Montevecchia: la processione di Pasquetta con la Madonna portata a spalla. Don Fabio: ''passare dalla malizia alla verità''

Una giornata soleggiata ma fresca ha fatto da cornice alla tradizionale processione del lunedì dell'Angelo che si è svolta a Montevecchia. Sono state centinaia le persone che hanno preso parte al rito e quelle che hanno scelto il colle per una gita e si sono imbattute nella celebrazione sempre molto sentita e curata.

 

 


Dal santuario il corteo è partito aperto dalla croce e dai fedeli che hanno sceso pian piano i gradini della imponente scala santa. A seguire i chierichetti con i sacerdoti e poi l'effige della Vergine portata dai volontari con le mantelle bianche e azzurre che hanno percorso tutto il tragitto, coordinati al passo e che instancabili hanno ripetuto anche quest'anno questo rito sempre molto suggestivo.



Dalla piazzetta la processione si è snodata per i vicoletti del colle fino ad approdare al parcheggio più a nord, per poi ridiscendere e imboccare nuovamente l'accesso in fregio a villa Agnesi.

A ritroso anche la Vergine è stata portata su per la scalinata per poi imboccare l'anello della via Crucis e risalire fino al portico dove è stata collocata sul piedistallo, sino al termine della Messa quando il sacerdote è uscito sul sagrato e ha impartito la benedizione.

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"Dobbiamo essere persone nuove con la Pasqua di Gesù" ha detto don Fabio nel corso dell'omelia "la novità della comunità cristiana sta nel passare dal lievito vecchio della malizia e della perversità al lievito nuovo della sincerità e della verità. È un passaggio che sulle strade del nostro mondo è sempre difficile da fare perchè quando proviamo a vivere le nostre relazioni umane nell'amore e nella sincerità non è che le cose vanno sempre bene, spesso veniamo apostrofati come quelli che vogliono insegnare agli altri ciò che devono fare e rimaniamo così isolati. Dobbiamo passare da un atteggiamento che vede sempre qualcosa di non buono nell'altro, che teme sempre la minaccia ad uno che si manifesti con un sorriso sincero, una parola franca, un attenzione aperta al fratello".
S.V.
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