Osnago: il sindaco spiega il no al patrocinio a ''Orgoglio''
A seguito del mancato patrocinio all'associazione Orgoglio Osnago sulla mostra riguardante la ritirata di Russia (ne avevamo scritto lunedì scorso), abbiamo contattato subito il sindaco Paolo Brivio per una replica, il quale ha preferito rimandare il colloquio a dopo le celebrazioni della Festa della Liberazione. Il primo cittadino tiene dunque ora a precisare che non sia stato un no a prescindere per fare un torto al gruppo di minoranza: "In generale posso dire che mi ha fatto piacere vedere che per la prima volta l'opposizione avanzi una sua proposta culturale. Come ho spiegato ai proponenti, non ho però trovato attinenza tra la loro iniziativa e la ricorrenza del 25 aprile, data fondativa della nostra Repubblica".
Come avevamo riportato, Brivio conferma di aver suggerito all'associazione che fa riferimento al gruppo consiliare di minoranza di spostare in un altro periodo dell'anno la mostra, come ad esempio, in occasione della Giornata della memoria e del sacrificio degli alpini. Il sindaco spiega il perché: "Svolgere l'iniziativa il 25 aprile avrebbe potuto accreditare, involontariamente, quel processo di riscrittura della Storia che vediamo essere stato messo in atto nelle scorse settimane da alcuni rappresentanti del Governo". Prosegue quindi il primo cittadino osnaghese: "Seppur la ritirata dalla Russia nel 1943 abbia visto delle azioni eroiche degli alpini, non si può ricondurre a quell'episodio storico gli elementi costitutivi del superamento del fascismo e della promulgazione della nostra Costituzione".
Come avevamo riportato, Brivio conferma di aver suggerito all'associazione che fa riferimento al gruppo consiliare di minoranza di spostare in un altro periodo dell'anno la mostra, come ad esempio, in occasione della Giornata della memoria e del sacrificio degli alpini. Il sindaco spiega il perché: "Svolgere l'iniziativa il 25 aprile avrebbe potuto accreditare, involontariamente, quel processo di riscrittura della Storia che vediamo essere stato messo in atto nelle scorse settimane da alcuni rappresentanti del Governo". Prosegue quindi il primo cittadino osnaghese: "Seppur la ritirata dalla Russia nel 1943 abbia visto delle azioni eroiche degli alpini, non si può ricondurre a quell'episodio storico gli elementi costitutivi del superamento del fascismo e della promulgazione della nostra Costituzione".
Il presidente del sodalizio organizzatore aveva ventilato il sospetto che il Comune voglia suddividere i Caduti tra morti di Serie A e di Serie B. Il sindaco respinge tuttavia con forza l'accusa: "A dirla tutta ha partecipato alla campagna di Russia anche lo zio di mio papà. Nutro il massimo rispetto per tutti i Caduti, tant'è vero che ci rechiamo sempre in occasione del 25 aprile e del 4 novembre alla cappella del cimitero e al Monumento dei Caduti per portare gli omaggi del Comune. Ho partecipato diverse volte alle commemorazioni a Merate della battaglia di Nikolajewka. Tutti quanti riconosciamo che si sia verificata una tragedia umanitaria che ha comportato la morte di decine di migliaia di soldati, durante una campagna militare voluta dal regime fascista. Dallo scambio di lettere con gli organizzatori della mostra non mi è parso che l'iniziativa fosse inquadrata nell'ottica della Festa della Liberazione. Avrei potuto capire se l'intenzione fosse quella di raccontare come i reduci, tornati in Italia, abbiano poi maturato uno spirito antifascista e resistente. In alcuni casi è accaduto. Ma la proposta di Orgoglio Osnago non mi è parso che andasse in questo senso".
Il sindaco cerca di chiudere la polemica in una chiave positiva: "Ho apprezzato che il capogruppo di minoranza abbia partecipato alla celebrazione istituzionale del 25 aprile e all'inaugurazione della mostra in sala civica incentrata sulla figura del teologo Dietrich Bonhoeffer".
M. P.