Educativa Scolastica: da tempo aspettavo che emergesse questa situazione, ma Retesalute non ci ha mai informato
Sono la nonna di un bambino seguito dal servizio di educativa scolastica, e da tempo aspettavo che emergesse questa situazione. Da Retesalute infatti nessuno ci ha mai informato. Solo chiacchierando con l’educatore che da tempo ci segue ho capito le problematiche e mi sono fatta una precisa opinione, che cerco di dare ora.
Ho saputo di un bando uscito in pieno agosto, sapevo della lunga attesa per ricevere i pagamenti da parte di una Retesalute in crisi, che di conseguenza ha messo in crisi le cooperative che seguono di fatto il servizio, non trattandosi di briciole.
Ho saputo che nonostante questa cooperazione, sì uso questa parola, è uscito un bando che “non considera noi educatori, pagandoci a minutaggio, a “cottimo” non per il progetto che seguiamo. Lo sa signora che se suo nipote è malato e lei avvisa, giustamente, la scuola alla mattina, io mi reco a scuola e mi dicono “oggi non abbiamo bisogno di te” e non mi pagano”. Prendere in considerazione i bambini e le famiglie, vuol dire considerare anche i diritti degli educatori che tutti giorni ci sostengono, non solo i conti.
So anche che molti sono gli educatori in questi anni che stanno cambiando lavoro, scegliendo la MAD, così da non farsi chilometri tutti i giorni e guadagnare magari di più. Perché sì, oggi per fare l’educatore bisogna avere una laurea, corretto avere una giusta formazione (anche se magari qualcuno aveva anni e anni di esperienza), ma per insegnare a tutti i nostri figli, anche no.
Non so, come dice l’articolo, se è messa in discussione l’esistenza di Retesalute, anche se so che a Lecco funziona diversamente, ma sicuramente mi porrei la domanda su chi la gestisce e l’amministra, su come considera le persone che forniscono il servizio, oggi a quanto pare solo “fornitori” come chi fa le potature, o se il suo obiettivo primario è quello di sanare i conti, ma a scapito di chi?
Si potrebbe rispondere, ma il bando non è andato vuoto, certo immagino che non lavorare sul territorio, non conoscere le problematiche esistenti e aver vissuto queste problematiche, oltre magari ad assumere persone solo per il periodo di durata del contratto, quindi senza preoccuparsi di dare alcun percorso di continuità, possa essere una motivazione.
Una considerazione, magari è stato scelto proprio il bando di 9 mesi, per creare meno disguidi che su un lungo periodo, visto che ora l’attività sarà divisa da due cooperative.
Una nonna