Merate: il pedagogista Novara parla della epidemia di disturbi neuropsichiatrici tra i bambini


Una vera e propria epidemia di disturbi neuropsichiatrici infantili con un'esplosione di bambini disgrafici, dislessici, disabili, con patologie dello spettro autistico e con problemi comportamentali, del sonno, dell'alimentazione e che hanno bisogno di continue certificazioni. Due mondi, quello della scuola da una parte e quello delle famiglie dall'altra, che si trovano intrappolati in una montagna di schede da compilare, percorsi da seguire, esperti da consultare senza riuscire probabilmente a offrire, in tempi rapidi, il vero aiuto di cui i destinatari della loro missione educativa hanno bisogno..

L'assessore Franca Maggioni, Maria Rosa Panzera e Daniele Novara

 


A relazionare sull'aumento di queste certificazioni diagnostiche nelle scuole e sulla "terapia di educazione" è stato il pedagogista dottor Daniele Novara invitato da "Dietro la lavagna" a parlare a un uditorio numeroso e variegato, fatto da docenti, genitori, educatori, semplici cittadini radunato nell'auditorium del comune di Merate. Dopo la presentazione del trittico di incontri, da parte della presidente Maria Rosa Panzera, e i saluti istituzionali dell'assessore al welfare e istruzione avvocato Franca Maggioni, la conferenza è entrata nel vivo. Il relatore, con l'aiuto di slides e dati, ha tratteggiato un quadro della situazione italiana che, ha detto scherzosamente, non riguarda chiaramente Merate dove in un decennio i bilanci dei comuni hanno visto schizzare alle stelle le spese per l'assistenza educativa scolastica e il supporto ai disabili conclamati (appunto da certificazioni), dove i disturbi dello spettro autistico in 3 anni sono aumentati del 67% sulla città di Milano e in un decennio sono passati da 1584 casi a 5464 in Emilia Romagna.

Su questa maniacale rincorsa alle certificazioni, alla catalogazione, alla "etichettatura" si è scagliato il relatore parlando di diagnosi di disabilità che "oggi sono fonte di guadagno. Sono un vero e proprio business". "C'è chi specula sulle etichette dei bambini" ha chiosato "invece bisogna lavorare sull'educazione, trattando i propri figli come esseri normali. E' necessario ristabilire le basi educative e avere attenzione verso i piccoli: il loro mondo è diverso dal nostro. Il lavoro sui basilari educativi permette di recuperare i bambini e i loro genitori".

Ci sono poi degli aspetti, ha proseguito, sui quali non bisogna transigere e invece concentrarsi. I genitori con i loro figli devono mantenere la giusta distanza educativa, devono uscire dalla fusionalità senza mettersi alla pari con loro. Tra mamma e papà ci deve essere coesione genitoriale con delle regole concordate e sempre un linguaggio al plurale "noi. Deve esserci una organizzazione educativa e una chiarezza delle regole che non generino fraintendimenti. Ci sono infatti dei segnali che fanno capire come qualcosa non stia andando nel verso giusto: la perdita del sonno del bambino e dell'apprendimento esperienziale in funzione di un accanimento tecnologico virtuale, la perdita di socialità e, dall'altro lato, un eccesso di emotività.

Un'ora e mezza di riflessione che per educatori e genitori in sala si è rivelata particolarmente importante, con concetti all'apparenza banali e semplici che sono stati invece sviscerati da un punto di vista pedagogico e finalizzati al miglioramento del rapporto con il minore, con un affiancamento ai suoi bisogni e necessità che possa rivelarsi proficuo.
S.V.
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