I morti che non fanno notizia
Poi ci sono morti sconosciuti ai quali nessuno fa caso, funerali fatti quasi di soppiatto, chiesa tanto grande e praticamente vuota, celebra il viceparroco, persone solo nelle prime due-tre file, tanto che viene la voglia di restare e assistere, per far sentire il morto meno solo e abbandonato, per diminuire l'avvilimento e la desolazione di quella cerimonia fatta quasi in sordina. Morti dalle vite sconosciute ma non per questo meno "vissute", godute, patite, sofferte. Nessuno li conosceva bene, nessuno sente il dovere di salutarli. Sono dei morti più morti degli altri. Hanno vissuto nell'ombra e nell'ombra sono morti, senza che nessuno, eccetto gli stretti parenti, li accompagnassero e li salutassero. Sono passati sulla terra in sordina, in seconda o terza fila, se ne vanno nell'indifferenza generale. C'è un'abbondanza nella vita - di doti, di avvenimenti, esperienze, traguardi raggiunti, soddisfazioni - e c'é una corrispondente abbondanza nella morte, che diventa un omaggio, un riconoscimento, un rito collettivo, un corale accompagnamento nell'ultimo viaggio.
Ma noi sappiamo che di fronte a Dio non ci sono morti di serie A e di serie B, hanno tutti lo stesso valore e lo stesso peso, come per una madre tutti i figli hanno la stessa importanza, non importa che uno abbia fatto una luminosa carriera e l'altro viva reietto ai margini della vita. C'è un luogo in cui tutte le anime hanno la stessa considerazione e dove anzi si dice che gli ultimi saranno i primi, forse per ricompensare le ingiustizie di questa terra.