Montevecchia: dopo Blatti si dimette anche Luigi Sala. Insieme avevano metà dei voti

La voce circola a Montevecchia già da un giorno. Del resto la persona direttamente coinvolta è tra le più conosciute in paese. Il consigliere di maggioranza Luigi Sala ha rassegnato le dimissioni. Una decisione che arriva a tre mesi e mezzo dall'uscita di scena del vice sindaco Davide Blatti. Contattato, Sala conferma: "Sì, ho comunicato lunedì la decisione di dimettermi perché ritengo che siano venuti a mancare i presupposti. Non ho molto da aggiungere, non me ne sono andato via sbattendo la porta". All'addio non fanno seguito dichiarazioni al veleno, anzi vengono rivolti anche degli auguri di buon lavoro all'amministrazione: "Auspico che la maggioranza porti avanti dei progetti per il bene di Montevecchia, a partire innanzitutto dalla riapertura della Casetta, su cui ci siamo impegnati, con l'individuazione di un nuovo gestore".


Luigi Sala
Quando le affermazioni di un allontanamento sono così composte, bisogna setacciare le poche battute del politicamente corretto e filtrarne il succo. Un'operazione per cui occorre riavvolgere il nastro fin dalle premesse. Dopo dieci anni da consigliere di minoranza, Sala aveva inizialmente tentato di formare una sua lista autonoma, trovandosi a dover rinunciare data l'impossibilità a comporre un gruppo solido. Di candidarsi insieme con "Montevecchia al Centro" non ne aveva voluto sapere in un primo momento, per dei cronici dissapori all'interno della ProMontevecchia con Ivan Pendeggia, oggi sindaco ma all'epoca presidente dell'associazione. A sanare le ferite era stato il collega dell'allora gruppo all'opposizione Davide Blatti, che ha costruito da zero il nuovo progetto politico insieme a Pendeggia. Gli screzi erano stati chiariti, era stata posta una pietra sopra alle incomprensioni. Luigi Sala si era così candidato con "Montevecchia al Centro".

 

Una mossa vincente per Pendeggia e i suoi. Sala si era riconfermato il leader delle preferenze. A urne chiuse, tra conteggi e riconteggi, erano state certificate 106 preferenze personali per Sala, con netto distacco - almeno doppio - rispetto agli altri consiglieri eletti. Non aveva voluto alcun assessorato, accontentandosi del ruolo di consigliere semplice, con il compito di tenere allacciati i rapporti tra amministrazione comunale, associazioni e cittadinanza a cui dare risposte concrete. Erano state del resto queste le condizioni avanzate da Luigi Sala al momento di decidere di candidarsi con MaC: comunicare meglio e direttamente con la popolazione rispetto al recente passato. Tra le garanzie ricevute da Sala così come da tutta la squadra di Pendeggia vi era poi l'avvio di un processo di condivisione interna delle informazioni per decisioni assunte a livello collegiale nel gruppo e da illustrare al paese.


Il quadro si compone quasi da sé. Il filo diretto tra Luigi Sala e l'ormai ex vice sindaco Blatti è infatti venuto meno con le dimissioni a gennaio scorso dello stesso Blatti per motivi di lavoro. Nel frattempo l'attaccamento al territorio dell'imprenditore agricolo in pensione Sala non è mai calato, come dimostra la sua attività di volontariato col piedibus; con la parrocchia (compresa la presenza con la mantella biancoceleste a portare in spalla la statua della Madonna del Carmelo alla processione sul colle); con la vendita delle uova di cioccolato dell'AIL qualche settimana prima di pasqua. Per non parlare dei suoi singoli contatti con i cittadini. È presumibile dunque che si sia sentito stretto nel ruolo di consigliere, per risposte che tardavano ad arrivare. Un esempio? La Casetta citata nelle poche parole rilasciate da Sala. Da quattro mesi la struttura in via del Fontanile è chiusa e senza un gestore, con l'attività di pulizia straordinaria dello stabile e delle aree annesse che soltanto in questi giorni si sta svolgendo e ormai ultimando ad opera di una ditta specializzata. Altro esempio concreto, la ZTL, memori del fatto che in Consiglio comunale nell'ottobre scorso l'astensione di Luigi Sala al Regolamento per disciplinare la Zona a Traffico Limitato aveva il sapore della netta contrarietà, non formulata in tal senso soltanto per ragioni di opportunità politica. È noto infatti che da sempre Sala si sia dimostrato scettico all'idea di chiudere il transito veicolare in Alta collina con lo strumento della ZTL, mentre l'attuale amministrazione ha finora confermato l'indirizzo impostato dalla precedente Giunta, anche per l'ottenimento di un contributo regionale per la riqualificazione del borgo, che comprendeva l'installazione delle telecamere con fini sanzionatori.


Per quanto riguarda la condivisione interna è un dato di fatto che si è disgregata la struttura dei cosiddetti "dipartimenti" annunciati in campagna elettorale e che, secondo le intenzioni di Ivan Pendeggia, avrebbe dovuto rimanere intatta anche dopo le urne grazie all'appoggio di persone esterne all'amministrazione ma vicine al gruppo di maggioranza. Sul caso specifico di Sala, appare sintomatica la circostanza per cui quando gli abbiamo chiesto qualche settimana fa - in assenza di una risposta dal sindaco - maggiori dettagli sulla recente autorizzazione a un ambulante di svolgere un servizio di ristoro nella zona Fontanile, ci aveva risposto di non esserne al corrente. Una versione che Sala riconferma e sottoscrive anche oggi. Quanto all'informazione alla cittadinanza, tolti gli avvisi di servizio, non è ancora emerso a un anno e mezzo dall'inizio del mandato quali siano gli impegni futuri e concreti dell'amministrazione. Tutti fattori che, sommati, possono costituire la risposta al perché Luigi Sala si sia dimesso.


L'analisi era doverosa perché Luigi Sala era stato il leader delle preferenze e, insieme a Blatti, ne aveva totalizzate tante quante quelle di tutti gli altri colleghi di lista. Ora lascerà il posto ad una consigliera che aveva preso esattamente 100 voti in meno di lui. Con le risicate 6 preferenze dovrebbe entrare in Consiglio Maria Donata Monti. Alle urne era risultata a pari merito con Veronica Milani, ma l'ordine di presentazione della lista dovrebbe consegnare il vantaggio alla pensionata. Va inoltre sottolineato che "Montevecchia al Centro" si era presentata all'appuntamento elettorale con una lista di 10 candidati. Mancano ancora tre anni e mezzo e già gli elementi a disposizione in caso di altre defezioni si sono ridotti all'osso, come accaduto nel quinquennio precedente alla maggioranza di Franco Carminati. Infatti, dopo l'ingresso di Oreste Rovelli al posto di Blatti, le uniche due figure restanti sono le sopracitate Monti e Milani.


Infine un'osservazione generale che riveste l'intero Consiglio comunale. Fino a d'ora si sono dimesse le prime tre teste di serie della competizione elettorale dell'ottobre 2021. Se ne sono andati in ordine cronologico il più votato del gruppo di minoranza Edoardo Sala (52 preferenze), il secondo più votato della maggioranza Davide Blatti (53) e il più votato in assoluto, appunto Luigi Sala (106). La composizione che si viene a configurare in aula da questo momento in avanti risulta essere sfalsata rispetto alle preferenze espresse dagli elettori. Una pagina che non fa bene alla democrazia e che certamente non incoraggia i cittadini ad esercitare quel diritto di voto che sempre più appare come una chimera. Alle comunali del 2021 era andato a votare a Montevecchia il 62,79% degli aventi diritto. Poco avanza rispetto al punto fermo che la maggioranza è in maggioranza, in attesa che faccia capire quali siano i suoi obiettivi, e che la minoranza è in minoranza, in attesa che inizi a fare anche opposizione. Resta l'interrogativo aperto se il sindaco abbia fatto il possibile per evitare almeno lo strappo del suo consigliere Luigi Sala.

M. P.
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