Osnago: ampio confronto sull'identità di genere all'Arci. Spazio poi alle drag queen

Ha riscosso un ampio apprezzamento l'appuntamento "Questioni di genere" organizzato al circolo Arci La Lo.Co. di Osnago. Sabato 11 marzo diversi giovani, ma anche qualche adulto incuriosito dalla tematica affrontata, hanno raggiunto i locali della stazione ferroviaria in via Trieste. Ad organizzare l'evento è stato il collettivo Queer.brianza, che fa parte della Rete Brianza Pride. Ne fanno parte l'osnaghese Astrid Francesconi - che già aveva contribuito alla realizzazione del progetto "Muri sfasciati" [clicca QUI] e alla prima edizione di "Questioni di genere" [clicca QUI] - e Margherita Boffi, attivista e studentessa di Filosofia.

Astrid Francesconi e Margherita Boffi


Entrambe hanno introdotto la serata fornendo alcuni elementi conoscitivi sulla galassia "queer", l'ombrello sotto cui ricomprendere le numerose etichette LGBTQ+. È stato spiegato che il termine queer veniva inizialmente utilizzato come forma di insulto, ma il movimento se n'è poi appropriato rivendicando con orgoglio il proprio essere strani, eccentrici. È una parola che consente di essere il più inclusivi possibili.

Boffi ha spiegato il concetto di intersessualità, fenomeno che si manifesta in natura con la coesistenza nello stesso individuo di caratteri maschili o femminili, a livello genotipico e/o fenotipico. Spesso questi individui, che si stima corrispondano a circa il 2% della popolazione, eseguono delle operazioni di "correzione" per rientrare nel sistema binario. Ma tra questi due poli, ha osservato la studentessa di Filosofia, esiste uno spettro di differenze. Per questo il criterio per definire una persona dovrebbe essere l'identità di genere, ha ribadito Boffi.
Si è dunque passati a riflettere sul tema dell'orientamento, che non è solo sessuale. Esistono infatti diverse declinazioni, ad esempio quella romantica, che a sua volta si distingue in più ramificazioni che vanno dall'aromanticismo al panromanticismo. Ancor più dell'identità di genere, l'orientamento può mutare nel corso della vita e viene perciò definito fluido.

Ultimo tassello dell'introduzione ha riguardato le relazioni, per offrire degli spunti alternativi alla monogamia e al concetto di famiglia, mutato nel corso dei secoli da mero contratto sociale per unire le stirpi a legame romantico per una coppia innamorata.
È stato poi aperto un intenso dibattito su come rendere i luoghi più sicuri per chi riflette sensibilità e identità diverse da quelle convenzionalmente accettate dalla società. I partecipanti disposti in cerchio hanno riempito un cartellone con dei post-it indicando le cose che fanno stare male o bene e le cose che rendono gli spazi più sicuri. Ne è scaturito un ampio e trasversale dibattito, in cui sono emerse criticità, insofferenze personali, ma anche piccole conquiste già avvenute o per le quali battersi.

Nelle grandi aziende multinazionali esiste già un'attenzione sul tema. Esistono policy e codici etici, che però non sempre vengono applicati o accettati dai lavoratori. Servirebbe trovare una rispondenza nei processi assunzionali, nei percorsi di formazione aziendali, nel dress code, nella creazione di sportelli dedicati. C'è chi ha osservato che il primo luogo di presidio del transfemminismo dovrebbe essere la scuola, dove invece sono costanti gli episodi di marginalizzazione e bullismo. Allargando ulteriormente lo sguardo sono stati citati le condizioni contrattuali del congedo mestruale e l'applicazione del codice antiviolenza.

Si è infine su come comportarsi davanti ai soprusi, dunque non solo come prevenire ma anche come gestire le situazioni. Può ferire anche una "semplice" battuta. Il consiglio? Iniziare a non ridere, per poi passare ad esprimere il proprio dissenso fino ad argomentare il proprio pensiero.
Il dibattito è durato circa due ore ed è stato interrotto solo per passare alla cena cucinata dai volontari del circolo La Lo.Co. Infine lo spettacolo di drag queen. Mix Gender, Dislèxia e Myssandria hanno divertito dal palco gli spettatori accorsi per assistere allo show per abbattere in maniera dirompente e dissacrante, oltre le parole, qualche barriera ideologica.

L'iniziativa rientra nel programma di eventi "Live" del circolo Arci osnaghese, sostenuto dalla Fondazione comunitaria del Lecchese attraverso il Fondo Sostegno delle Arti dal vivo. Per questo cartellone composto da 10 proposte rivolte soprattutto agli Under 35 che si stanno sviluppando da febbraio ad aprile, l'associazione ha ricevuto 4.250 euro dal Fondo, che viene alimentato dalle società partecipate Lario Reti Holding e Acinque. Chiunque può però contribuire ulteriormente con una donazione (un bonifico alla Fondazione con causale "Prat. 384520223845 - La Lo.Co. Live").
M. P.
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