San Zeno: l’ostensione ufficiale dell'ultima copia della Sacra Sindone, davanti ai fedeli



La chiesa di San Zeno sta ospitando l'ultima copia ufficiale della Sacra Sindone, realizzata nel 2018. Nella serata di venerdì 14 aprile, nell'ambito della rassegna "Ecce Homo" - patrocinata dal comune di Olgiate Molgora e Provincia di Lecco - è avvenuta l'ostensione ufficiale della fedelissima copia che è stata gentilmente concessa temporaneamente della parrocchia di San Paolo di Monte Marenzo. 


 

"Il progetto Sindone vuole essere una provocazione - ha esordito il maestro Antonello Brivio, dell'associazione Eugenio Nobili, organizzatrice della rassegna - una riflessione e un'opportunità per soffermarci sull'importanza dei valori autentici che ruotano intorno alla persona, e perché no, sognare un 'nuovo umanesimo'". Il maestro ha sottolineato con gioia l'emozione di aver coordinato l'opportunità di avere la copia ufficiale della Sacra Sindone in paese. "Tutto nasce dall'incontro, mio e dello storico Massimo Cogliati, con il professor Massimo Tavola. Nella sindone ascoltiamo l'uomo del silenzio, del dolore, della passione, del perdono e soprattutto della rinascita". 



A condurre la serata è stata Fiammetta Brumana. Presenti in prima fila don Emanuele Colombo della parrocchia di Olgiate, don Carlo Motta di quella di Calco e naturalmente don Giancarlo Cereda, che si è detto gioioso di avere nella chiesa di San Zeno la copia della Sacra Sindone: "Grazie alla parrocchia di Monte Marenzo per la concessione e al maestro Brivio per il lavoro svolto".

Nao Mashio, Antonello Brivio e Salvatore Sgrò

 

Il maestro Antonello Brivio, il professor Massimo Tavola, don Emanuele Colombo, monsignor Giuseppe Scotti, don Giancarlo Cereda, il vicesindaco Matteo Fratangeli, l’assessore Ilaria Bonfanti e i maestri Nao Mashio e Salvatore Sgrò

Antonello Brivio

Don Giancarlo

Presente, insieme a loro, anche monsignor Giuseppe Scotti, Direttore dell'Ufficio dei Beni Culturali della Diocesi di Milano: "Non è importante se questo telo è quello che ha avvolto Gesù - ha detto - È importante vedere il volto dell'uomo che soffre. Bisogna avere gli occhi aperti, non solo sulla bellezza di ciò che ci circonda. La Sindone ci ricorda il profumo dell'uomo, e il fatto che nella società attuale c'è sempre qualcuno che soffre". Monsignor Scotti ha spiegato che l'uomo della Sindone dice che la comunità che lo contempla profuma la terra. 
Prima di lasciar spazio al professor Tavola, relatore della serata, sono intervenuti per un saluto anche il vicesindaco Matteo Fratangeli, presente insieme all'assessore Ilaria Bonfanti, e la presidente di Provincia Alessandra Hoffman. Entrambi si sono congratulati per la ricca rassegna organizzata e l'importante iniziativa proposta, che tanto valorizza il territorio.
Nella sua accurata spiegazione, il professor Tavola è partito spiegando come è stata realizzata la copia esposta, nonché l'ultima creata e risalente al 2018. "E'stata ricavata stampando una immagine scattata dal fotografo ufficiale della Sindone su del lino, un'operazione effettuata da un'azienda canadese specializzata in questo particolare tipo di lavori". Il professore, che insegna Religione dal 1986, ha quindi raccontato del suo desiderio di apprendere tutto ciò che sta dietro a questo misterioso telo e di come sia arrivato a chiedere che venisse effettuata questa copia, un iter piuttosto lungo e complesso. Il professore ha partecipato negli anni a diverse ostensioni della Sindone ufficiale. La prossima si terrà nel 2025.

Il vicesindaco Matteo Fratangeli

Monsignor Giuseppe Scotti

 

Il professor Massimo Tavola

"È davvero il tessuto che ha avvolto l'uomo che ha cambiato la storia?" ha domandato ai presenti, raccontando di come, secondo i testi sacri, questo telo acquistato da Giuseppe D'Arimatea venne utilizzato per avvolgere Gesù al momento della sua morte. Servendosi di un puntatore laser il professore ha quindi descritto tutti i particolari visibili, che portano i segni del tempo; dalle bruciature a seguito dell'incendio del 1532 nella cappella della cattedrale di Chambery, dove la Sindone era custodita, alle macchie di acqua versata per spegnere il fuoco, alle pieghe, fino ad arrivare alla sagoma frontale e dorsale dell'uomo che vi è stato avvolto. "Tutti i sinologi e scienziati sono arrivati a convenire nel fatto che la sagoma non è dipinta. È l'impronta di un uomo vero, che ha sofferto ed è morto" ha detto il professore, illustrando tutti i dettagli che corrispondono con quanto riportato dal Vangelo. Gli studiosi infatti avrebbero rivelato segni di un uomo flagellato, coronato di spine e percosso, proprio come, secondo i Testi Sacri, è accaduto a Gesù. "La Sindone è stata oggetto di studi multidisciplinari" ha concluso il docente, portando anche l'esempio dei campioni di polline raccolti dal tessuto, riconducibili alle aree di Gerusalemme, Edessa, Costantinopoli, Atene, Chambery e Torino: tutti i posti in cui la Sindone sarebbe stata. 

Nel corso della serata gli interventi degli ospiti sono stati intervallati da dei brani eseguiti dal maestro Salvatore Sgrò (organo) e Nao Mashio (tenore) del Teatro alla Scala di Milano. Gli artisti hanno interpretato due composizioni sacre del maestro Antonello Brivio - "Ave Maria" e "Ave Verum" - e un' invocazione di Angelo Bettinelli, che tanto hanno "elevato" il pubblico spiritualmente. 
E.Ma.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.