Paderno: una tesi sul Naviglio. E i complimenti dal ''cicerone''

E’ davvero consolante constatare come è vero il detto evangelico del buon seminatore che ha seminato del buon seme nel suo campo.

Questo e con orgoglio è il mio caso – cicerone leonardesco – lungo le rive del Naviglio tra Paderno d’Adda e Cornate d’Adda. Nel 2014 avevo incontrato alunne/i dell’ ISS Viganò di Merate in occasione di una visita in gruppo per l’ Expo 2015. Orbene, tra queste ragazze c’era anche la giovane Erika D’Adda di Porto d’Adda –Cornate che era stata incaricata dalla classe, di farmi un’intervista e portare poi in assemblea scolastica il risultato per un approfondimento. Passano gli anni e nella vita per entrambi ci sono stati un po' di cambiamenti. Il buon seme è rimasto come un tarlo nel cervello della fanciulla che crescendo negli studi si è iscritta alla Università degli Studi di Bergamo e nel frattempo a Fiorenzo è stata conferita l'importante onorificenza di cavaliere.



A Erika restò il dolce ricordo del percorso Leonardesco raccontato da Fiorenzo lungo le selvagge forre del fiume Adda che tanto colpirono il maestro fiorentino Leonardo da Vinci durante la sua permanenza a Vaprio d’Adda quando era ospite illustre della famiglia Melzi. Erika non dimenticò l’antico ricordo da fanciulla e andando ad approfondire gli studi sul Naviglio di Paderno incontrò per caso l’architetto Roberto Biscardini (amico di Fiorenzo) “ Presidente dell’Associazione Riaprire i Navigli di Milano” il quale le mise subito  a disposizione i carteggi della costruzione storica del manufatto e venne stimolata appunto dall’On.le Biscardini a puntare sulla tesi attualmente di alto interesse sociale e turistico, sulla conservazione e scorrimento dell’acqua lungo i fiumi e i canali per portare energia elettrica e l’ irrigazione alle campagne. Lo stesso Leonardo da Vinci raccomandava di tenere il più possibile a monte le acque con numerosi invasi e cateratte al fine di poter far scendere a valle, quanta acqua all’occorrenza serviva, per muovere i mulini,(ora le centrali elettriche) e rendere fertili le campagne agricole circostanti.




Conservare l’ACQUA e le sue STRADE (Fiumi) è il tema ricorrente ai nostri giorni. La mancanza di neve, lo scioglimento dei ghiacciai e lo sbricciolamento delle montagne, causate dalla erosione del vento e dell’inquinamento saranno lo scenario drammatico per le future generazioni. Senza acqua non c’è vita e futuro. L’acqua di falda non puo’ essere infinita ed occorre pensare ad altri rimedi (vedi dissalazione del mare o degli oceani…come pure la conservazione dell’acqua piovana per le bestie e per i campi…e per l’alimentazione umana. Lionardo richiamava la tecnica dei POZZI veneziani con un sistema di filtrazione e depurazione dell’acqua piovana ancora oggi assai valida ) Erika ha quindi puntato a fare una fotografia obiettiva e realistica dei problemi di questi nostri tempi tribolati per la pandemia, per le Guerre e per la tremenda Siccità che stravolge la funzione di questi corsi d’acqua che sono in uno stato di abbandono, mal tenuti e conservati ha titolato la sua tesi: STRADE D’ACQUA E PERCORSI DI (FATICOSA) VALORIZZAZIONE: IL NAVIGLIO DI PADERNO. Ha puntato su questo manufatto specifico del Naviglio di Paderno per far emergere la contemporaneità e le problematiche comuni ad altri manufatti. Siamo arrivati a marzo 2023. Abbiamo festeggiato l’arrivo della primavera e oggi altrettanti festeggiamenti, con stima e affetto le mie più sincere congratulazioni per la laurea alla DOTT.SSA ERIKA D’ADDA! (ha proprio il cognome giusto!).
Fiorenzo Mandelli
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