Olgiate: volontariato e servizio 4 testimonianze in consulta
Incontrare i bisogni del territorio e promuovere progetti che possano essere di aiuto non solo per la comunità ma anche per le associazioni stesse che soffrono del cronico problema della carenza di volontari e della mancanza di turn over.
A parlarne sono stati i membri della consulta del sociale che si è ritrovata nella serata di giovedì 2 marzo a Olgiate e che ha esteso l'invito a partecipare all'associazionismo locale.
Presenti anche l'assessore nonché vicepresidente del consiglio di rappresentanza Maurizio Maggioni e Cristina Brusadelli vicepresidente del distretto che hanno espresso il loro apprezzamento per il lavoro dei volontari, vero motore del Paese.
Da sinistra Kinzika Soldano, Silvia Palermo, Giorgio Munari (dietro in piedi), Carmen Cardone (dietro in piedi), Leonardo Panzeri, Greta Cogliati (presidente). Della consulta fa parte anche Lara Ghibello assente alla serata
A prendere la parola sono stati degli esponenti di alcune realtà particolarmente conosciute che hanno portato la loro esperienza.
Emanuele Ratti del CSV (centro servizi per il volontariato) che offre consulenza e supporto al terzo settore per le province di Monza Brianza, Lecco e Sondrio, ha spiegato come il Covid abbia modificato le abitudini delle associazioni e che ora va riscritta una nuova pagina dell'associazionismo post-pandemia. Tre i punti su cui focalizzarsi: il ricambio generazionale, i giovani che fanno fatica ad affiliarsi per lungo periodo a una reealtà e il lavoro di rete che è difficile ma imprescindibile. "Oggi la sfida è trovare un punto in comune e provare a collaborare restando soggetti con una propria identità" ha concluso.
La parola è passata poi a Giorgio Munari referente di Auser che con i suoi 35 volontari e 7 mezzi offre il servizio di trasporto per una ventina di disabili di Olgiate, Calco, Montevecchia e di anziani che devono fare cure o raggiungere centri di assistenza. Il covid è stato un "trauma" per la tutela dei volontari in servizio, ha spiegato, e ad oggi si fanno meno programmi, con uno sguardo più "alla giornata" basandosi sulle necessità avanzate dagli assistenti sociali. L'età della pensione che slitta in avanti e porta i potenziali volontari a spostare il proprio arruolamento, rende impossible per l'associazione fare progetti a lungo termine basandosi sulle risorse umane a disposizione (tutti uomini, una sola donna).
La parola è poi passata a Daniele Lorenzet, presidente dell'associazione Fabio Sassi, che ha ripercorso la storia del sodalizio dalla sua nascita, abbinato anche all'apertura dell'hospice "Il nespolo" di Airuno, in uno stabile donato dalla parrocchia e gestito da volontari, cui la regione corrisponde una quota per degente (non arrivando comunque a coprire l'effettivo costo, dato che non si lesinano cure, assistenza, servizi aggiuntivi rispetto agli standard previsti, ndr). 180 i soci volontari (prima del covid - periodo durante il quale l'hospice non ha mai chiuso - erano 230), 21 i dipendenti, 8 i consulenti.
A concludere le testimonianze Gerolamo Cagliani, braccio di Auser dal 2018. Già attivo in parrocchia, nella ritmica e nella Caritas, con la pensione ha deciso di cambiare e si è così dedicato anima e corpo al trasporto sociale. "E' impegnativo ma dal punto di vista umano è davvero gratificante".
A chiudere è stato l'assessore Maggioni che ha ricordato come l'educazione civica nelle scuole, un tempo insegnata, potrebbe tornare a essere un valido aiuto per stimolare i giovani e sensibilizzarli all'importanza dell'attenzione alla vita della comunità.
S.V.