Parco Curone: proposta di incrementare il contributo di 40cent/abit. manca unanimità L'Ente costretto a togliere campi di lavoro

Il Parco di Montevecchia e della Valle del Curone ha presentato alla Comunità dei Comuni soci un bilancio dai tempi di magra. Non trovano copertura attività considerate essenziali e perciò sono state scartate dal budget del 2023 o sono stati estremamente ridotti i relativi stanziamenti. Complessivamente ci sono 50 mila euro in meno. La manutenzione generale vede una decurtazione di 38 mila euro. In particolare per la manutenzione dei sentieri risulta un taglio netto del 50%, passando da 19 mila a 10 mila euro. Idem per la cura dell'area intorno a Cascina Butto, sede del Parco, altra sottrazione di risorse del 50% (si parlava di 5 mila euro). Una stangata per gli interventi sul territorio panoramico e lo sfalcio delle aree di sosta, valevano 29 mila euro e sono stati completamente eliminati. Nemmeno i patrocini per le attività culturali, in particolare quelle teatrali, che storicamente trovavano un piccolo ristoro economico (2 mila euro in tutto), sono stati più previsti. Pure il servizio navetta è stato decapitato e non sarà dunque più proposto. Ma quello che colpisce di più nell'immaginario di chi ha a cuore la vita del Parco del Curone è l'eliminazione dei campi di lavoro, che nel periodo estivo vedevano avvicinarsi tanti volontari per conoscere i valori dell'ambiente da preservare. La proposta di volontariato costava al Parco 4 mila euro.

Il presidente del Parco Marco Molgora

 

Il direttore del Parco Michele Cereda

 

In tutto ciò, i Comuni soci non hanno trovato un accordo sull'aumento del contributo annuale fisso, invariato da tempi immemori a 1,10 euro per abitante. Da novembre l'Ente Parco ha sollecitato di incrementare questo contributo di pochi centesimi per abitante, passando a 1,5 euro. Si è registrata però la resistenza di qualche Comune non disposto a spendere qualche centinaia di euro all'anno in più per il Parco. In assenza dell'unanimità il presidente del Parco, Marco Molgora, ha preferito non mettere ai voti l'incremento di 40 centesimi.

"Alcuni Comuni hanno evidenziato che l'incremento da 1,10 a 1,50 euro per abitante corrisponde ad un aumento in percentuale del 30% e perciò eccessivo. Dovremo fare una riunione specifica con voi sindaci per definire questo aspetto politico. Per il momento abbiamo costruito il bilancio mantenendo il contributo a 1,10 euro" ha commentato il presidente Molgora durante la Comunità del Parco. Evidentemente certi Comuni sono bravi a sbandierare i valori dell'ecologia, ma poi quando si tratta di tirare fuori qualche soldo si tirano indietro. La riunione si sarebbe dovuta tenere a porte chiuse subito dopo l'assemblea regolarmente convocata, ma all'ultimo l'incontro riservato è stato spostato a data da destinarsi.

Paolo Belletti, Matteo Fratangeli, Gennaro Toto, Felice Rocca

 

La scarsità di risorse è in parte spiegata per gli aumenti del costo del personale, anche a seguito del recepimento del nuovo contratto collettivo, ma anche per l'incremento delle bollette delle sedi dell'Ente Parco. Ci sono poi delle minori entrate per 17 mila euro come introita della vendita del legname, che non sarà fatta nel 2023. Il direttore Michele Cereda ha inoltre evidenziato che sono finiti i finanziamenti dell'ambizioso progetto Interreg sui terrazzamenti e muretti a secco, che il Curone seguiva da capofila. Per la gestione del progetto venivano riconosciuti degli oneri al capocordata, che facevano così aumentare le voci in entrata, risorse che ormai non arriveranno più.

Cereda, in un implicito appello ai sindaci nel sostenere l'aumento del contributo al Parco, ha rammentato che l'Ente con sede a Cascina Butto è uno dei Parchi più poveri in Lombardia per una serie di peculiarità. Altri Parchi ad esempio sono partecipati da due o tre Province, con ciascuna di esse che alimenta le entrate. In altri Enti Parco ci sono invece più città di grandi dimensioni, che pure contribuiscono in base al numero di abitanti. In assenza di maggiori contributi dalla Regione, deve essere qualcun altro (ovvero i Comuni) ad aiutare il Parco. Attualmente riconoscono complessivamente 65 mila euro, che con l'aumento di 40 centesimi per abitante arriverebbero a circa 87 mila euro (+22 mila euro).

Ambra Biella, Bruno Crippa, Simone Comi, Massimo Panzeri

 

Per quest'anno in realtà la situazione potrebbe sbloccarsi grazie a delle presunte entrate straordinarie dalle sanzioni paesaggistiche. Si tratta per lo più di privati che vogliono regolarizzare delle pratiche edilizie al fine di eseguire dei lavori su immobili. Per farlo serve che lo stato di fatto corrisponda a quanto dichiarato nei documenti ufficiali, da qui la necessità di sanare anche a livello paesaggistico con il Parco. Secondo le stime gli Uffici del Parco sono fiduciosi di incamerare così 70 mila euro. Prevedere però che questa voce di entrata possa rimanere costante negli anni significherebbe "dopare" il sistema fittiziamente, è stato fatto notare dal presidente Molgora. Per dare maggiore respiro ai conti, serve incrementare le entrate certe, in modo da consentire di fare una programmazione di medio termine, che a sua volta apre le porte al Parco ai bandi e dunque a potenziali contributi esterni.

Ad esprimersi a favore dell'aumento del contributo ordinario da parte dei Comuni soci sono stati il vice sindaco di Olgiate Molgora Matteo Fratangeli e l'assessore de La Valletta Brianza Ambra Biella, che si è dimostrata peraltro scocciata perché non sia stata fatta una previsione di bilancio già con l'importo aumentato in modo da coprire le spese per i campi di lavoro ad esempio. Nessuno si è esposto pubblicamente contro, il sindaco di Merate ha assunto una posizione da moderatore, assicurando che una soluzione sarà trovata in corso d'anno e che una possibilità potrebbe essere un incremento graduale in più annualità della quota spettante ai Comuni.

M. P.
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