Cernusco: rivoltose, resistenti e guerriere le "Donne delinquenti" di Michela Zucca

"Esistono una cultura e una storia di genere, specificatamente femminili, che si sono sviluppate e conservate nei millenni, malgrado i tentativi di annullamento e di repressione, che meritano di essere conosciute e studiate" sono le parole di Michela Zucca, storica e antropologa, che sabato 18 marzo, in biblioteca a Cernusco, per l'ultimo di cinque incontri organizzati dal Comune in occasione della festa della donna, ha presentato il suo ultimo libro "Donne delinquenti. Storie di streghe, eretiche, ribelli, bandite, tarantolate", edito Tabor.




L'opera, disanima delle storie di queste donne a partire dal Medioevo fino a circa gli anni sessanta, è frutto di un lavoro minuzioso ed approfondito, nato con l'intento di ricostruire la storia delle matriarche, delle streghe e delle donne “contro”, – eretiche, bandite, ribelli, – simbolo di emancipazione e lotta ai repressori. L'autrice, per rappresentare al meglio queste figure, fa uso di numerose leggende, canzoni, tracce orali sedimentate nella sapienza collettiva, iconografia sacra e profana e racconti che ancora vagano ancora tra gli abitanti delle montagne italiane. L'autrice decide di scrivere un saggio storico slegandosi però dalla storiografia ufficiale, accusata, insieme al cristianesimo e all’implacabile lavoro dell’Inquisizione, di aver insabbiato certe figure scomode, eliminandone i documenti dagli archivi storici. Zucca attinge dunque alla storia, ma soprattutto all’antropologia, alla filologia, alla logica, all’arte popolare, con lo scopo di mostrare al pubblico un'umanità femminile inedita: quella che viveva fuori, nascosta tra le montagne, oppure quella che non si omologava al potere.




"In pochi sanno che sulle montagne le donne hanno mantenuto per secoli una forma di dominio, certo pagando l’obolo di solitudine e condizioni di vita durissime". L’autrice ci conduce attraverso questi luoghi impervi e talvolta magici, vette o foreste antiche, ma anche un mondo rurale ancestrale, territori dove anche nel rapporto col sacro la donna poteva contare su un prestigio notevole. Nella seconda parte del libro si approfondisce la rassegna di queste donne “contro”: dalle iconografie delle sibille in luoghi di culto cristiano, alle sacerdotesse dei Cimbi, fino alle streghe e alle figure mitiche che infestano i nostri boschi, senza dimenticare le brigantesse, talvolta divenute tali perché piegate dalla brutalità di un uomo. Fate, matriarche, sacerdotesse, druidesse, sibille, guaritrici e molte altre donne detentrici di sapere, che conoscevano l’arte tenace della resistenza, non temevano la solitudine e l’esclusione.




Al termine il pubblico, coinvolto ed appassionato dall'opera, ha posto numerose domande all'autrice, convincendo l'assessore Pietro Santoro a proporre un ulteriore incontro con Zucca come relatrice. Una piccola riflessione è stata infine fatta dalla vicesindaco Renata Valagussa, riguardo il dramma della repressione per stregoneria ancora in atto in Africa ed Asia, che ha poi ringraziato tutte le associazione partecipanti alla realizzazione del programma di appuntamenti per la festa della donna.
M.Pen.
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