Risposta - mamme e figli in carcere

Ho letto quanto postato dal Sig. Lorenzo e pensavo, anzi speravo di non aver capito bene. Ho riletto l'articolo e devo ammettere che il sangue ha incominciato a ribollirmi nelle vene ( ed arterie ). Avrei voluto rispondere subito ma, fortunatamente, ho preferito lavare un paio di pentole rimaste sporche dalla cena di ieri sera, fare un buon pranzo e un piccolo riposino e solo adesso, nella speranza di aver ripreso un minimo di calma, mi accingo a dire la mia. Mi tornano in mente le parole che mia madre spesso mi diceva " Emilio molto meglio discutere con un cattivo invece che con un ignorante perchè l'intelligenza del cattivo prima o poi gli impedisce di andare oltre, con l'ignorante è tempo perso". Sagge parole mamma, peccato che tu non avessi finito la frase che doveva includere anche gli " infoiati di politica". Si caro il mio Sig. Lorenzo mi sto riferendo a lei. Tranquillo che è in buona compagnia e le cronache di questi tempi ce lo confermano. Ma, perchè anche questa volta c'è un " ma" anche in tempi non sospetti vi sono state fatte affermazioni che io reputo assurde. Mi riferisco all'intervista apparsa sul Corriere della Sera del 2019, quindi ante Schlein la nuova " Carola Rackete della sinistra italiana" a firma Giuseppe Guastalla che ha intervistato la Dottoressa Giovanna Di Rosa, presidente del Tribunale di sorveglianza in merito al fatto che le donne in stato di gravidanza non dovessero essere mandate in carcere .Mi permetto solo di obiettare su alcune sue affermazioni. Cit: Le condizioni di costrizione e limitazione del carcere non sono adeguate ad una donna che si trova in una condizione di fragilità e di delicatezza. Non deve essere reclusa per rispetto della sua persona e della persona che porta in grembo in quanto i vincoli, la coabitazione, i disagi fisici e morali in cella non sono adeguati. E infine perchè lo Stato non può farsi carico di gestire la sua situazione e prosegue Cit: Premesso che non è isolato il caso di donne, spesso nomadi, che cumulando tanti reati arrivano ad una quantità di pena lunghissima, il rispetto per la maternità non può e non deve venir meno. A questa Dottoressa mi piacerebbe tanto chiedere cosa ne pensa invece della vita che devono fin dalla nascita " subire" queste creature all'interno di campi rom. Non mi vorrà dire che per loro conoscere fin dalla nascita lo schifo più schifo che si trova nella stragrande maggioranza di questi campi, dove gli stessi " concepimenti" avvengono all'interno dei stessi campi ad opera di............................ padri, fratelli, zii, cugini ............ Ma perchè porsi troppe domande ( magari scomode ). Molto meglio concentrarsi su poche domande, ovviamente solo quelle che fanno comodo. Reputa quindi che vivere questa realtà per una donna possa essere meno grave di una vita carceraria, magari in modalità protetta all'interno di un Icam ? E per il nascituro ? Non aggiungo altro. Ma ora torniamo alle affermazioni fatte dal Sig. Lorenzo. Cit: Siamo quindi di fronte a una battaglia di bandiera in cui il centrodestra ci tiene a mostrare il lato severo - per non dire crudele-della legge, a uso del suo elettorato. Aggiungo : che problemi hanno gli elettori di destra con i più deboli ? Non hanno un altro modo di sfogare le proprie frustrazioni? Sig. Lorenzo mi dica che problemi mentali ha lei ? Perchè definire PIU' DEBOLI delle delinquenti incallite passa ogni limite di ragionevolezza. Passa ogni limite di umana comprensione. Passa ogni più bonaria possibilità di condivisione. Insomma è da " fuori di testa ". Concludo questo mio intervento con una domanda. Se delle incallite ladre lei le definisce persone deboli e quindi da proteggere come definirebbe chi per mantenere una famiglia non si esime dall'alzarsi alle 5 del mattino per andare a lavorare e magari tornare a casa a notte tarda quando i propri figli ormai sono già a dormire e poter passare con loro solo alcune ore, forse il sabato, sicuramente la domenica. Eroi della Patria ? COGLIONI ? o più semplicemente uomini/donne con una spina dorsale che avendo una dignità si sacrificano per loro e per la loro famiglia. Insomma veri uomini, vere donne. Attendo gradita risposta.
Emilio
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