Parco del Curone: il contributo dei Comuni resta 1,10 €/ab. Niente programmi triennali

Il contributo dei Comuni soci al Parco di Montevecchia e della Valle del Curone resterà fissato a 1,10 euro per abitante per tutto il 2023. L’Ente Parco ha rinunciato al colpo di reni per finalizzare l’incremento in corso d’anno. Non sono state ravvisate le condizioni ideali per capitalizzare un risultato che sarebbe stato di buon senso: alzare la quota ad 1,5 euro per abitante per avere più respiro sulla parte corrente del bilancio con ulteriori 22 mila euro e permettersi così una migliore programmazione, in grado di intercettare un numero superiore di bandi per la tutela dell’ambiente. In media ogni Comune avrebbe dovuto versare circa 2 mila euro in più all’anno, soldi che in buona sostanza sarebbero ritornati sul territorio grazie ad interventi ambientali.


Il presidente del Parco Marco Molgora aveva tastato il terreno tra i sindaci già dal novembre 2022, riscontrando da alcuni di loro perplessità, per non dire resistenze, sull’aumento. L’incontro di persona si sarebbe dovuto tenere prima della Comunità del Parco del 6 marzo in cui si è approvato il bilancio di previsione ma, in assenza di una visione unanime, il bilancio è stato costruito mantenendo il contributo a 1,10 euro per abitante, come per altro determinato in un punto ad hoc.


Che si pensasse di intervenire in corso d’anno con una modifica del contributo era intuibile dal fatto che nella stessa serata del 6 marzo era prevista ad assemblea conclusa una riunione a porte chiuse informale. Incontro che però in quella stessa sera è stato rinviato a data da destinarsi, probabilmente perché non tutti i Comuni erano presenti. Dopo qualche settimana, qualche giorno fa è sembrata a qualcuno inaspettata la lettera che il Parco ha recapitato ai soci in cui si indica la ripartizione per singolo Comune, confermando in via definitiva il fattore 1,10 euro.


Erano state tuttavia espresse delle rassicurazioni sull’anno in corso, per via dell’aspettativa di incassare una buona dose di risorse (si ipotizzano 70 mila euro) dalle sanzioni paesaggistica verso dei privati che vogliono regolarizzare alcune difformità dai titoli edilizi. Il risvolto della medaglia però è che fintanto che non si avrà la certezza dell’incasso queste cifre non potranno essere imputate a bilancio. La programmazione non sarà di respiro triennale, come sarebbe auspicabile, non sarà nemmeno annuale. Si potrebbe dire che ci si limiterà ad una programmazione stagionale, a singhiozzi.


La linea impostata ora è quella di ragionare con calma durante tutto l’anno sull’estensione del contributo ordinario dei soci, per arrivare nel 2024 a deliberare l’incremento, fin da subito recepito nella definizione del bilancio previsionale.
M. P.
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