hanno messo davvero in asta la stazione di Osnago. L'intero piano terra e pertinenze è a disposizione di quanti intendono avviare un'attività che in qualche modo sia coerente con il luogo. Era l'unica stazione a un solo binario e le FS intendevano addirittura sopprimerla. Poi la rivolta popolare ha indotto i vertici aziendali a confermare le fermate. Ma non a riattivare la stazione.

 

Sandro Cesana e Giacomo Molteni

 

Il dottor Luigi Rusca alla firma con la posa della prima pietra

Fa scalpore la sentenza della Corte d'Appello di Milano che di fatto manda assolto, o amnistiato, il senso non cambia, il curatore testamentario del dottor Luigi Rusca il quale, oltre a innumerevoli donazioni, aveva lasciato 755 milioni da destinare alla costruzione della nuova Radiologia dell'ospedale di Merate. Durissime le reazioni dei vertici dell'Ussl, Sandro Cesana, presidente e Giacomo Molteni vice presidente. Di quella montagna di soldi il curatore aveva restituito solo 215 milioni nel frattempo però i lavori appena iniziati erano stati bloccati.

 

 

Più di cento persone rispondono all'appello della Croce Rossa, delegazione di Merate, che ha organizzato corsi per potenziare la struttura di Olgiate Molgora e offrire strumenti molto utili di primo intervento. I corsi si svolgono presso le ex scuole elementari di Molino Spagnolo in via Monte Rosa.

 

 

La Gazzetta di Merate, esempio indiscusso di ottimo giornalismo purtroppo finito anzitempo, organizza un incontro con Vittorio Feltri, allora direttore de L'Indipendente. Un fustigatore dei costumi, soprattutto craxiani. Giusto per comprendere come le cose cambiano, ecco cosa diceva durante la serata parlando dei finanziamenti del Psi a Mogadiscio che poi tornavano sotto forma di incarichi: "Speriamo arrivi un Di Pietro anche da quelle parti".

 

 

Duecentottant'otto donne provenienti da 133 paesi si sono rivolte all'ospedale di Merate per interrompere la gravidanza. Dal 1987 il numero degli aborti presso il presidio cittadino è in costante calo.

 

 

Sempre in tema ospedaliero, ecco i dati della "produzione" 1992. Oltre 13mila ricoveri per quasi 90mila ore di degenza. La dotazione è di 360 posti letto con 12 culle per il "nido". I medici sono 116 di cui 11 primari, 47 "aiuti" e 58 "assistenti", 469 sanitari tra infermieri, biologi, addetti di laboratorio e fisioterapisti.

 

 

Continua la lenta agonia della gloriosa Tessitura di Merate - dove ora c'è il bowling per intenderci. Altri 21 dei 110 dipendenti vanno in cassa integrazione per un anno a causa della chiusura del reparto "Torcitura". Un declino inarrestabile dopo le punte di eccezionale produttività nella seconda metà degli anni sessanta quando l'azienda era arrivata a contare 350 dipendenti.

 

131/continua

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