Risposta al sig. Emilio


Devo proprio ringraziare il "confondibile" (in quanto non meglio identificabile) sig. Emilio.
Per non allungare ulteriormente "il brodo" della questione in oggetto riporto più sotto i 2 link precedenti ma, come scrivevo, non posso non ringraziarlo per avermi facilitato con le sue argomentazioni il compito di fornire brevi e seppur necessariamente articolate risposte.
Infatti con quel suo " RISPOSTA. Caro Sig. Bosisio si chiama " libero mercato" ..." già da sé inquadra quella che, non solo per me, è una strutturale distorsione dell'attuale Sistema Sanitario Nazionale, e cioè quella di includerlo negli ambiti regolati dalle leggi di mercato ( che sia realmente "libero" sarebbe poi tutto da dimostrare ...).
Riandando alla sua radice di originaria valenza pubblica, ormai più che offuscata: come si può ridurre un Bene essenziale come la Salute a mera merce su cui fare profitti? Perché invece non si migliorano efficienza, efficacia e economicità mantenendole all'interno di funzioni pubbliche universalistiche qualificabili e misurabili non solo con criteri economici?
Nessuno nega la legittimità di fare sacrosanti profitti in ambiti commerciali ma esistono Beni Comuni Primari che sottendono diritti (e doveri) inalienabili essenziali per tutti che non possono o meglio non devono dipendere dalla capacità di spesa personale. Sono questi gli ambiti di tutela che danno senso all'esistenza stessa degli Stati, come di ogni altra aggregazione umana.
Sulla seconda sua risposta chiedo venia se ho commesso l'imperdonabile mancanza di non aver letto il suo precedente scritto ma deduco che pure lei non abbia letto alcuni miei precedenti scritti sullo stesso argomento. Contributi, come li chiamo io, redatti in tempi antesignani rispetto alla "moda" praticata da vari politici, guarda caso in periodi elettorali. Contributi (ne riporto sotto solo un paio - in particolare il terzo link- con il relativo rimando da cliccare "qui un interessante approfondimento" ) che denunciavano apertamente i limiti e le mancanze di scelte sanitarie, anche locali, attuate da decine d'anni da quasi tutti le forze politiche nel nome di solo presunte compatibilità economiche. Compatibilità economiche prese spesso a pretesto per coprire orientamenti ideologici neoliberisti votati alle "Privatizzazioni" che di fatto hanno eroso nel tempo l'originale visione relativa alla tutela e alla gestione dei Beni Comuni Primari quali l'aria, l'acqua, la sanità, l'ambiente, l'istruzione .....
Quindi non ci si può limitare ad esempio a costatare, come fa lei, la penuria attuale di medici e infermieri ma occorre far da subito scelte concrete propiziatorie al mantenimento e alla rivalorizzazione del personale pubblico a partire da adeguati riconoscimenti economici ma non solo.
Converrà che queste sono concrete ed ineludibili scelte politiche su cui misurare effettivi orientamenti.
Tutto questo e quant'altro le sembra attuato a partire anche dalle nostre riscontrabili aziende socio sanitarie territoriali? Non le sembra che si continui invece ad andare, con solo presunte scusanti varie, in un'altra direzione?
Guardi ad esempio quello che è successo, per stare agli aspetti locali, al Mandic e a Retesalute, ma non solo, pur sperando sempre che l'orientamento cambi.
In tal senso alcuni segnali sembrano esserci: quelli prodotti dalla concreta non rassegnazione, di più soggetti attivi, ad un "modello" anche culturale che mercifica, nei fatti e non nelle dichiarazioni, gli aspetti più vitali dell'esistenza. Una "cultura" i cui concreti effetti sono ormai sotto gli occhi di tutti.
Queste, nel rispetto di ogni altra opinione, sono alcune non solo mie considerazioni - tutt'altro che aprioristicamente schierate - che pongo alla sua attenzione in quello che lei giustamente definisce un civile e costruttivo confronto.
Sul terzo interrogativo relativo all'esistenza o meno di "premi di risultato" per i dirigenti legati alla riduzione dei "costi fissi" e non dei "costi variabili" rimaniamo in attesa, senza molte speranze, di cortesi risposte da parte degli interessati.

Germano Bosisio
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