Merate: sharenting e sovraesposizione dei minori in rete a causa degli adulti
Ognuno di noi condivide, ogni giorno, 750 dati personali. Un numero immenso di informazioni che spesso vengono condivise con leggerezza o inconsapevolezza. Nell'era dei social è praticamente impossibile non pubblicare le foto delle nostre giornate, comprese quelle dei nostri figli. Ma conosciamo veramente i rischi di questa sovraesposizione?
Franca Maggioni, Pierantonio Merlini e Gianluigi Bonanomi
Per il secondo incontro della rassegna "Educazione digitale", promossa dal professor Pierantonio Merlini presso la scuola media inferiore di Merate, il giornalista ed esperto di digitale Gianluigi Bonanomi ha incontrato martedì sera i meratesi per approfondire il tema dello sharenting. All'incontro era presente anche l'assessore Franca Maggioni che ha ringraziato tutti i partecipanti. Per sharenting si intende la tendenza a condividere troppe informazioni e immagini dei propri figli sui social. Questo comportamento può avere conseguenze negative sulla privacy e sulla sicurezza dei bambini e dei ragazzi. Gianluigi Bonanomi ha esplorato le ragioni dietro a questa tendenza, i rischi e gli effetti a lungo termine e come i genitori possano trovare il giusto equilibrio tra la condivisione di momenti felici e la tutela dei propri figli online.
Ma perché gli adulti fanno sharenting? "I motivi sono molti - ha spiegato Bonanomi. - Innanzitutto, perché si condivide la cosa più bella che un genitore può mai avere. Inoltre, si condivide per narcisismo e insicurezza personale. Infine, alcuni cercano visibilità per poi monetizzare". Sono però numerosi i rischi che riguardano la pubblicazione online delle foto dei nostri figli. Il 50% delle foto pedopornografiche, infatti, vengono pubblicate sui social da genitori inconsapevoli: anche una foto apparentemente innocua può essere oggetto di perversione. Bonanomi ha vivamente sconsigliato di pubblicare foto. Se però la tentazione è davvero troppo forte, è opportuno scegliere con cura la giusta inquadratura così da non rendere riconoscibile il minore. "Questi i contenuti che non andrebbero mai pubblicate: il bagnetto, le foto di incidenti, i genitori che prendono in giro in figlio, foto di gruppo, le attività non sicure e i dati personali" - ha spiegato l'esperto.
Oltre al problema legato alla pornografia, quando pubblicano una foto, i genitori stanno creando già un'identità digitale per i loro figli, identità che sarà difficile da cancellare in seguito. Sono già numerose le storie di figli che chiedono ai genitori di cancellare le proprie foto dai social di mamma e papà. Spesso queste foto sono imbarazzanti per i figli - ormai cresciuti - e possono anche essere usate in maniera impropria. In molti casi di bullismo, infatti, le foto delle vittime sono direttamente scaricate dai profili dei genitori. E' necessario dunque una maggiore consapevolezza da parte dei genitori che, inconsapevolmente, mettono a rischio il benessere dei propri figli.
La rassegna, prevede ancora una serata - martedì 21 marzo alle 20.45 - che avrà per argomento principale l'intelligenza artificiale.
B.V.