Comodamente sedute/88: provare vergogna perchè le cose non sono come sembrano

CHE VERGOGNA!

Che non ami particolarmente occuparmi delle pulizie di casa non è mai stato un mistero.
Ma oggi, quando mi sono accorta che il mio freezer faticava a chiudersi talmente spesso era lo strato di ghiaccio che si era formato al suo interno, dico la verità, mi sono vergognata.
Mi è sembrato di sentire su di me lo sguardo di disapprovazione della mia mamma e in men che non si dica, mi sono rimboccata le maniche e l'ho ripulito per bene.
Alla fine ero molto soddisfatta ma se non avessi provato quel senso di vergogna, ammetto che difficilmente avrei preso spontaneamente l'iniziativa di rimediare al problema


VERGOGNA
La vergogna è un'emozione sociale che si prova quando si teme un fallimento personale rispetto a degli standard che ci si è posti e ci si sente inadeguati.
La vergogna viene definita un'emozione secondaria, perché non è innata (come quelle primarie), ma viene appresa e si sviluppa con la crescita della persona che vive dentro un contesto sociale. 
E' anche un'emozione sociale in quanto nasce dal timore di "perdere la faccia" davanti agli altri, di perdere la loro approvazione, la loro stima, la loro fiducia.
Ci si vergogna per tante ragioni:
Per qualcosa che facciamo o non facciamo, che in qualche modo capiamo essere sbagliato
Perché riceviamo lodi o complimenti che riteniamo immeritati
Perché a causa del nostro comportamento, qualcuno si vergogna per noi
Oppure ci vergogniamo di qualcosa o qualcuno in cui abbiamo creduto e che ci delude.
Ma vergognarsi è cosa buona oppure no?
E soprattutto di cosa ci dobbiamo vergognare?
Ci sono persone a cui basta poco per provare questa emozione, a me ad esempio basta un freezer che non sbrinavo da tempo, ma anche la sensazione di trovarmi al posto sbagliato, nel momento sbagliato, di pronunciare parole infelici, che possano ferire o offendere.
Mi vergogno quando vado di fretta e perdo l'occasione di compiere una buona azione, quando sbaglio le priorità perché il criterio che utilizzo non mette al primo posto le persone.
Non tutti si vergognano nella stessa situazione, dipende molto dalla scala di valori con la quale abbiamo impostato la nostra vita: c'è chi supera i limiti di velocità, passa con il rosso, ignora i divieti, non raccoglie i bisogni del suo cane, o abbandona rifiuti dove gli pare e si vanta anziché vergognarsi, chi scandalizza per il gusto di provocare e offendere, e si sente autorizzato a farlo in nome di un principio di libertà che troppo spesso dimentica quella altrui.
Provare un sentimento di vergogna qualche volta ci aiuta a rimanere dentro certi limiti che se oltrepassati, rischiano di ferire il prossimo, quindi non vergogniamoci di vergognarci.

"Si è fatto male, sir?"
"Sono inciampato su una banalità e ho fatto una piccola caduta di stile, Lloyd."
"Consiglio di provare un po' di vergogna, sir. E'un unguento miracoloso per certe ammaccature".
"La vergogna brucia, Lloyd! E poi ti lascia addosso un odore riconoscibile. tutti sapranno che sono caduto!"
"Ma anche che si è rialzato, sir"
"Porta la pomata, Lloyd. Ma con parsimonia"
"Il giusto, sir. Il giusto..."
Vita con Lloyd


Prima di salutarvi vi lascio con una breve storia che si conclude a sorpresa lasciando un po' di amaro in bocca, ma racchiude un grande insegnamento, fatemi sapere se vi è piaciuta. 

IL PACCHETTO DI BISCOTTI
Una ragazza stava aspettando il suo volo in una sala d'attesa di un grande aeroporto. Siccome avrebbe dovuto aspettare per molto tempo, decise di comprare un libro per ammazzare il tempo. Comprò anche un pacchetto di biscotti. Si sedette nella sala VIP per stare più tranquilla.
Accanto a lei c'era la sedia con i biscotti e dall'altro lato un signore che stava leggendo il giornale. Quando lei cominciò a prendere il primo biscotto, anche l'uomo ne prese uno; lei si sentì indignata ma non disse nulla e continuò a leggere il suo libro. Tra sé pensò: "Ma tu guarda, se solo avessi un po' più di coraggio gli avrei già dato un pugno...".
Così ogni volta che lei prendeva un biscotto, l'uomo accanto a lei, senza fare un minimo cenno ne prendeva uno anche lui. Continuarono fino a che non rimase solo un biscotto e la donna pensò: "Ah, adesso voglio proprio vedere cosa mi dice quando saranno finiti tutti!".
L'uomo prese l'ultimo biscotto e lo divise a metà! "Ah!, questo è troppo"; pensò e cominciò a sbuffare indignata, si prese le sue cose, il libro, la sua borsa e si incamminò verso l'uscita della sala d'attesa.
Quando si sentì un po' meglio e la rabbia era passata, si sedette in una sedia lungo il corridoio per non attirare troppo l'attenzione ed evitare altri dispiaceri.
Chiuse il libro e aprì la borsa per infilarlo dentro quando nell'aprire la borsa vide che il pacchetto di biscotti era ancora tutto intero nel suo interno.
Sentì tanta vergogna e capì solo allora che il pacchetto di biscotti uguale al suo era di quel uomo seduto accanto a lei che però aveva diviso i suoi biscotti con lei senza sentirsi indignato, nervoso o superiore, al contrario di lei che aveva sbuffato e addirittura si sentiva ferita nell'orgoglio.

Quante volte nella nostra vita mangeremo o avremo mangiato i biscotti di un altro senza saperlo? Prima di arrivare ad una conclusione affrettata e prima di pensare male delle persone, guarda attentamente le cose, molto spesso non sono come sembrano!

Vi auguro una buona domenica, e come sempre, se volete fare un salto nel mio blog www.comodamentesedute.com per leggere altri articoli, a me farà molto piacere.

Rubrica a cura di Giovanna Fumagalli Biollo
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