Filiali banca: nel lecchese da 209 a 176. Sei comuni senza
Uscire di casa per effettuare una commissione in banca, un’azione che ha fatto parte della vita di tutti i giorni di milioni di italiani e che oggi si rivela non sempre scontata. Negli ultimi anni abbiamo assistito alla chiusura di molte realtà all’interno dei paesi, in particolare nei Comuni più piccoli e, fra le attività che inesorabilmente chiudono i battenti, anche gli sportelli bancari. È la triste realtà di moltissimi comuni italiani, circa il 40% del totale, che al 31.12.2022 risultano sprovvisti di una banca. Quattro milioni di persone che non possono aprire con conto corrente o prelevare al bancomat nel proprio comune di residenza. Se il fenomeno, ad oggi, è più marcato al sud, anche sul nostro territorio la progressione 2018-2021 dimostra chiaramente che la tendenza dei grossi gruppi bancari, che ad oggi controllano il 50% del mercato privato, è di chiudere gli sportelli bancari nei comuni più piccoli (e non solo) riducendo ossessivamente i costi di gestione. Su Lecco, negli anni tra il 2018 e il 2021, il numero degli sportelli bancari è calato da 209 a 176, con la chiusura di 33 sportelli. In ben 6 comuni lecchesi non è possibile recarsi in banca (Annone Brianza, Carenno, Morterone, Rogeno, Sirtori e Verderio) e in altri 18 resiste un solo sportello bancario e sono quindi a rischio di rimanere scoperti. Migliore la situazione in Provincia di Monza Brianza dove solo il Comune di Correzzana risulta sprovvisto di una banca e altri 6 hanno un solo sportello. Restano attivi sul territorio monzese 309 sportelli con un calo di 50 rispetto al 2018. Queste chiusure ovviamente si ripercuotono sulla situazione occupazionale con un calo degli occupati tra il 2020 e il 2021 del 13,66% in Provincia di Lecco. Anche in questo caso la situazione è meno grave a Monza dove il calo è limitato ad un 1,51%. Sono i dati che emergono dalle analisi dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria creato dalla FIRST CISL Nazionale, la categoria del sindacato dei lavoratori delle banche, delle assicurazioni, della finanza, della riscossione e delle authority. Dati che impattano fortemente sui territori e che hanno portato la Segretaria Generale della First CISL territoriale, Tiziana La Scala, ad organizzare - insieme alla CISL Monza Brianza Lecco e alla Categoria dei pensionati FNP CISL Monza Brianza Lecco – il convegno che si è tenuto a Garbagnate Monastero.
L’argomento è stato affrontato in una tavola rotonda moderata da Massimo Calvi, Vicedirettore della testata Avvenire, a cui hanno partecipato l’economista Alberto Berrini, i Sindaci di Lecco e Seregno - che hanno raccontato i disagi sociali ed economici che la mancanza di una banca “di prossimità” crea su un territorio - Giovanni De Santis del Banco Desio e della Brianza, il Presidente della BCC di Carate Brianza, Ruggero Redaelli, Vittorio Tonini, Segretario Generale aggiunto della Confartigianato Lecco e Piero Dell’Oca, consigliere API Lecco Sondrio. Presente alla tavola rotonda anche Giuseppe Saronni, Segretario Generale FNP CISL, categoria sindacale dei pensionati della CISL Monza Brianza Lecco, che ha ben rappresentato cosa significhi per un pensionato svolgere le pratiche di ogni giorno in un mondo sempre più digitalizzato “Immaginate un anziano che si reca in banca e, con molta cortesia, gli viene spiegato che dovrà attivare l’homebanking. Per far ciò dovrà avere obbligatoriamente uno smartphone e un indirizzo mail - già questo è un primo punto di difficoltà – e che terminata la procedura riceverà la seconda metà del codice via posta. Che al primo accesso dovrà cambiare le password…. e così via. Il problema evidentemente non è l’anziano renitente ad adeguarsi alla nuova realtà digitalizzata ma il servizio che, di fatto, non è più costruito in base ai suoi bisogni”. La Fnp CISL rappresenta 46.000 pensionati delle Province di Monza Brianza e Lecco, con il 40% degli iscritti over 75 anni. Da qui la proposta avanzata da Saronni perché “la diversificazione della digitalizzazione venga inserita come argomento nella piattaforma della contrattazione sociale” sollecitando tutti gli attori territoriali coinvolti - a partire dai Comuni che insieme al Sindacato sono i più vicini ai cittadini – ad impegnarsi affinché le procedure e i servizi vengano diversificati in base alle caratteristiche dell’utente che dovrà utilizzarli oltre che a mobilitarsi per mantenere aperti gli sportelli bancari territoriali, anche con un adeguamento degli orari di apertura alla effettiva necessità. Non facile la situazione anche per le imprese che, con la chiusura delle filiali, perdono un interlocutore diretto essenziale nei momenti più delicati della loro attività, ad esempio per la richiesta di credito da utilizzare per gli investimenti o per superare momenti di difficoltà. In controtendenza con i dati citati, nel mondo bancario, solo quelle banche che della prossimità con il territorio hanno fatto il loro valore fondante, come le Banche di Credito Cooperativo e il Banco Desio. Presenti alla tavola rotonda anche i loro rappresentanti che hanno sottolineato come, pur nella consapevolezza che la digitalizzazione è un fenomeno inarrestabile, i processi evolutivi possano e debbano includere progettualità orientate ad una crescita sostenibile. In chiusura della mattinata è intervenuto il Segretario Nazionale della FIRST CISL, Riccardo Colombani “Il fenomeno della digitalizzazione è inarrestabile ma dobbiamo opporci a chi la usa a fine speculativo. Bisogna superare l’idea che il cittadino conti come un prodotto. A questo scopo la digitalizzazione deve diventare un argomento negoziale tra sindacato, parti imprenditoriali e politica. In particolare con la politica di territorio, dove le distanze si accorciano e le risposte possono essere adeguate alle peculiarità demografiche ed economiche locali”.