Breve riflessione sulla Pandemia
Scrivo perché mi conceda una breve ma opportuna riflessione su un grave tema che ha afflitto e trasformato le nostre comunità locali in questi ultimi anni: la Pandemia "Covid-19" che, ancora oggi, non si può purtroppo considerare conclusa.
Questo accorato appello a non dimenticare, vuole essere uno stimolo di riflessione per tutti, perché l'umanità talvolta cancella rapidamente dalla memoria il vissuto sebbene quest'ultimo sia un trascorso recente. A questo proposito giova ricordare l'istituzione in Italia della "Giornata nazionale per le vittime del Covid-19", con Legge 18 Marzo 2021, n. 35, a firma del Presidente della Repubblica e che celebreremo nei prossimi giorni, per non dimenticare.
E' con la tristezza negli occhi che ricordo da Sindaco i mesi angoscianti, partendo dal Marzo 2020 e come le nostre comunità hanno vissuto quei giorni che sembravano non avere mai fine.
Il cielo grigio di inizio mese di Marzo, le strade e vie comunali deserte, dove serpeggiavano angoscia, paura, tra senso di impotenza e smarrimento dinnanzi a ciò che stava capitando. Il "Corona Virus" poi "Covid19", parole che non si erano mai udite prima e che suonavano spaventose. Noi Amministratori locali: Sindaci, Assessori e Consiglieri Comunali, insieme ai funzionari degli Uffici, non sapevamo cosa stesse accadendo e soprattutto non sapevamo cosa occorresse fare per dare al meglio assistenza ai nostri cittadini impauriti e smarriti (come noi). L'incertezza del domani sembrava essere padrona di quei momenti. Nonostante ciò i Comuni, i territori e tutti i cittadini hanno reagito: le Amministrazioni Comunali, i volontari, i medici, gli operatori sanitari, i funzionari delle ATS, i funzionari delle Prefetture, le forze dell'ordine, gli autotrasportatori che portavano i beni primari a destinazione, le farmacie, gli addetti vendita nei pochi negozi aperti, tra cui i supermercati locali, sono stati tutti in prima linea per combattere il funesto Virus che ha scosso e sconvolto il mondo. Ricordo con emozione le prime mascherine che giungevano in Comune dai Gruppi locali della Protezione Civile territoriale per essere poi distribuite ai nostri cittadini, con il conta gocce, perché erano merce rara all'inizio.
Ricordo con un poco di lacrime di malinconia quando si avvicinava il crepuscolo, scendendo il buio, guardavo alla finestra le vie deserte e mute della nostra Airuno, immaginando cosa stesse accadendo in cima alla collina, lo stesso silenzio tra le vie della nostra frazione di Aizurro. E dentro di me pensavo: "Cosa staranno facendo i nostri cittadini? Cosa penseranno di questa drammatica situazione? Si sentiranno al sicuro?". Era nostro compito di Amministratori esserci per loro, fornire anche quelle poche righe di aggiornamenti e informazioni sulle piattaforme social, tramite i canali istituzionali on line, tramite dei video che dessero alla popolazione un poco di conforto ed assistenza, in quei frangenti delicati e terribili (anche perché non si poteva circolare liberamente ed era difficile dare comunicazioni raggiungendo tutti i cittadini): sembrava tutto un sogno, aimè, era un'amara realtà. Regnava un silenzio spettrale, anche di morte purtroppo, perché giungevano in Comune, tramite i report di ATS, i primi dati dei nostri cittadini ammalati di Covid, in quarantena, e purtroppo qualcuno tra gli Airunesi che non ce l'aveva fatta nella battaglia contro la malattia.
Purtroppo la pandemia, anche se oggi se ne parla molto meno, non è ancora conclusa del tutto ma la cosa più importante e che scalda il cuore è che in quei mesi complessi del 2020-2021, ci siamo stati per i nostri cittadini; abbiamo dato assistenza, abbiamo prestato cura ai bisogni più urgenti specialmente per i più fragili ed anziani, siamo stati presenti come Amministrazione e abbiamo dato risposte alla popolazione, come era giusto che fosse. Nessuno di noi, e in primis come Sindaco, dimenticheremo mai cosa è accaduto in quei giorni, come si è vissuto presso di noi ad Airuno e soprattutto come ci si è sentiti impotenti nei confronti di quel nemico invisibile, che non ha risparmiato nessuno.
Sicuramente tutti questi ricordi li porterò sempre nel cuore: è stata molto dura ma ne è valsa la pena, perché il nostro compito è proprio questo: stare vicini alla nostra gente.