Osnago: non c'è pace sulla mozione sulla pace, con urla tra Brivio e Bonanomi
Tanti gli argomenti discussi ad Osnago in Consiglio comunale. La prima questione è stata la sostituzione della consigliera di maggioranza Naglaa Tahoun che si è dimessa: “Mi sento di ringraziarla per il contributo dato non solo all’attività del Consiglio in senso stretto, ma alla vita amministrativa in questi anni. È stata una presenza discreta ma di valore. Lascia il Consiglio per motivazioni private e professionali” ha dichiarato il sindaco Paolo Brivio, che ha poi affermato come il primo dei non eletti di Progetto Osnago sia Claudio Colombo. Formalmente entrato in Consiglio, il primo cittadino ha però pre-annunciato che Colombo ha fatto sapere di rinunciare all’incarico. Il passaggio a questo punto toccherà a Davide Castellazzi.
A generare maggior dibattito è stata la mozione presentata dalla vice sindaca Maria Grazia Caglio, delegata alla Pace, e dal capogruppo di Progetto Osnago Federico Dusi. A un anno dallo scoppio della guerra in Ucraina, la richiesta avanzata è stata quella di ricorrere “a tutti gli strumenti diplomatici, anche quelli finora eventualmente non utilizzati, per far finire questa immane tragedia e ristabilire nei territori teatro di guerra il primato del diritto e condizioni di convivenza, libertà e sicurezza per tutti”.
Il capogruppo di maggioranza Federico Dusi
Caglio ha dato lettura della mozione intitolata “Con Papa Francesco per ottenere il cessate il fuoco”, che prende spunto dal testo prodotto dal Coordinamento nazionale Enti locali per la pace e i diritti umani per sottoporlo ai Comuni appunto. Al termine della lettura, la vice sindaca, che probabilmente ambisce ad indossare la fascia tricolore tra un anno, ha citato inoltre, in aula consiliare, la recita dell’Angelus del Papa dello scorso inizio ottobre: “In nome di Dio e in nome del senso di umanità che alberga in ogni cuore…”.
Il sindaco Paolo Brivio
Più laico l’intervento del sindaco Brivio, che ha spiegato il senso dell’iniziativa di Progetto Osnago. “Sarebbe facile ragionare intorno alla natura velleitaria di appelli come questi fatti da Osnago ai grandi della Terra – ha messo le mani avanti il primo cittadino – Ci sembra di dare espressione, pur sapendo di non poter cambiare le sorti della Storia, a un sentimento profondo anche della popolazione osnaghese rispetto a temi che non possono non inquietarci, senza distinzioni di appartenenze politiche, e che ci interpellano nel profondo”.
La mozione rilancia l’appello del pontefice affinché “si giunga subito al cessate-il-fuoco e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili”. Un approccio quindi sensibilmente differente da quello approvato a maggioranza nelle stesse ore dall’Assemblea generale della Nazioni Unite che chiedeva “la cessazione delle ostilità e il ritiro immediato, completo e incondizionato delle forze militari russe”.
Rispetto alla traccia originale del Coordinamento degli Enti locali, la mozione osnaghese parla espressamente di “attacco alla democrazia e alla legalità internazionale, la violazione sistematica dei diritti umani e del senso di umanità, innescati dall'aggressione all'Ucraina”. Nel documento esaminato a Osnago è stato inoltre rafforzato “il ruolo delle organizzazioni multilaterali come garanti della legalità internazionale” al fine di “ristabilire la sovranità ucraina sui territori occupati, a garantire l'autodeterminazione, la libertà e la sicurezza delle popolazioni ucraine e russe coinvolte nel conflitto”.
Le integrazioni, prodotte apposta per rendere la mozione di più larga condivisione, non hanno convinto a sufficienza il gruppo di minoranza, che alla fine si è astenuto. Alle premesse concilianti del sindaco, è seguito l’intervento di totale disappunto del consigliere Vittorio Bonanomi, che non ha apprezzato l’uso che si è fatto delle parole di Bergoglio: “Per quanto riguarda l’utilizzo che viene fatto delle parole del Papa, io penso che voi vi inserite nella tradizione della peggiore sinistra, che poi è quella che vi sta affondando”. Ha quindi argomentato con durezza: “Con il Papa siete bravissimi a tirargli un po’ la veste quando parla di pace o di accoglienza. Però quella veste gliela mollate un po’ quando dice che sull’immigrazione serva un’azione non italiana ma a livello europeo, e poi gliela mollate del tutto quando entra in tematiche come l’aborto, eutanasia, gender”. Ancora sul punto ha aggiunto: “È la solita mozione della sinistra in cui si fa un uso, non dico strumentale delle parole del Papa, ma un uso per recuperare quella visibilità che state inesorabilmente perdendo, probabilmente anche a livello locale”.
Entrando nel contenuto della mozione, Bonanomi ha sostenuto che nel testo non venga chiarita la distinzione tra aggredito ed aggressore. Su questo aspetto il capogruppo di Progetto Osnago Dusi ha replicato con l’esatto opposto, accusando dunque la minoranza di non aver letto la proposta da deliberare.
Per Bonanomi invece “dire che l’Ucraina debba accettare soluzioni di compromesso serie è improponibile. L’Ucraina è il Paese aggredito e chiede il ripristino della legalità internazionale. Se uno entra in casa vostra per occuparla, non penso che cerchiate una soluzione di compromesso dandogli un pezzo di casa”.
La vice sindaca Maria Grazia Caglio
Non ci ha visto più il sindaco Brivio che ha quindi gridato: “Ci penso io a sbatterla fuori se continua ad offendere gli altri consiglieri”. Attimi fuori controllo, con Bonanomi che ha risposto per le rime: “Sto parlando, la sbatto fuori io, non lei!”. Paolo Brivio ha avvertito Bonanomi con veemenza nuovamente: “Moderi le espressioni nei confronti degli altri consiglieri, moderi, maleducato!”.
Non curante, Bonanomi ha ripreso le fila del discorso, facendo un tuffo nel passato, ad una passata seduta di Consiglio comunale: “Il consigliere Dusi, con la solita arroganza che lo contraddistingue ha chiesto a noi, come gruppo di minoranza, se con una semplice interpellanza pensavamo di far ripartire i lavori in via delle Marasche. Allora io gli chiedo se lui con una mozioncina fatta con il copia-incolla pensa di risolvere un conflitto internazionale”.
Il consigliere di minoranza Vittorio Bonanomi
Senza perdere le staffe, il capogruppo Dusi, ha preso la parola, premettendo che si sarebbe trattato di un intervento dal carattere anche personale, come consigliere, come ruolo all’interno di un partito (il PD, ndr), come cittadino europeo. Ha poi ricordato di essere uno studioso di Diritto internazionale e prossimo alla Laurea magistrale in Relazioni internazionali. Ha quindi spiegato: “La paura non può finire con l’orgoglio nazionale, quello visto in Germania con i fanatici neonazisti scendere in piazza a favore di Putin, che è vergognoso. Non può finire nemmeno come resa per paura a livello puro”. Si è dunque dissociato dal pensiero attribuito al suo gruppo dal consigliere Bonanomi: “Affermo l’importanza del diritto internazionale a partire dalla Carta delle Nazioni Unite dove viene sancita l’importanza dell’autodeterminazione dei popoli e l’importanza dei confini, come scritto nella mozione che tutti quanti potevamo leggere ma qualcuno non l’ha fatto e me ne dispiaccio”. Ha quindi puntualizzato ulteriormente: “Riconosciamo che c’è un Paese invaso, che c’è un aggressore e un aggredito. La capacità di reagire ad un Paese aggressore e alla sua minaccia è fondamentale del diritto di pace. Il punto di caduta non potrà essere fuori dal diritto internazionale perché è quello garantisce una pace contingente, ma anche per il futuro”.
Poi in risposta alla polemica più personale, il consigliere Dusi ha replicato: “Mi spiace sporcare il mio intervento, sull’interpellanza della minoranza ribadivo che il Comune lavora anche senza aspettare le loro interpellanze, non dicevo che la minoranza non ha un ruolo o non ha la capacità di fare le interpellanze o che non servano in generale le interpellanze”. Dusi è poi tornato su quanto sia importante l’apertura di dialoghi di pace “per arrivare ad un’unione tra i due Paese che sia finalmente equa e giusta a tutela di un Paese invaso e a condanna di un Paese invasore”.
Il gruppo di minoranza
Bonanomi non si è più dilungato. Con un inciso si è limitato a commentare: “Servono i fatti, non le parole. Ed è quello che sta facendo il nostro Paese”. Il sindaco invece ha tentato invano di arrivare a un voto unanime della mozione, citando il filosofo tedesco Jürgen Habermas che di recente ha preso posizione sul ruolo che le nazioni debbano avere in questa fase, partendo dall’assunto che l’Ucraina non possa perdere la guerra. Il pensatore tedesco ha sottolineato il carattere preventivo dei negoziati che dovrebbero essere condotti in tempo utile a impedire che ci siano ancora più vittime e distruzione. Dunque il dilemma se non si trovasse un accordo di pace: “o entrare attivamente in guerra o, per non scatenare la prima guerra mondiale tra potenze dotate di armi nucleari, lasciare l’Ucraina al suo destino”.
Il capogruppo di minoranza Marco Riva ha annunciato l’astensione di Orgoglio Osnago, pur dichiarandosi favorevole all’appello del Papa e a che la guerra finisca il prima possibile.
M.P.