Mandic: anestesiste lasciano il reparto ma tornano con incarichi libero-professionali

Il DG Paolo Favini
L'avevamo previsto in un editoriale del 7 febbraio ma in fondo pensavamo che non si potesse verificare, che alla fine fosse solo una ipotesi di lavoro teorica. Invece no. Due anestesiste in servizio all'ASST, struttura complessa del Mandic di Merate si sono dimesse dall'incarico e ora sono pronte a rientrare nel medesimo reparto per svolgere la medesima prestazione ma con un contratto libero-professionale. Gettonisti, come usa dire. Si tratta delle dottoresse Sara Mormina e Paola Cristina Volpi i cui nomi, peraltro, figurano ancora oggi sul sito aziendale come membri dell'equipe di Anestesia e Rianimazione del San Leopoldo Mandic, diretta dal dottor Davide Guzzon.

Con delibera 91 del 10 febbraio scorso, infatti, il direttore generale dell'Asst Paolo Favini ha conferito l'incarico libero-professionale per lo svolgimento di attività sanitaria finalizzata (qui sta il bello) "..... all'abbattimento delle liste d'attesa. . ." presso la struttura complessa Anestesia e Rianimazione di Merate alla dottoressa Sara Mormina sino al 31 marzo prossimo con impegno orario di minimo 1 turno da 12 ore e massimo 3 turni da 12 ore per un compenso orario di 80 euro. Ma nella medesima data la dottoressa Mormina ha fatto sapere di poter svolgere l'attività limitatamente a 12 ore settimanali per un compenso di 960 euro settimanali.

 

A questo punto la direttrice medica di presidio con nota del 13 febbraio chiede di conferire un secondo incarico libero-professionale per la copertura di 2 turni settimanali da 12 ore.

 


Preso atto della richiesta e visionata la graduatoria approvata con la delibera 91 dell'avviso di selezione, il dottor Favini, sempre per abbattere le liste d'attesa, conferisce alla dottoressa Paola Cristina Volpi, classe 1986, meratese, l'incarico di svolgere i 2 turni settimanali da 12 ore ciascuno per un totale di 24 ore e un compenso di 1.920 euro settimanali . La prestazione si intende fino al 31 marzo prossimo.

 

L'avanzata di liberi professionisti, soci di cooperative, esponenti di strutture private dentro gli ospedali pubblici è inarrestabile. Il voto alle regionali dice che la maggioranza di una minimale minoranza è d'accordo con questo trend. E così sia. Di certo c'è che in Lombardia di pubblico ce n'è sempre meno.

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