Il 25 aprile è una festa religiosa?

Il Sig. Lanfranco nel suo intervento del 14 aprile su questo giornale ha citato la mia frase "Che una manifestazione laica come il 25 aprile inizi con una messa è veramente una cosa strana!!!" per esporre le sue idee sull'opportunità di questa messa. Perciò mi sento chiamato ad intervenire per meglio spiegare il mio laconico pensiero, allora rivolto a un consesso privato.

Innanzitutto il fatto. Il Comune di Merate ha esposto il seguente invito: "La commemorazione della Solennità Civile si terrà Martedì 25 Aprile 2023, a partire dalle ore 18:00. La Cittadinanza, le Scuole, le Associazioni d'Arma e di Volontariato sono invitate a partecipare." Aprendo la locandina si scopre che alle 18:00 c'è la Santa messa in Chiesa parrocchiale.

Non commento qui la scelta inusuale dell'orario per tale manifestazione. Vengo invece in breve al pensiero del Sig. Lanfranco: le sue parole toccano forse il cuore di molte persone e sembrano di buon senso. Tuttavia la sua argomentazione fa confusione fra laicità, laicismo e anti clericalismo. Confonde inoltre la libertà di non partecipare a una funzione religiosa e il diritto di partecipare alla festa della liberazione che è una festa di tutti. Trascura inoltre alcuni aspetti simbolici molto importanti.

Inquadriamo l'argomento. Alcuni stati hanno, di diritto o di fatto, una religione di stato. Così è per esempio per il Regno unito in cui la Chiesa anglicana è il culto "ufficiale" essendo il re "il governatore supremo della Chiesa" ma, nei fatti, lo stato è laico e vige piena libertà e indipendenza. Così è stato fino alla seconda guerra mondiale in Giappone in cui l'imperatore aveva natura divina ed era a capo dello Shinto di stato. Così è, ahimè, tutt'oggi in Russia in cui il Patriarca di Mosca è una cassa di risonanza della politica bellica di Putin.

L'Italia non è su questa linea. Infatti la Costituzione recita (Art.7) "Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani". La Festa della liberazione è una festa dello Stato. È una festa laica nel senso stretto del termine in quanto non è nel calendario delle feste religiose, né cattoliche né di altre religioni. La resistenza è stata combattuta dagli italiani, come ha evidenziato il Sig. Lanfranco, indipendentemente dal loro credo religioso.

Benché questa sia in qualche modo una tradizione meratese, è inaccettabile che una tale festa, organizzata dal Comune, abbia come componente sostanziale e inizi con una funzione religiosa. Qui non si vuole negare il diritto di culto o quello di pregare per i caduti della Resistenza ma si vuole mettere in evidenza l'aspetto simbolico e il tornaconto politico per l'Amministrazione.

Altra cosa sarebbe che la messa fosse stata a latere, per esempio dopo, oppure prima, ma non come punto di ritrovo, e apertura, e titolo sulla locandina del Sindaco.

Alessandro Fassò
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