Lomagna: il dottor Jacob Panzeri parla di prevenzione oncologica e di stili di vita


È stato il dottor Jacob Panzeri, medico di base e presidente della Consulta Politiche Sociali, ad aprire il ciclo di incontri "Lomagna Si-Cura" nella serata di venerdì 17 febbraio. Organizzata e promossa dalla consulta stessa, la rassegna è incentrata sulla prevenzione. In particolare, durante il primo appuntamento, svoltosi presso l'auditorium di via Roma, si è parlato di prevenzione a livello oncologico. Prima di dare inizio alla serata la sindaca Cristina Citterio ha tenuto a ringraziare la consulta per gli interessanti eventi proposti alla cittadinanza. 

Il dottor Jakob Panzeri

Il dottor Panzeri, partendo dal principio, ha spiegato cosa si intende per prevenzione, ovvero quell'insieme di attività che possono essere svolte per anticipare lo sviluppo di alcune patologie. 
"Ci sono due tipi di prevenzione" ha detto, citando quella primaria e quella secondaria. C'è quella focalizzata sull'adozione di interventi e comportamenti in grado di ridurre a monte l'insorgenza e lo sviluppo di una malattia. "È importante concentrarsi sullo stile di vita, a partire dall'alimentazione. Nutrirsi in modo consapevole e essere attivi è un atto d'amore verso se stessi". Il medico ha spiegato che la dieta mediterranea è sempre quella ritenuta più salutare, poiché comprende molta frutta e verdura, pesce, carni bianche e le giuste quantità di carboidrati. Importante non eccedere con formaggi molto stagionati, carni rosse e affettati. Esistono anche altri tipi di dieta, ma è sempre meglio rivolgersi a un professionista per farsi consigliare. 

 

Altro tipo di prevenzione è smettere di fumare. "Il fumo di sigaretta continua a essere la principale causa di tumore ai polmoni. In Italia provoca tra 70mila e 85mila decessi l'anno" ha detto, facendo presente che smettere è possibile: "Molti non sanno che ATS offre gratuitamente dei centri antifumo che offrono supporto medico e psicologico per smettere di fumare. I più vicini sono a Vimercate, Monza e Seregno". A queste forme di prevenzione si aggiungono l'attività fisica e la non assunzione di bevande alcoliche. Al contrario, importante bere tanta acqua. 

 

Per riassumere i punti di prevenzione primaria, il dottor Panzeri ha elencato le 10 regole di Fondazione Aiom (Associazione italiana di oncologia medica): "non fumare, cerca di ridurre il grasso corporeo, fai attività fisica moderata, limita i cibi ipercalorici e grassi, limita il consumo di carni rosse, limita il consumo di alcool e di bevande zuccherate, mangia più spesso frutta e verdura, evita l'eccessiva esposizione al sole ed usa le protezioni solari, rivolgiti tempestivamente al medico in caso di sospetto (ad esempio se noti un nodulo nel seno, una ulcerazione cutanea che non si rimargina, un neo che cambia forma o colore, la presenza di sangue nelle feci, perdita improvvisa di peso), partecipa ai programmi di screening".

Cristina Citterio

 

Venendo alla prevenzione secondaria, è stato spiegato che questa si riferisce in particolare alla diagnosi precoce di una patologia. Lo strumento cardine in questo caso è lo screening e attualmente ce ne sono tre fondamentali. Importante farli anche a fronte dei dati che vengono raccolti ogni anno:  in Italia nel 2022 sono state fatte 390.700 diagnosi di tumore; 55.700 alla mammella, 48.100 al colon retto, 43.900 ai polmoni e 40.500 alla prostata.

Per quanto riguarda il tumore alla mammella, l'esame più idoneo alla diagnosi precoce è la mammografia, che si effettua con una bassa dose di raggi X. Il tumore, ha fatto presente il medico, può colpire anche gli uomini. "Lo screening mammografico in Italia è offerto alle donne dai 50 ai 70 anni, l'adesione sul totale della popolazione italiana è del 59,6%. La Lombardia, con il 67% di adesione, è la regione più virtuosa" ha detto, aggiungendo che secondo GISMa nel corso del 2021 ATS Brianza ha invitato allo screening 68.328 donne in fascia di età 45-74, tra queste 50.145 hanno aderito all'invito e 232 di loro hanno scoperto l'esistenza di un tumore alla mammella e hanno potuto accedere a terapie precoci.

A tal proposito il dottor Panzeri ha spiegato di aver compiuto un proprio studio sottoponendo 143 sue pazienti di Verano Brianza a un sondaggio per indagare il perché non abbiano aderito allo screening. "La risposta principale è la paura: dell'esame, di attendere il risultato o delle radiazioni. Io ho cercato di spiegare loro che nessuna di queste cose dovrebbe spaventare perchè è più importante prevenire la malattia". 

Il secondo tumore più diffuso è quello al colon retto, che mediamente colpisce una percentuale lievemente maggiore di uomini. Intercettarlo è possibile con l'esame del sangue occulto nelle feci, che consiste nella ricerca di tracce non visibili a occhio nudo in un piccolo campione. "Questi residui possono essere dovuti al sanguinamento di un polipo. In media, per ogni 100 persone che fanno l'esame, cinque risultano positive. Il protocollo degli screening a questo punto invita a sottoporsi a una colonscopia, che è in grado di confermare o escludere la presenza di polipi. La ricerca del sangue occulto viene consigliata ogni due anni nelle persone tra i 50 e i 75 anni". 

 

Il terzo screening è il Pap test, che permette di individuare precocemente tumori del collo dell'utero o alterazioni che col passare degli anni potrebbero diventarlo. "L'introduzione di questo test - ha spiegato il dottor Panzeri - ha contribuito significativamente alla riduzione della mortalità per tumore del collo dell'utero, motivo per cui tutte le donne dopo l'inizio dell'attività sessuale o comunque a partire dai 25 anni di età dovrebbero farlo". A questo si aggiunge anche il test HPV, esame molecolare che ha lo scopo di identificare ceppi di Papillomavirus frequentemente associati allo sviluppo del carcinoma della cervice uterina. "Il test consiste nel prelievo di una piccola quantità di cellule dal collo dell'utero che vengono successivamente analizzate per verificare la presenza del virus che è necessaria ma non sufficiente per lo sviluppo del tumore e un esito positivo al test non significa necessariamente né che sia già presente un tumore, né che la donna lo svilupperà".

 

Un quarto e molto recente screening è quello relativo all'epatite C, che il Ministero della Salute ha promosso in tutti i soggetti nati tra il 1969 e il 1989. "L'epatite C - ha ricordato il dottore - è una malattia infiammatoria del fegato causata dal virus, appunto. In tutto il mondo rappresenta una delle principali cause di trapianto e dello sviluppo di malattie croniche del fegato come l'epatite cronica, la cirrosi epatica e il cancro del fegato". Infine, altra cosa che è stata ricordata è l'attenzione ai tumori della pelle: "Ogni anno si verificano in Italia circa 15.000 casi di melanoma. Importante, quando si guardano i nei, ricordare l'alfabeto contro il melanoma: asimmetria del neo, bordi del neo, colore, dimensioni ed evoluzione. Quando andate al mare utilizzate sempre la protezione solare".

E.Ma.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.