Olgiate: la minoranza torna sull’apertura di v. San Rocco

Dopo aver già presentato un'interrogazione sul tema lo scorso gennaio, la minoranza ha chiesto ulteriori chiarimenti in merito alla chiusura di via San Rocco e i ruderi della centro. Durante l'assise di Olgiate di mercoledì 26 aprile è stata presentato un'altra interrogazione.

La questione è nota. In centro a Olgiate ci sono dei ruderi che devono essere sistemati. A seguito della scossa di terremoto avvenuta nel dicembre del 2021 la via che attraversa i ruderi (via San Rocco, appunto) è stata chiusa al passaggio pedonale. Da ordinanza, si fa riferimento al fatto che "trascorsi 30 giorni dalla notifica della presente, non avendo effettuato gli interventi necessari a poter riaprire la via, si provvederà ad addebitare la tassa di occupazione suolo pubblico calcolato sulla superficie della via stessa inibito al transito". 

A rispondere all'interrogazione è stato il vicesindaco Fratangeli, che però non ha detto del suo, ma ha letto quanto scritto dal responsabile dell'Ufficio Tecnico, l'architetto Marco Cappucci. Il tecnico ha ricordato che sono state emesse due ordinanze nel dicembre del 2021: una relativa alla chiusura della via in questione e una relativa alla messa in sicurezza di uno dei fabbricati dell'area. A pochi giorni dalle ordinanze la proprietà aveva trasmesso il verbale di sopralluogo, segnalando che sarebbe seguita la perizia statica entro i termini previsti. Dopo altri sei giorni era giunta a protocollo la perizia a firma dell'ingegnere Maurizio Colombo di Milano, che prescriveva di procedere a una demolizione parziale del fabbricato (spiegando nel dettaglio come procedere). A due settimane dalla ricezione della perizia, l'ufficio ha trasmesso la relazione all'architetto Sintini della Soprintendenza per avere indicazioni su come procedere e segnalando l'intenzione di emettere l'ordinanza di demolizione. La richiesta è rimasta inevasa. "A seguito del question time del 19 gennaio 2023 - ha scritto l'architetto Capucci - sentivo telefonicamente l'architetto Sintini e ritrasmettevo in data 27 gennaio 2023 la documentazione".

Il 6 febbraio 2023 l'architetto Sintini della Soprintendenza ha risposto via mail: "In considerazione dell'evolversi dello stato dei luoghi, non significativamente mutato, e del parere espresso da questo ufficio in merito al recupero dell'area in cui ricade anche l'immobile in oggetto, progetto che prevede il mantenimento dell'altezza di due piani come attualmente, si richiede di provvedere a ogni opera provvisionale, temporanea o provvisoria (come la demolizione degli orizzontamenti prevista nella relazione allegata) atta a mettere in sicurezza l'immobile, gli accessi e i percorsi pubblici limitrofi, mantenendo le elevazioni murarie come allo stato attuale, eventualmente prevedendo opere di sostegno esterne e protezione sommitale delle murature esposte". 
L'archittetto Cappucci ha quindi fatto sapere che provvederà a emettere apposita ordinanza, con le osservazioni trasmesse dalla Soprintendenza,  segnalando che il ritardo è da parte dell'Ufficio Tecnico, che al momento è oberato e non è in grado di essere tempestivo nella gestione delle pratiche di competenza per insufficienza del personale.
 
E in merito all'occupazione del suolo, il tecnico ha concluso facendo presente che la proprietà ha ottemperato a quanto richiesto dall'ordinanza in termini di documentazione da presentare."Se gli interventi di messa in sicurezza non sono stati ancora effettuati dipendono dal ritardo da parte della Soprintendenza e all'Ufficio Tecnico. Pertanto nell'ordinanza di messa in sicurezza verrà dato il termine temporale di 30 giorni, inserendo le prescrizioni della precedente ordinanza 19 dicembre 2021".

Infine, sulla riapertura della via, l'architetto ha scritto che al di là di quello che la proprietà dovrà fare a seguito dell'ordinanza, sarà necessario valutare anche un intervento di manutenzione della via stessa.
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