S. Maria, sull'orsa del Trentino. Il sindaco Brambilla: se una valanga travolge degli sciatori, la soluzione è radere al suolo la montagna?

Il Tar del Trentino ha accolto il ricorso della Lega Antivivisezione e ha sospeso l'abbattimento dell'orsa Jj4 decretata dal presidente della provincia di Trento a seguito dell'uccisione del runner nei boschi di Caldes.
Una vicenda che da una decina di giorni sta tenendo banco sulla cronaca nazionale con due fronti contrapposti: quello che chiedeva e ora difende l'operato delle istituzioni locali con la decisione di abbattere l'animale ritenuto aggressivo e pericoloso e quello che invece sostiene la tutela del plantigrado, che si trova nel suo habitat, e che propone tutt'alpiù il trasferimento altrove dell'animale.
Si tratta della prima uccisione di un uomo, avvenuta in Italia, da parte di un orso.


Il sindaco Brambilla con la moglie davanti al santuario di san Romedio protettore degli orsi in Sudtirol

 

Sulla questione, lontana da noi tranne che nel riportare alla morte l'uccisione di un corridore nei boschi di Valgreghentino da parte di un cervo avvenuta nel 2010 (CLICCA QUI), è intervenuto il sindaco di Santa Maria Efrem Brambilla.

Consapevole di poter risultare impopolare si è schierato a difesa dell'orsa proponendo questa sua riflessione.

"Se una valanga travolge degli sciatori, sarà con probabilità colpa della montagna. Soluzione: la si rade al suolo? Se un lago è in tempesta e butta giù tutte le imbarcazioni. Soluzionie: lo si prosciuga?

Se degli squali attaccano un surfista?

Non me ne importa niente se ciò che dico può risultare impopolare: no allo sterminio degli orsi".

S.V.
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