Istituto Viganò: alcol e guida. Le classi quinte ne parlano con i Vigili del Fuoco

Bere alcolici e guidare non si fa. Sono infinte le volte a cui i giovani, soprattutto neopatentati, viene ripetuta questa frase, ma purtroppo, stando ai fatti di cronaca, il messaggio non sempre viene recepito. Proprio per questo motivo a Merate, l’Istituto Viganò ha previsto un incontro aperto alle classi quinte denominato “Non berti la sicurezza”.


Il caporeparto della Direzione Regionale Michele Giacalone



Nella mattinata di mercoledì 26 aprile le classi 5ª G e 5ª L dell’Istituto hanno incontrato il caporeparto della Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco Michele Giacalone, che insieme al collega ormai in pensione Augusto Novati, e a Lorenzo Maggi – vigile permanente – e Davide Caglio – caporeparto – di Lecco, ha raccontato di quello che molto spesso loro e i colleghi sono costretti a vedere negli interventi su strada nel cuore della notte.


Il vigile permanente Lorenzo Maggi



“Siamo davvero stanchi di andare su incidenti ed estrarre dalle macchine ragazzi della vostra età in fin di vita” ha detto in modo fermo il caporeparto Giacalone. “Non siamo qui a farvi la predica, che avrete già sentito milioni di volte dai vostri genitori e insegnanti, ma vorremmo che vi rendeste conto di quello a cui si va incontro quando si beve o si fuma una canna e poi ci si mette alla guida”. I Vigili del Fuoco hanno quindi proiettato una serie di video e immagini piuttosto crude di incidenti con auto accartocciate e i soccorsi attorno. “Se vi capita di bere un bicchiere di troppo e dovete guidare, piuttosto rimanente nel parcheggio del locale e aspettate qualche ora. I vostri genitori si preoccuperanno, è vero, ma fidatevi, è meglio che ricevano la vostra chiamata in cui li informate che tornate il mattino dopo piuttosto che la chiamata dei sanitari che li informano che siete in ospedale, o peggio ancora, che non ci siete più”.




A cuore aperto, il vigile permanente Maggi ha parlato ai ragazzi mettendosi sul loro stesso piano: “Siamo stati tutti giovani. Anche noi da ragazzi uscivamo e bevevamo, è normale divertirsi, ma credetemi, quando vi trovate sul luogo di un incidente e vedete dei ragazzi in fin di vita e sentite dei genitori che piangono e urlano i loro nomi, vi rendente conto che quel senso di potenza che vi può dare l’alcol e tutto il resto non vale davvero niente. Ai nostri tempi non c’erano neanche tutti i controlli su strada che ci sono adesso, ed è un bene che siano stati introdotti”.




La seconda parte dell’incontro è stata più “leggera”. A turno infatti i ragazzi hanno indossato una strumentazione per testare lo stato in cui si trova una persona ubriaca: una maschera che offusca la vista, delle cuffie da lavoro per sentire meno e dei pesi ai polsi e le caviglie. Con queste cose addosso, gli studenti sono stati sottoposti a delle prove come afferrare una palla al volo, camminare seguendo un percorso e cercare una chiave per terra e aprire un lucchetto. È stato facile rendersi conto che la percezione cambia, si è rallentati e si fatica a fare tutto…figurarsi a guidare.
E.Ma.
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