Olgiate: "La conquista della libertà", storie di donne partigiane e delle proteste in Iran

Nella serata di martedì 25 aprile, in sala consiliare ad Olgiate Molgora, si è tenuta una conferenza dal titolo "La conquista della libertà. La resistenza delle donne: l'anniversario della Liberazione e la battaglia per l'emancipazione in Iran", con la partecipazione dei relatori Anselmo Brambilla, Pino Brambilla e la dott.ssa Tanareh Hassibi. "Il 25 aprile è una giornata importante soprattutto in questo periodo, dove il revisionismo storico sta prendendo piede anche tra le più alte cariche dello Stato. Il tema della resistenza va ribadito giorno per giorno. E' pertanto assolutamente necessario sia fare testimonianza e memoria di ciò che è accaduto 80 anni fa sia ampliare lo sguardo nel resto del mondo attuale" ha esordito introducendo l'incontro il vicesindaco Matteo Fratangeli.

 

La dott.ssa Tanareh Hassibi


 Quando si parla di lotta alla dittatura fascista la donna è un soggetto chiave perché in molti casi decide di fare resistenza sia per gli ideali di libertà e democrazia, ma anche e soprattutto per raggiungere l'emancipazione e far crollare un governo ed una società altamente patriarcali. "Voi (ragazzi) vi preparate al libro e moschetto, le vostre sorelle devono prepararsi alla Singer (macchina per cucire)" è uno dei tanti esempi fatti da Anselmo Brambilla riguardo la propaganda pubblicitaria e sociale attuata dal regime fascista nei confronti delle donne.   "Diventare mogli e soprattutto madri ideali - ha spiegato Anselmo - era la finalità unica di vita di una donna fascista. Le donne venivano ostacolate, addirittura con decreti e leggi, nei percorsi di vita che potessero renderle indipendenti. Venivano invece organizzati i cosiddetti lavori donneschi, nient'altro che lavori manuali ritenuti di prerogativa delle femmine". Sposarsi ed affidarsi ad un uomo diveniva in questo modo l'unica possibilità per una donna di essere sostenuta anche economicamente. Mentre l'uomo lavorava, la donna doveva badare ai figli, che il regime fascista incentivava in gran numero, conferendo premi alle famiglie più numerose ed istituendo l'Opera Nazionale Maternità e Infanzia. Se da un lato l'ONMI aveva finalità positive nel sostenere le famiglie, dall'altro celava un controllo sempre più forte sulla società. Con lo scoppio della guerra e la diffusione di gruppi di resistenza, sempre più donne decisero di dare il proprio contributo nella lotta al fascismo. Rifornire di viveri, trasportare armi, accompagnare ebrei e fuggitivi al confine svizzero e falsificare documenti erano solo alcune delle attività svolte dalle donne partigiane.

 

"Quando si parla di lotta alla dittatura fascista ed in generale alla resistenza la donna è un soggetto chiave perché in molti casi decide di fare resistenza sia per gli ideali di libertà e democrazia, ma anche e soprattutto per raggiungere l'emancipazione e rivendicare il diritto di esser considerate soggetti liberi" ha concluso Anselmo Brambilla.   La parola è poi passata a Pino Brambilla che ha portato la testimonianza di sua madre Gianna Rocca, che nei suoi vent'anni mise a repentaglio la sua vita per aiutare la resistenza partigiana. Con un video testimonianza, realizzato nel 2005 da Isabella Lavelli (https://youtu.be/ervN5p_Op7s), Gianna racconta come, lavorando agli uffici del Comune di Rovagnate, abbia aiutato diversi partigiani e fuggitivi con documentazioni false da lei prodotte, subendo anche diversi controlli da parte di ispettori fascisti e rischiando di venir scoperta e fucilata. Gianna si adoperò sempre di più come partigiana, aiutando anche diversi rifugiati sulle colline del territorio, a cui dava loro ripari e viveri.

 

L’assessore Roberta Brambilla di Calco, il vicesindaco di Olgaite Matteo Fratangeli,
la dott.ssa Tanareh Hassibi, Pino Brambilla e Anselmo Brambilla


"Ho fatto quel che mi sentivo fosse la cosa giusta da fare, sapendo quello a cui andavo incontro"  racconta Gianna. "Parlare di resistenza oggi è ancora importante perchè in questo modo i giovani possono capire quel che noi abbiamo passato durante la guerra. Il fronte non era solo sul confine, ma anche dentro l'Italia".  

Come ultima testimonianza la dott.ssa Tanareh Hassibi ha presentato la storia della resistenza, attuata sia da donne che uomini, per i diritti delle donne in Iran e la repressione dittatoriale del brutale regime islamico. Con la rivoluzione iraniana del 1979 il governo monarchico ed autoritario dello scià  Reza Pahlavi, sovrano dal 1941, crolla favorendo l'instaurazione di una teocrazia sciita. Nasce da qui la Repubblica islamica. L'islamismo divenne però sempre più radicale, seppur mai legittimato da nessuna scuola teologica sciita, e la democrazia ed il neo-liberismo occidentale vengono sempre più a mancare. Una dittatura religiosa è sempre più realtà e alle donne vengono tolti sempre più diritti. Le proteste esistono ma sono sporadiche e deboli, ma nel 2022 con la morte in Iran di Mahsa Amini, ventiduenne curda uccisa dalla polizia iraniana perché non indossava correttamente l'hijab, e dal bisogno di portare alla luce la deriva di una nazione stretta tra patriarcato, crisi economica, corruzione e rigide norme religiose e ideologiche, milioni di giovani coraggiosi si sono uniti nelle proteste al grido di "Donna, Vita e Libertà".


Seppur il governo di Ebrahim Raisi continui a reprimere con la morte le numerose proteste in tutto il Paese, i giovani stanno facendo tremare la Repubblica islamica, grazie a proteste diffusissime e l'utilizzo di internet. Esso ha conferito a ragazze e ragazzi iraniani una visione ampia e più libera del mondo, grazie alle narrazioni a loro giunte dal mondo occidentale. Ora internet è utilizzato anche come mezzo di diffusione delle proteste, tra video di occupazioni di scuole ed università, immagini di vittime di violenza del regime, messaggi e canzoni pro resistenza. "I giovani rappresentano la speranza per un futuro migliore in Iran. Per combattere dall'esterno questa battaglia, gli iraniani chiedono di sciogliere qualsiasi tipologia di legame e rapporto con il governo islamico" ha concluso la dott.ssa Hassibi.
M.Pen.
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