Guerra russo-ucraina: occasione per cambiare logica!

L'opzione "pacifista" viene spesso sminuita, se non addirittura ridicolizzata, perché quantomeno utopica e quindi non concretamente percorribile.

Ma è veramente così? Veramente il ricorso alle armi è l'unico modo per difendere gli Ucraini come del resto qualunque Popolo invaso? Del resto molti sono stati i casi simili oltre a quelli tutt'ora presenti. Sono domande ineludibili per chiunque voglia seriamente porsi di fronte alla questione centrale di una giusta convivenza tra i Popoli ma anche con qualche implicazione nel "governo" delle relazioni umane riguardante la cosiddetta "gestione dei conflitti interpersonali". Cerco infatti di insegnare ai miei nipotini cos'è un 'escalation, visto che ne hanno sentito parlare in tv, descrivendo loro come si possa trasformare in crescendo uno spintone tra bambini in qualcosa di ben più grave e con addirittura effetti irreparabili. Possibile che quanto sia comprensibilmente giusto per i bambini non valga per gli adulti ed ancor più tra gli Stati? Certo la cruentissima invasione russa non si può ovviamente paragonare ad uno spintone ma le logiche di progressiva aggressività non sono simili se non addirittura identiche? E tutte coincidenti in una istintiva e pur condivisibile idea di giustizia difensiva applicata dall'aggredito che rischia però, se non gestita con razionalità, di degenerare in una serie di crescenti reciproche "offese" arrivando a vere e proprie incontrollabili conseguenze catastrofiche per tutti. Anche per evitare che ciò accada tra gli Stati è nato il Diritto Internazionale, e cioè un diritto che tuteli i più deboli dallo strapotere dei più forti. E' mai possibile quindi che nel terzo millennio nelle controversie tra Stati prevalga ancora non la forza del Diritto ma il "diritto" della Forza? Possibile che coloro che si ritengono depositari del maggior livello di Civiltà pratichino queste logiche che smentiscono nei fatti i valori che essi stessi sostengono debbano essere alla base della Convivenza umana? Se il valore primario alla base di ogni diritto è la tutela della vita umana come si può accettare che venga sacrificata in nome di qualsiasi altro pur condivisibile valore? Valori quest'ultimi peraltro viziati nel caso della guerra in Ucraina, come purtroppo anche per altre guerre, da una serie di fattori quantomeno discutibili che inficiano il sacrosanto diritto alla difesa:  

Perché il Diritto Internazionale all'integrità territoriale non vale per altre situazioni analoghe come l'aggressione anglo-americana all'Iraq nel 2003, la seconda guerra del Congo fra il 1998 e il 2003 che coinvolse ben otto stati africani (Repubblica Democratica del Congo, Angola, Zimbabwe, Ciad, Namibia, Ruanda, Burundi, Uganda), la guerra fra Russia e Georgia del 2008 per l'Ossezia del Sud, l'occupazione di varie regioni della Siria settentrionale da parte della Turchia (2016, 2018 e 2019), la guerra fra Azerbaigian e Armenia per il Nagorno Karabakh, appena due anni fa! Senza contare poi il conflitto Curdo-Turco e soprattutto la ormai sistematica occupazione dei territori palestinesi da parte di coloni israeliani, pur formalmente sanzionata in sede Onu?

Perché non si praticano, nei fatti, tutte le strade per innescare un cessate il fuoco che preluda a possibili trattative? A comprova basterebbe citare il No quasi preventivo degli Usa, della Nato e della Ue all'ipotesi del piano cinese, in contraddizione con le dichiarazioni apparentemente "aperturiste " di Zelensky.

Perché non si applica fino in fondo il tanto decantato diritto all'autodeterminazione dei Popoli lasciando alle genti del Donbass di scegliere autonomamente e pacificamente il proprio futuro?  Ovviamente con tutte le garanzie di un referendum supervisionato dall'Onu. Si parla tanto del doveroso rispetto della libertà di scelta e allora perché tale basilare principio non si applica in questi casi o in altri simili?

Perché in Italia non si rispetta la maggioranza dell'opinione pubblica che non vuole, dopo un anno di guerra,  continuare ad inviare armi sempre più micidiali ma invece pretende che ci si impegni realmente nel creare le condizioni quantomeno per un cessate il fuoco?

Perché in tal senso l'Europa e il cosiddetto "Occidente" vivono la contraddizione di sentirsi il "centro del mondo" e di rappresentarne le esigenze migliori mentre la gran parte del pianeta mantiene un atteggiamento di neutralità (se non quantomeno di diffidenza nei confronti dei  "padroni del mondo") rispetto alla Guerra in Ucraina?

Perché la miopia dell'escalation finge di non considerare l'enorme rischio di una guerra nucleare oltre quello di scavare tra presunti blocchi geopolitici solchi profondissimi (già ora) di centinaia di migliaia di morti? Solchi profondissimi quasi insanabili anche in futuro?

Perché la gran parte del "mondo mediatico" è prona alle posizioni dell'establishment bollando di "putinismo" coloro che hanno un punto di vista diverso? Ndr : colgo l'occasione per riportare la definizione di questo termine tanto abusato quanto poco conosciuto nel suo puntuale significato: Establishment = L'insieme dei detentori del potere economico e politico, e dei loro sostenitori, che in un paese vigilano sul mantenimento dell'ordine costituito e occupano un posto di rilievo nella vita sociale e culturale. Mi permetto quindi di riportare più sotto alcuni link di una documentata "informazione minoritaria" per coloro che volessero confrontarla con la "narrazione prevalente".

Mi fermo qui pensando di aver perlomeno esplicitato alcune buone ragioni per dissentire dalla linea  dall'attuale elite europea che sicuramente non è nel solco dei suoi Padri Fondatori. Quello che trovo indispensabile, vista la gravissima posta in gioco, è che, comunque la si pensi, ognuno sappia prendere una precisa posizione.

Personalmente sono per la non continuazione dell'inoltro di armi ai fini di una effettiva ed immediata azione di mediazione tra le varie entità coinvolte, a partire da una temporanea quanto ineludibile richiesta di cessazione del fuoco. Ecco perché ho considerato doveroso partecipare alla  grande manifestazione della Pace svoltasi a novembre a Roma come almeno a qualcuna delle centinaia di manifestazioni ed eventi ( eccone qui una molto significativa di Verona , tra le tante che già si sono svolte) : https://www.larena.it/territori/citta/piazza-bra-gremita-per-la-pace-tre-testimonianze-da-tre-popoli-in-guerra-1.9913976) che continueranno a svolgersi anche a livello locale. Come anche aderire convintamente all'appello del nostro Arcivescovo: https://embedrd.ircmi.it/node/305  

Visti anche i vari altri conflitti tutt'ora in atto tutto ciò rappresenterebbe anche una grande opportunità "dal basso" per contribuire a cambiare le "logiche" sottese e rompere uno schema che rischia ancora nel terzo millennio di legittimare un sistema guerrafondaio ed utilitaristico alimentato spesso da un nazionalismo esasperato e miope che sacrifica guarda caso sempre la povera gente!      





Germano Bosisio
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