Comodamente sedute/80: cambiare il punto di vista per vedere sotto una luce nuova

PUNTI DI VISTA

Ho appena terminato di leggere un libro autobiografico che mi è piaciuto moltissimo dal titolo NON CI AVRETE MAI (grazie Irene! )

che narra la storia di una giovane donna di origini marocchine, Chaimaa Fatihi, vissuta in Marocco fino all'età di sei anni e poi trasferitasi in Italia con la sua famiglia dove ha ottenuto dopo diversi anni la cittadinanza italiana.

All'indomani della strage al Bataclan di Parigi, avvenuta il 13 novembre del 2015,  Chaimaa aveva scritto una lettera aperta ai terroristi responsabili nella quale esprimeva sentimenti di sdegno, dichiarando apertamente di non avere paura di loro e di ripudiare i loro gesti criminali.

"Vi scrivo perché possiate comprendere che non ci avrete mai, che non farete dell'Islam ciò che non è".

Chaimaa è diventata una ragazza italiana di seconda generazione.
Vengono definiti così i ragazzi nati in Italia o arrivati qui da piccoli, con almeno un genitore immigrato.
In Italia ce ne sono oltre un milione, ragazzi che si sentono italiani, ma che non vogliono dimenticare le loro origini.
Frequentano le scuole dei nostri figli e dei nostri nipoti, hanno i loro stessi sogni, le stesse speranze, le medesime aspettative, eppure quando li guardiamo, facciamo ancora troppa fatica a vederli per quello che sono: ragazzi.
Basta il colore della pelle, il taglio degli occhi, l'accento strano e non riusciamo a trattenere il pregiudizio.

Giovanna Fumagalli Biollo
Da qualche settimana qui a Olgiate Molgora dove risiedo è partito un progetto di cui come Consigliere comunale vado molto fiera, si tratta di un doposcuola per bambini che hanno bisogno di sostegno nello svolgimento dei compiti che vengono loro assegnati, perché a casa non hanno nessuno che possa aiutarli.
Si fermano una volta alla settimana dopo la scuola, fanno merenda e poi vengono presi in carico da ragazzi volontari che frequentano le scuole superiori e che hanno aderito a questo servizio per accumulare ore di PCTO  (Percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento).
La maggior parte di questi bambini è di nazionalità straniera, alcuni sono arrivati da poco in Italia e hanno difficoltà linguistiche, altri invece parlano discretamente italiano, ma nello svolgimento dei compiti fanno ancora un po' fatica.
Io mi sorprendo a guardarli e mi innamoro del loro entusiasmo, della loro voglia di imparare, della tenacia con cui si impegnano per raggiungere un risultato.
In quell'aula dove si mescolano lingue e colori, sorrido al pensiero che tra loro potrebbe esserci un futuro Presidente del Consiglio, o l'insegnante dei miei nipoti, o il medico che mi assisterà nella vecchiaia.
Perché il loro incredibile desiderio di integrarsi li condurrà esattamente dove sognano di arrivare, perché lotteranno fino a quando le differenze, diventeranno risorsa e non ostacolo.
Ma tutto questo potrà accadere a patto che ciascuno di noi si impegni a cambiare il punto di vista con il quale li guarda ora.
Perché se è vero che non possiamo cambiare lo stato delle cose, possiamo almeno provare a guardarle diversamente.
Cambiare il punto di vista permette di allargare i nostri orizzonti e di vedere le situazioni sotto una nuova luce che prima non avevamo mai considerato, significa pensare e risolvere una situazione, un problema, tenendo in considerazione altre possibilità, uscendo dai nostri limiti mentali.

"E' proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un'altra prospettiva. Anche se può sembrarvi sciocco o assurdo, ci dovete provare".
Robin Williams "L'attimo fuggente"

Certo non è affatto semplice, perché ci costringe a uscire dalla nostra confort zone dentro la quale abbiamo infilato tutti i principi che regolano la nostra vita.

 

Ma guardare le situazioni con occhi diversi ci aiuta a dare un significato diverso alle scelte e agli atteggiamenti delle persone, ci insegna la tolleranza, ci fa sperimentare la comprensione.


"Il vero viaggio di scoperta non consiste nel trovare nuovi territori, ma nel possedere altri occhi, vedere l'universo attraverso gli occhi di un altro, di centinaia d'altri: di osservare il centinaio di universi che ciascuno di loro osserva, che ciascuno di loro è" Marcel Proust

 

Siamo abituati a vedere le cose per come sono.
In realtà quella stessa situazione guardata con occhi diversi, può raccontarci una storia nuova, che potremmo anche preferire a quella antica.
Un piatto che a noi pare cucinato male che raccoglie complimenti da nostro marito.
Un'adolescente che si guarda allo specchio e si vede brutta, ma vista con lo sguardo di sua madre, diventa bellissima.
Persino una giornata di pioggia può essere un dono del cielo, dopo mesi di siccità.
Rimanere ancorati a ciò pensiamo credendo che sia la sola e unica via da percorrere, ci rende rigidi e incredibilmente soli.
Prima di salutarvi vi propongo un giochino divertente

Guardate questa immagine e ditemi: vedete il vaso oppure i due profili?

Riuscirete a vedere entrambe le cose, se la guarderete da diversi punti di vista.

 

 

Questa invece è un po' più complessa.

 

 

Si tratta di trovare il gatto nascosto in questa immagine.

Non vi svelo dove si trova, ma vi lascio un piccolo aiuto dicendovi che quello che dovete cercare è una sagoma di un gatto.

Cambiate punto di vista e vedrete che apparirà magicamente davanti ai vostri occhi..

Naturalmente aspetto i vostri commenti e vi auguro una buona domenica, buona secondo il vostro punto di vista naturalmente.

E come sempre se questo articolo vi è piaciuto, potete sempre fare un salto nel mio blog www.comodamentesedute.com per leggerne altri.

Rubrica a cura di Giovanna Fumagalli Biollo
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