Merate: la partita vera è iniziata, sarà un anno senza esclusione di colpi
E vi assicuro - scusate la prima singolare - che mai ho assistito a una sciatteria di tal fatta dal settembre 1976 a oggi.
Si è persa la grammatica istituzionale, il senso del "luogo": solo Andrea Robbiani si alza quando prende la parola. Come i deputati, come i senatori, come i ministri, come il Presidente del Consiglio, come il Presidente della repubblica quando interviene al Plenum del CSM.
Alessandro Vanotti invece no, mezzo stravaccato sulla sedia esordisce con un "sarò rapidissimo", esattamente come chiunque non abbia nulla da dire e nemmeno lo sappia argomentare. Non si alza neppure Aldo Castelli, custode delle buone regole e lord per definizione. Convinto assertore che la forma è spesso sostanza.
Alle prime battute dell'ex assessore all'Ambiente, il Sindaco risponde: capisco che voglia far finire presto la legislatura . . .con ostilità straripante ma banale, come fosse in una bocciofila e dicesse agli avversari dai che tanto state perdendo.
A chi segnala il cordolo malfatto alla rotatoria di via Trieste che minaccia gomme e cerchi delle auto risponde che ci sono anche i muri, basta evitarli. Il sistema video inquadra facce depresse anche tra le fila della maggioranza, ma nessuno fiata. Solo un paio di spettatori seduti tra il pubblico cercano un sorriso.
Ringrazia tutti, Panzeri, per il premio ottenuto grazie all'ottimo lavoro fatto al parco di villa Confalonieri. Tutti, fuorché, l'autore dell'intervento: Andrea Robbiani, cui, con onestà intellettuale lodevole, provvedono Aldo Castelli e Roberto Perego a riconoscerne il merito.
Un segno evidente di debolezza estrema, compensato solo da un autoritarismo truce.
L'implacabilità di Robbiani, la sua ferocia dialettica crea un evidente disagio tra gli assessori. Giuseppe Procopio si concede risate col vicino Alfredo Casaletto ma la telecamera non perdona: ride forzatamente, Beppe, con imbarazzo, con l'amico da vent'anni che in campagna elettorale gli ha voltato le spalle. Lo ha tradito.
Fabio Tamandi è immobile sulla sedia che fu dell'ex sindaco leghista. Ha l'aria di uno che si domanda, ma chi cazzo me l'ha fatto fare di sedermi qui. Robbiani lo incalza: i pozzi a Cassina sono ancora da scavare, la regione ha negato il finanziamento per l'asportazione del sedime dal lago di Sartirana, da dieci mesi si attende il piano di pre-fattibilità (pre, stanziamento 5mila euro) per il risanamento di San Rocco che intanto è sempre più una vergogna per la città, il nuovo piano di gestione della riserva è ancora al "Pirellone" e tra breve scatterà il blocco all'entrata previsto dal precedente piano, tuttora in vigore. Il bilancio di gestione dell'assessorato a distanza di dieci mesi dal cambio di guardia è fallimentare. E lui Tamandi cosa risponde? Che cercava un finanziamento nel bilancio ma non c'era. E nessuno, neanche per umana comprensione, corre in suo aiuto.
Se la cava bene Franca Maggioni con il piano scuola che infatti incassa il voto unanime.
Il Documento Unico di programmazione invece viene bocciato dall'opposizione. Robbiani si astiene.
Angelo Panzeri delegato al trasporto (un ossimoro evidentemente) pur chiamato in causa dal collega di maggioranza, ora seduto in ultima fila accanto a lui, tace.
Paolo Centemero, ex capogruppo, si esprime attraverso svariate espressioni del viso (Cfr Lombroso) ma è evidente che si rallegra per non aver più l'ingrata carica, altrimenti dovrebbe vedersela con il consigliere alle sue spalle.
Il quale, sempre stando alle espressioni del viso, sembra riscuotere il consenso di Norma Maggioni.
Ai lettori l'invito a guardare sul canale youtube del comune gli ultimi 40 minuti del Consiglio comunale. Panzeri contro Robbiani, una Bianchina impantanata contro una 1750; ehm ehm a raffica contro un fuoco di sbarramento di un MP15.
D'accordo la dialettica non è tutto ma conta. Ed è tanto più efficace quanto costruita grazie a conoscenza e competenza. Di qui il divario sempre più ampio tra i due leghisti.
Quest'ultimo anno della consigliatura Panzeri si preannuncia denso di contenuti e vivace. Molto vivace. Lo scontro è iniziato.
Chi sta di qua e chi sta di là. Fuori dall'Aula e dentro la Giunta.