Calco: bassa affluenza. Motta scrive una lettera ai cittadini
A una settimana di distanza dalle elezioni regionali, il sindaco di Calco Stefano Motta ha scritto una lettera aperta a tutta la cittadinanza riflettendo sulla bassa affluenza alle urne.
Care concittadine e cari concittadini, si sono concluse da poco le consultazioni regionali per l’elezione del Presidente della Regione Lombardia ed il rinnovo del Consiglio regionale. Non è mia intenzione commentare il risultato elettorale non rientrando ciò nelle mie competenze ed essendo mio dovere mantenere un profilo istituzionale, al di sopra delle parti, come giusto e corretto.
Non posso d’altra parte fare a meno di evidenziare il vulnus istituzionale cioè la ferita che si è realizzata in questa votazione e che ha visto, per la prima volta nella storia di questo Comune, scendere la percentuale dei votanti ampiamente al di sotto del 50%. Più esattamente la percentuale dei cittadini che non hanno partecipato al voto è stata del 57,95%.
Hanno votato infatti solo il 42,05% degli aventi diritto. Rinunciare a votare non significa solo rinunciare ad un diritto conquistato faticosamente e con il sacrificio di tanti cittadini che hanno combattuto per ottenerlo, significa anche rinunciare a indicare i propri rappresentanti nelle istituzioni e dunque, a lungo andare, mettere in pericolo la democrazia.
Non è un caso che i regimi totalitari si impongano eliminando per prima cosa proprio il diritto al voto. Questa situazione di "indifferenza", nel caso del nostro comune, si è verificata anche con riguardo alla designazione degli scrutatori che svolgono l'importante compito di presidiare le operazioni di voto e di garantirne la correttezza. Da qualche tempo è diventato molto complicato riuscire a completare il numero di scrutatori necessario al funzionamento dei seggi elettorali e nell'ultima consultazione si è dovuti ricorrere, all'ultimo minuto, ad alcuni consiglieri comunali per coprire i posti lasciati vacanti dagli assenti e dai rinunciatari.
La presenza ai seggi, in qualità di scrutatori, di cittadini che rivestono incarichi politico-istituzionali è legittima ma non opportuna per evidenti motivi. Vi chiedo quindi di aiutarmi, con la vostra disponibilità, il vostro impegno e la vostra partecipazione, a garantire una presenza ai seggi e al voto degna di un paese democratico quale siamo e vogliamo continuare ad essere.
Non posso d’altra parte fare a meno di evidenziare il vulnus istituzionale cioè la ferita che si è realizzata in questa votazione e che ha visto, per la prima volta nella storia di questo Comune, scendere la percentuale dei votanti ampiamente al di sotto del 50%. Più esattamente la percentuale dei cittadini che non hanno partecipato al voto è stata del 57,95%.
Hanno votato infatti solo il 42,05% degli aventi diritto. Rinunciare a votare non significa solo rinunciare ad un diritto conquistato faticosamente e con il sacrificio di tanti cittadini che hanno combattuto per ottenerlo, significa anche rinunciare a indicare i propri rappresentanti nelle istituzioni e dunque, a lungo andare, mettere in pericolo la democrazia.
Non è un caso che i regimi totalitari si impongano eliminando per prima cosa proprio il diritto al voto. Questa situazione di "indifferenza", nel caso del nostro comune, si è verificata anche con riguardo alla designazione degli scrutatori che svolgono l'importante compito di presidiare le operazioni di voto e di garantirne la correttezza. Da qualche tempo è diventato molto complicato riuscire a completare il numero di scrutatori necessario al funzionamento dei seggi elettorali e nell'ultima consultazione si è dovuti ricorrere, all'ultimo minuto, ad alcuni consiglieri comunali per coprire i posti lasciati vacanti dagli assenti e dai rinunciatari.
La presenza ai seggi, in qualità di scrutatori, di cittadini che rivestono incarichi politico-istituzionali è legittima ma non opportuna per evidenti motivi. Vi chiedo quindi di aiutarmi, con la vostra disponibilità, il vostro impegno e la vostra partecipazione, a garantire una presenza ai seggi e al voto degna di un paese democratico quale siamo e vogliamo continuare ad essere.
Il Sindaco Stefano Motta