Il mastrogiardiniere/45: come coltivare le fragole e risposta sul kaco selvatico
Antonio Roda
Se avete domande, dubbi, curiosità, criticità del vostro verde da sottoporre al "mastro" inviatele pure a redazione@merateonline.it oppure scrivete al numero 340.957.40.11 corredando il vostro scritto possibilmente di fotografie.
Buongiorno, oggi parliamo della FRAGOLA.
Nome botanico: Fragaria x ananassa (ibrido tra F. virginiana e F. chiloensis)
Fragaria vesca
Famiglia: Rosacee
Tipo di pianta: erbacea perenne
Epoca di maturazione: da maggio a settembre.
Il nome fragola deriva dal latino "fragrant", cioè fragrante, per lavsensazione gustativa che ci ricorda il frutto. La fragola, per la suavadattabilità, è diffusa in tutta Italia, dal livello del mare fino ad altitudinivsuperiori ai 1000 metri s.l.m.Si tratta di una pianta erbacea perenne che si propaga per stoloni ed èvcaratterizzata dalla presenza di un breve fusto, per lo più interrato (rizoma), su cui sono inserite foglie e infiorescenze.
PREPARAZIONE DEL TERRENO CON LA CONCIMAZIONE DI FONDO
La fragola necessita di terreni freschi, sciolti, fertili, senza ristagni idrici con reazione sub-acida-acida (pH 6,5-5,5).Una buona base di sostanza organica, ammendante ( letame maturo o compost ) miscelata al terreno alla preparazione, distribuendo una carriola; circa 60 litri di ammendante maturo per metro quadrato. Questa preparazione favorisce la crescita longeva e una buona produzione.
Lo scopo della concimazione di fondo è quello di elevare lo stato e la durata nel tempo della fertilità organica e chimica del terreno apportando considerevoli quantitativi degli elementi nutritivi carenti, in modo da elevare la dotazione a livelli medio alti nello strato prevalentemente esplorato dalle radici, in media i primi 25 /30 cm .
PILLOLE
PIANTUMAZIONE
Sebbene sia più difficile reperire le giovani piante di fragola, l'ideale sarebbe preparare l'impianto a settembre/ottobre, per favorire una buona radicazione delle giovani piantine, che all'arrivo della primavera possano dare, ben radicate, il meglio della loro produzione.
La scelta e la preparazione del terreno sono momenti importanti nella realizzazione degli impianti; da ciò, infatti, dipende il buon esito della coltura.
L'impianto viene realizzato su aiuole rialzate chiamate prode ed ottenute mediante baulatura alta 25-30 cm, la baulatura favorisce lo sgrondo delle acque, le piante e i frutti stessi rimangono con la superficie tendenzialmente più asciutta sfavorendo la proliferazione di malattie fungine.
PACCIAMATURA
Prima di effettuare il trapianto si copre le aiuole con un telo pacciamante in film plastico, comunemente in polietilene nero. In caso di impianti estivi con luminosità elevata il polietilene deve avere colore bianco così da riflettere il calore solare.
Pacciamatura di paglia tra i filari per impedire la crescita delle infestanti .
TEMPERATURA E CLIMA
Le temperature medie ottimali sono comprese tra i 20 e i 25 °C; valori estremi sia estivi che invernali possono essere critici. Le coltivazioni sono soprattutto sensibili alle gelate primaverili che causano necrosi dei fiori e conseguenti deformazioni dei frutti. Dannosa è la pioggia prolungata nel periodo compreso tra la fioritura e la maturazione, per problemi di sanità del prodotto che viene infettato da patogeni fungini. In questi ambienti è opportuno proteggere il fragoleto con tunnel in plastica e ombreggianti in coperture per limitare l'effetto del caldo estivo.IRRIGAZIONE
I sistemi più efficaci richiedono l'uso di ali gocciolanti (gocciolatori in linee) con distanze variabili in funzione del tipo di coltura e delle condizioni morfologiche del terreno. Ovviamente il sistema consente di ottenere un buon risparmio idrico in quanto rispetto a un normale sistema, aspersione o pioggia, che prevede l'erogazione di acqua simulando una pioggia grazie all'uso di idonei apparecchi ( con innaffiatoio o canna ), l'ala gocciolante non comporta perdite per evaporazione, le foglie e i frutti rimangono sempre asciutti e sono meno soggetti a malattie fungine.RISPONDO A CHI VORREBBE INNESTARE IL KACO SELVATICO
Buon giorno, una domanda per mastro giardiniere: abbiamo una piccola pianta di kaki ; ci siamo accorti che è morto l'innesto kaki ed è vissuto il porta innesto(una pianta di falso loto -pianta di sant'Andrea) che è cresciuto e ha fatto anche i frutti; è possibile reinnestarla o è troppo grande? può metterci in contatto con un giardiniere che sa fare l'innesto? Grazie !
Carissimo/a lettore, il tuo kako selvatico che è cresciuto dopo la morte della varietà, la quale doveva produrre i kaki, si possa presumere, dalla tua spiegazione, che il portinnesto ha circa 3 / 4 anni e quindi sufficientemente maturo per riuscire a produrre i classici piccoli frutti . Sarebbe stato interessante vedere la foto per capire se la nuova pianta è cresciuta vigorosa, e quindi, con uno stato della pelle e del fusto turgido, liscio con aspetto di un ramo giovane, oppure cresciuta più lentamente con difficoltà, con pelle rugosa quasi invecchiata . Perché se il fusto è bello fresco, si potrebbe benissimo fare l'innesto a corona su un ramo che ha un diametro di 5 /6 centimetri massimo , o sui rami più piccoli, come una penna, innestando a spacco inglese. Se vi interessa io ho gli strumenti per poter fare l'innesto, valutando insieme se tutto è fattibile. Mettiamoci in contatto tramite la redazione grazie, aspetto vostre notizie.Alla prossima
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