Merate, 25 aprile: san Marco e Calamandrei per un messaggio di Pace e Libertà. Il sindaco: superare le divisioni è un dovere morale


La celebrazione per l'anniversario di Liberazione dall'oppressione nazi-fascista a Merate è iniziata con la santa Messa celebrata in chiesa parrocchiale da don Sergio Massironi.

Don Sergio e sotto il gruppo alpini

Il sacerdote ha riflettuto sulla figura di san Marco, colui che "ha messo in circolo un'altra idea della vita, del potere e della convivenza. Fondata sulla libertà, la giustizia, l'incontro. E non sulla supremazia, sul totalitarismo, sulla idea di uno solo a discapito di quella di tutti" ha proseguito il religioso nel corso della sua omelia davanti a una folta platea con autorità civili, militari, rappresentanti delle associazioni e semplici cittadini "La storia ci insegna che le persone migliori hanno saputo coltivare la fraternità, hanno superato le delusioni, hanno mantenuto fedeltà alla parola data, hanno saputo perdonare, ritessere rapporti frantumati, avere fiducia e non essere divorati dalla forza e dalla tentazione del potere. La democrazia, la libertà, l'amicizia, una vita sociale aperta continuano a essere vive nella misura in cui il nostro coinvolgimento è vero e non ci sediamo".



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Terminata la funzione religiosa, c'è stato l'ammassamento sul sagrato e poi il corteo aperto dalla banda ha ripercorso, scortato dalla pattuglia della polizia locale, via sant'Ambrogio, via Roma, piazza della Vittoria per approdare in piazza Prinetti. Data la presenza dell'area cantiere, non è stato possibile sostare davanti alla statua della vittoria e rende omaggio ai caduti così si è optato per una prima tappa davanti al cippo del parco delle Rimembranze, con l'alzabandiera e l'onore reso ai caduti da via Viganò.


Il corteo si è poi spostato su via Cornaggia fino ad imboccare la traversa a fondo chiuso che sbocca in piazza Libertà dove è stato allestito il "palco" e dove c'è stato il discorso del sindaco Massimo Panzeri che ha esordito rassicurando, dal prossimo anno, il ritorno alle vecchie abitudini (mattutine), pur con qualche perplessità data la presenza numerosa di persone alla cerimonia.



Nel suo messaggio alla cittadinanza il borgomastro ha ricordato tutti "i partigiani che con il loro valoroso sacrificio hanno sconfitto il nazi-fascismo riconquistando per il nostro paese la pace e la libertà. È nostro imprescindibile dovere impegnarci quotidianamente e senza riserve per mantenerla perchè non è mai acquisita una volta per sempre. Non cadiamo nell'errore di darla per scontata".



Da qui un pensiero alla guerra tra Russia e Ucraina scoppiata oltre un anno fa e che non accenna a cessare. "La pretesa di dominare e di invadere uno stato indipendente riporta alle pagine più buie dell'imperialismo. Nuovamente la violenza sovrasta il diritto alla pacifica convivenza delle persone. Viene cancellata la dignità umana, il rispetto dei valori di un intero popolo. La libertà abbatte i muri territoriali, politici o religiosi. È accettare e riconoscere l'altro anche se diverso da noi. Pace e libertà corrono insieme. Superare le divisioni, accettare le diversità è un dovere morale verso coloro che si sono sacrificati per consegnarci un paese libero e democratico".


A chiudere una frase di Piero Calamandrei: "La libertà è come l'aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent'anni, e che io auguro a voi, giovani, di non sentire mai".

S.V.
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