Retesalute: in rapida crescita l’indice di copertura dei servizi di educativa e minori

La sede di Retesalute a Novate
Procede a ritmi serrati l'attività di reclutamento degli educatori da parte delle due cooperative che si sono aggiudicate l'assistenza educativa scolastica e l'assistenza domiciliare dei minori nei Comuni che afferiscono a Retesalute. Evidentemente la platea potenziale di personale è presente, nonostante il territorio storicamente fosse in buona parte presidiato dalle coop di Consolida. Entro Pasqua Retesalute confida di raggiungere gli stessi livelli di Consolida quanto a monte orario coperto.


Come noto il consorzio lecchese ha deciso di non partecipare alla gara e ha perso un'ottantina di educatori dei 168 che lavoravano appunto per Retesalute. Questi 80 educatori hanno optato per la clausola che consente di passare alle dipendenze dei nuovi aggiudicatari con un livello contrattuale non inferiore al precedente.


La delibera del CdA dell'azienda speciale meratese che ha approvato la graduatoria definitiva della gara è del 22 febbraio, a ridosso della fine dell'allora affidamento a Consolida, che scadeva formalmente il 28 dello scorso mese. Una concomitanza infelice, per altro ad anno scolastico in corso, ma che - per quanto sofferta - non poteva essere evitata. In queste settimane abbiamo cercato di spiegare le complesse ragioni di questa situazione [clicca QUI], di cui hanno patito e stanno patendo i ragazzi con disabilità e le loro famiglie.


Ma quello che è successo in queste settimane, stante le premesse, è stata l'inaspettata corsa in rimonta, che ad oggi lascia delle falle, è vero, però sottodimensionate rispetto ai più ottimistici pronostici degli addetti ai lavori e, soprattutto, rispetto alle prospettive immaginate dai detrattori.


I primi disagi sono stati avvertiti dal 1° marzo, quando alcuni educatori di Consolida hanno cominciato a non servire più questo territorio, avendo già firmato dei nuovi contratti per il Consorzio lecchese per lavorare altrove. A cavallo dei due mesi, la tensione è stata alta e, da quello abbiamo ricostruito da più fonti, pare che Retesalute abbia finanche avvertito Consolida di essere pronta a rivolgersi al Prefetto per metterlo a conoscenza dell'interruzione di un pubblico servizio.


Il periodo ottenuto di traghettamento è durato una dozzina di giorni, festivi inclusi. Dal 13 marzo Consolida ha abbandonato definitivamente Retesalute per questi servizi fondamentali e le due nuove cooperative, insieme a Retesalute e agli istituti scolastici, hanno potuto contare solo sulle forze delle proprie gambe. Nel frattempo i nuovi aggiudicatari si sono fatti conoscere, hanno avviato i colloqui per le assunzioni e hanno aperto i tavoli con i sindacati come da prassi.


Gli ultimi dati certi sono aggiornati a venerdì scorso, 17 marzo. L'educativa scolastica complessiva (quindi alla primaria e alle secondarie di primo e secondo grado) pesa 3.487,5 ore alla settimana. Ne restano scoperte 936, pari al 26,84%. Sulla carta Consolida non copriva il 5% (177 ore settimanali), ma alla prova dei fatti - tra assenze e altri motivi - rimaneva fuori il 30% delle ore.


Alle scuole superiori l'esigenza è calcolata su un monte orario di 820 ore. Al Consorzio Blu manca il 18,90%, quindi in valori assoluti 155 ore. Interessante notare che manca davvero poco per raggiungere lo stesso livello di Consolida, che lasciava scoperto sulla carta l'11,71%, cioè 96 ore settimanali. Il delta teorico è di appena 59 ore rispetto alla situazione pre-1° marzo.

Per gli alunni delle scuole elementari e medie la richiesta di assistenza è decisamente maggiore: 2.667,5 ore. La sfida è ben più difficoltosa perciò per la cooperativa Valdocco, che lascia fuori ancora 781 ore, non garantisce pertanto il 29,28%, quando a Consolida mancava - sempre sui dati teorici - il 3,04% (81 ore alla settimana).


Questi numeri non tengono conto dei tentativi extra che si stanno facendo per arginare le falle. Una quarantina di ore viene infatti offerta dal personale interno di Retesalute. Anche gli Istituti scolastici si sono rimboccati le maniche, con il contributo dei docenti che rivestono le mansioni di "funzioni strumentali". Un risultato non scontato, in quanto alcuni dirigenti scolastici avevano inizialmente posto delle pesanti obiezioni in termini di assunzione di responsabilità. Ci risulta che un ruolo di mediazione sia stato svolto dalla Provincia di Lecco, nella persona della presidente Alessandra Hofmann, che si sarebbe interfacciata con l'Ufficio Scolastico Territoriale di Lecco (ex Provveditorato) per superare alcune "resistenze" che certi presidi avevano manifestato.      


I numeri sono in continuo aggiornamento, tra venerdì e sabato si sono fatti colloqui di lavori con una quindicina di educatori. Nel corso di questa settimana ne dovrebbero entrare in servizio 5 di questi. Il loro coinvolgimento non risulta però ancora calcolato nei dati appena forniti.
M. P.
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