Osnago:  mostra Arci e Anpi ''Dal fascismo alla liberazione''

In occasione della giornata della Liberazione, presso il cortile del circolo ARCI "la Lo.Co", con il contributo di ANPI di Lecco, è stata inaugurata la mostra "Dal fascismo alla liberazione" per ricordare il periodo più buio della storia italiana e la sua rinascita grazie al sacrificio e lotta dei nostri predecessori.

 

"Il 25 aprile fu un'impresa storica di fatica, dolore, sofferenza, lotta, conquista della libertà ma è stato alla fine un momento di festa popolare. Per questo motivo è giusto ricordarla in un clima di festa ed è giusto che la memoria si abbeveri e si nutra di contenuti e ricostruzione storica come consente, nel suo piccolo, di fare questa mostra, ma anche di condivisione nella gioia della ritrovata libertà". Con queste parole il sindaco Paolo Brivio ha accolto i presenti davanti ai pannelli espositivi raffiguranti la storia Italiana dall'anno 1919 con la nascita del movimento fascista, fino al 1° gennaio 1948 con l'entrata in vigore della Costituzione.

Il sindaco Paolo Brivio

Daniele Vanoli

Il rappresentante Anpi di Lecco Daniele Vanoli e consigliere provinciale Arci è intervenuto offrendo ai presenti un inquadramento storico partendo dalla memoria dei caduti Osnaghesi: in primis Gaetano Casiraghi ucciso dai tedeschi il 28 ottobre 1943, - al quale l'amministrazione comunale ha dedicato un pezzo di via XXV aprile - ha ricordato poi gli osnaghesi che dal 1944 fecero parte della 104esima Brigata Garibaldi S.A.P. Gianni Citterio: Nevio Brivio, Gino e Ugo Casiraghi, Giovanni Limonta, Carlo e Massimo Maggioni. Le persone che scelsero di contrastare il nazifascismo non furono però solo quelle che salirono in montagna ma anche coloro che sostennero le azioni di guerriglia, sabotaggio, espatrio, rifornimento e collegamento.

Per questo una menzione importante è stata fatta ai concittadini Calolziesi di Vanoli: il panettiere Giovanni Ripamonti, deportato e ucciso a Mauthausen nel ‘45 per aver messo a disposizione dei partigiani venti quintali di farina e Giuseppe e Giovanni Rosa, che offrirono alcuni mezzi per il trasporto dei viveri ai partigiani che furono uccisi a Gusen. Questo sforzo gratuito di uomini e donne che offrirono una sponda efficacissima alla lotta di liberazione mettendo a repentaglio la loro vita, testimoniano la falsità del pensiero che in Italia la resistenza sia stata portata avanti solo da una minoranza. Era impresso nella coscienza di tutti la consapevolezza di essere coinvolti in qualcosa di epocale. Lo dimostrarono i sempre più organizzati scioperi portati avanti tra il 1943 e 1945 dalla classe operaia, che segnarono momenti decisivi nella battaglia nazionale.

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Queste parole, accompagnate dalla visione della mostra, hanno trasmesso ai presenti la vera dimensione della Resistenza, che non ebbe uguali negli altri paesi europei e che ponendosi contro il fascismo si trasformò in un progetto egualitario di trasformazione della società - come dettato dall'articolo 3 della Costituzione - che riempì e diede senso alla nascita della democrazia.

I.Bi.
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