Furto di farmaci al supermercato e di fiori dal cimitero: in Aula due vicende meratesi

Il vice procuratore onorario Mattia Mascaro aveva chiesto la condanna a quattro mesi di reclusione. Il giudice in ruolo monocratico Paolo Salvatore ha invece disposto un'ammenda nei confronti della quarantenne resasi protagonista lo scorso anno, di un furto presso il Conad di Merate.
Secondo quanto emerso la donna avrebbe infatti occultato alcuni medicinali di libera vendita prelevati dagli scaffali del pubblico esercizio. Una volta in cassa avrebbe esibito all'operatrice altra merce acquistata, ma non quegli articoli che evidentemente sperava di riuscire a portare all'esterno senza provvedere al pagamento degli stessi.
Il piano però, non è andato a buon fine. La sua condotta non è passata inosservata agli addetti alla vigilanza che l'hanno fermata e successivamente denunciata. Un'attività posta poi all'attenzione della Procura di Lecco, con l'apertura di un fascicolo a carico della donna, oggi comparsa in aula accanto al proprio legale. Quest'ultimo durante la sua arringa, ha chiesto la riqualificazione del reato in tentato furto, dal momento che gli articoli sottratti non sono mai effettivamente entrati nelle disponibilità dell'imputata, già nota al Tribunale per un'analoga vicenda (dalla quale era però uscita assolta) e affetta da cleptomania come emergerebbe da una relazione psichiatrica a cura di un professionista.
Ritenuta quest'oggi colpevole del reato ascrittole, è stata condannata ad una multa di poco superiore ai 2mila euro.

Il territorio meratese si è reso episodio finito al centro di un distinto fascicolo al vaglio quest'oggi del medesimo giudicante. Il dottor Salvatore ha infatti assolto (per particolare tenuità del fatto) una donna finita a processo per la sottrazione di un vaso di ciclamini posto su uno dei monumenti del cimitero. Parte civile nel procedimento...la sorella. E' stata infatti quest'ultima, dopo aver notato alcune sparizioni anomale di fiori dalla tomba della madre, ad avviare un'attività di indagine avvalendosi anche di un investigatore privato. Alla fine a finire davanti al giudice - all'esito degli accertamenti condotti - è stata la congiunta, che stamani ha reso spontanee dichiarazioni davanti al giudice, avvalendosi del rito abbreviato.
Le veniva contestato unicamente un episodio, per il quale è stata poi assolta per tenuità del fatto. Il dottor Salvatore ha però condannato l'imputata al pagamento delle spese processuali sostenute dalla sorella, con il danno patrimoniale cagionatole da quantificarsi in sede civile.

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