Verderio: Silea, Nespresso, Seruso e Cial. In 6 anni 7 tonnellate di cialde recuperate

Sesto compleanno della partnership tra Silea, Seruso, Nespresso e Cial, che ha portato a creare il primo sistema collettivo per il recupero e il riciclaggio delle capsule di caffè e dell'alluminio piccolo e leggero direttamente nell'ambito della raccolta del multimateriale - il cosiddetto "sacco viola". Per l'occasione, nella mattinata di martedì 28 marzo presso l'impianto di Seruso a Verderio si è tenuta una conferenza stampa, durante la quale sono stati presentati alcuni dati relativi ai risultati di questo importante progetto.

 


Sono state oltre 280 le tonnellate di alluminio recuperato in sei anni, di cui 7 di sole capsule, raccolte in oltre 150 comuni delle province di Lecco, Como, Monza e Brianza, Milano e Lodi, raggiungendo circa un milione di cittadini. "Siamo stati pionieri in questo" ha commentato Pietro D'Alema, Direttore Generale di Silea, ricordando che il progetto è nato nel 2017 dalla collaborazione con Nespresso, il Consorzio Nazionale degli imballaggi in alluminio (Cial) e Seruso, partecipata di Silea.

Il Direttore Generale di Silea Pietro D’Alema, la Responsabile Sostenibilità di Nespresso
Silvia Totaro e il Direttore Generale di Cial Giuseppina Carnimeo



"Le capsule del caffè stanno prendendo sempre più piede e la loro raccolta deve essere semplice. Per questo motivo siamo arrivati a fare in modo di recuperare le cialde direttamente dallo stesso sacco viola in cui buttiamo anche altri rifiuti". Ma come è possibile il recupero delle capsule mischiate tra altri materiali? La risposta sta nell'impianto di Seruso, che è stato oggetto di un recente intervento di revamping. Cento nastri trasportatori che si sviluppano per 1,4 chilometri all'interno dell'azienda, insieme a quindici separatori ottici, riescono nell'impresa di dividere materiali tra venti diversi generi, e in particolare sedici diversi tipi di plastica. Il recupero dell'alluminio piccolo e leggero avviene anche con un sistema di vagli in grado di dividere il flusso di rifiuti in tre frazioni e costituito dalla tecnologia ECS (Eddy Current Separator) che sfruttando proprio il magnetismo raccoglie l'alluminio piccolo e leggero separandolo dai materiali non conduttivi come vetro, plastica, carta e legno. Una porzione di capsule in alluminio che rappresenta circa il 2,5% del materiale presente nel sottovaglio, ma anche blister, coperchi, chiusure in alluminio e materiali poliaccoppiati che, una volta separati vengono avviati al processo di riciclo.



"Questo sistema collettivo - ha raccontato Silvia Totaro, Responsabile Sostenibilità di Nespresso Italia - rappresenta per noi un progetto molto importante, in quanto tassello fondamentale del nostro percorso per incrementare il recupero e il riutilizzo delle capsule esauste in alluminio, ma anche per sostenere e contribuire alla raccolta di tutta la frazione dell'alluminio piccolo e leggero. In Nespresso infatti sosteniamo un modello di economia circolare in cui i materiali siano concepiti come risorsa anche nel loro fine vita. Oggi celebriamo il sesto anno di collaborazione con oltre 7 tonnellate di capsule di caffè trasformante da rifiuto a risorsa grazie al riciclo dell'alluminio. Siamo convinti dell'importanza di continuare a strutturare progetti e collaborazioni per il recupero delle capsule in alluminio e della frazione piccola e leggera di questo materiale infinitamente riciclabile, e continueremo a investire in Italia per ridurre l'impatto dei nostri prodotti e trasformare i materiali che li compongono in nuove risorse". 

Omar Sozzi, Direttore di Seruso


A questo progetto, Nespresso ne affianca anche un altro, chiamato "Da chicco a chicco" e dedicato specificatamente alle cialde, che consente di trasformare un chicco di caffè in un chicco di riso. I clienti Nespresso  possono riconsegnare le capsule esauste in alluminio nelle aree recycling presenti all'interno dei negozi o nelle isole ecologiche convenzionate. In questo percorso dedicato le capsule vengono trattate per dividere l'alluminio dal caffè, che viene poi trasformato in compost e utilizzato in una risaia italiana da cui Nespresso acquista il riso e lo dona a Banco Alimentare della Lombardia, del Lazio e del Piemonte, a beneficio dell'ambiente e della società. Questi sistemi hanno permesso negli ultimi 11 anni di recuperare oltre 8.000 tonnellate di capsule in tutta Italia.

 

"La raccolta differenziata degli imballaggi in alluminio in Italia, ha raggiunto in questi anni notevoli risultati, affermando il nostro Paese in una posizione di eccellenza nel panorama europeo - ha spiegato Giuseppina Carnimeo, Direttore Generale di Cial, - non soltanto per i dati di riciclo che, a oggi, si assestano ben oltre il 70%, ma anche per la capacità di un sistema capillare che consente di valorizzare ogni tipologia di imballaggio, dal rigido al flessibile, e quindi non soltanto lattine per bevande, scatolame, bombolette spray ma anche vaschette, fogli sottili, tubetti e accessori più piccoli come tappi e chiusure. Nell'ottica di un sempre maggiore impegno finalizzato al recupero di questo prezioso materiale, la collaborazione con Nespresso, Silea e Seruso, nel territorio lecchese, affinché in raccolta differenziata possano essere conferite anche le capsule del caffè in alluminio, rappresenta un ulteriore passo avanti verso il nostro principale obiettivo: Zero Discarica, 100% Recupero, obiettivo perseguibile anche e soprattutto grazie ai cittadini, primo anello della catena del riciclo".


Ogni giorno sono circa 40/50 i camion che giungono nel sito di Verderio per scaricare rifiuti, ha spiegato Omar Sozzi, Direttore di Seruso, durante la visita. "Con il nuovo impianto la raccolta dell'alluminio è migliorata almeno del 20/30%" ha detto. L'impianto è in grado di realizzare 2/3 balle di alluminio da una tonnellata l'una al giorno, il cui costo si aggira attorno ai 500 euro. 
E.Ma.
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