La Valletta: P.za Fontana, presentato il libro '12 dicembre 1969, la perdita dell'innocenza'

L’Assessorato e la Biblioteca dell’Unione della Valletta hanno ospitato, nell’Aula Magna dell’istituto Don Piero Pointinger, Luigi Lusenti e Fabio Sottocornola, che insieme al direttore di radio Lombardia Luca Levati hanno presentato il loro libro “12 dicembre 1969, la perdita dell'innocenza”.
Solo negli ultimi quindici anni, con la riapertura delle inchieste, sono usciti più di venti libri sul tragico avvenimento che ha portato alla morte diretta di 17 persone in Piazza Fontana. Per la prima volta il racconto di Lusenti e Sottocornola non segue in modo filologico l’attentato alla Banca Nazionale dell’Agricoltura o l’inchiesta sullo stragismo in Italia, bensì raccoglie testimonianze dirette, per cercare di comprendere come il fatto abbia cambiato la vita di tanti, spesso in maniera inconsapevole.


Luca Levanti, Anna Perego, Fabio Sottocornola, Luigi Lusenti

Anche Levati ha seguito per lavoro la vicenda, partecipando per anni agli anniversari e manifestazioni e intervistando testimoni, un processo analogo a quello seguito dagli scrittori. Hanno compiuto un lavoro non di taglio storico o da inchiesta, ma giornalistico: hanno incontrato le persone e le hanno lasciate parlare per capire cosa ha voluto dire, per chi anagraficamente c’era, vivere con “la bomba”: uno degli avvenimenti più drammatici che ha colpito il paese a 25 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Hanno intervistato però anche gente più giovane, di ogni provenienza e classe sociale, per avere una rappresentazione composita di persone, ognuna con il suo approccio, le sue emozioni e la propria autenticità.
È come se il libro prendesse la forma di un racconto corale per aiutare a fare i conti con questo tragico e difficile momento che è stato superato, anche se a costo di numerose perdite. Infatti, per molti Italiani, questo giorno ha significato un punto di svolta, di “perdita dell’innocenza”, ha fornito una prospettiva nuova, una spinta di impegno per rendersi attivi soprattutto in ambito politico. Da quel momento il paese è cambiato, vi furono molti attentati, come quelli di Brescia e Bologna, e la nascita del terrorismo di sinistra per suscitare paura tra le persone e mettere in chiaro che si trattava di uno scontro politico che vedeva la sinistra rivendicare i propri atti, a differenza del continuo negazionismo di destra che provocò una scia di sangue con la morte, tra tante, dell’anarchico Giuseppe Pinelli e l’omicidio del commissario Luigi Calabresi.


Bisogna inoltre ricordare che al tempo non vi era l’avanzamento tecnologico di oggi, il 12 dicembre 1969 passarono ore prima che si potesse capire cosa fosse successo. Inizialmente si pensava che fosse scoppiata una caldaia, venne pian piano fatta un po’ più di luce grazie all’intervento dei giornalisti Guido Gerosa e Camilla Cederna, gli unici due presenti per caso sul posto. Vi era uno scambio lento e limitato di informazioni, spesso erronee che portarono all’additamento dell’anarchico Pietro Valpreda, rinominato “il mostro” dall'opinione pubblica.
Ancora oggi, a quasi 54 anni dalla strage, c’è ancora la credenza che ci sia lui dietro tutto questo in quanto non è ancora ben chiaro per tutti chi fossero i colpevoli. Occorre compiere quindi un recupero della memoria storica da tramandare nelle scuole, senza aver paura di trattare un tema così presente per non creare controversie politiche.



Le testimonianze di personaggi come Luca Barbareschi, i sindaci di Milano Giuliano Pisapia e Gabriele Albertini, l’avvocato Gaetano Pecorella, aiutano a far luce su alcune verità, mentre quelle di “cittadini comuni” fanno trasparire il clima incerto che aleggiava al tempo e i sentimenti delle persone convolte nella tragedia. Sottocornola ha confessato che una delle testimonianze più toccanti che ha raccolto è quella di due ragazzi figli di Pietro Dendena, uno delle 17 vittime uccise dalla bomba, che si sono spostati da Lodi a Catanzaro per seguire il processo solamente per “avere qualcuno da poter perdonare”.



Non è quindi stata fatta ancora completamente luce sulla strage di Piazza Fontana, non è una memoria comune condivisa tra tutte le anime del paese, rimangono delle verità non dette nonostante le numerose indagini condotte della magistratura. “Ci sarà qualcuno che aprirà i cassetti” ha affermato Lusenti, i cassetti della verità, che spesso però rimarranno chiusi per sempre: coloro che potevano aprirli sono già quasi tutti spariti.
Alla fine dell’incontro gli autori hanno omaggiato la Biblioteca di La Valletta con una copia del libro. L’assessore Anna Perego ha ringraziato Lusenti, Sottocornola e Levanti per il loro intervento e il sindaco Marco Panzeri per aver permesso lo svolgersi dell’evento.
I.Bi.
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