Israele non è simile alla Russia?
Se c'è un motivo che può inficiare un principio dichiaratamente a valenza universale è quello che tale principio non venga applicato in egual modo nei confronti di chi lo trasgredisce. E' quanto sembra emerge dal "doppiopesismo" tra la giusta condanna internazionale dell'insensata invasione russa a scapito dell'integrità territoriale dell'Ucraina e la storia recente di Israele che da anni viola sistematicamente la territorialità delle terre assegnate dal Diritto Internazionale ai Palestinesi. E oltretutto è quello che sembrerebbe essere ancora intenzionato a fare l'attuale Governo di Benjamin Netanyahu, nonostante anche una conclamata e tutt'ora vigente esplicita condanna relativa ad una specifica risoluzione Onu.
Infatti di recente sembra essere stato varato un piano israeliano per 10.000 (sich!) nuovi insediamenti nei territori palestinesi. Guarda caso mi sono occasionalmente imbattuto in questa pesantissima notizia solo perché, quando posso, cerco di "incrociare" i Tg delle principali reti nazionali. Sul grado di "appiattimento" del "circo mediatico" sulla narrazione dominante dovrebbe già far molto riflettere il fatto di averla trovata solo nel Tg di La7 delle ore 20 del 14 febbraio (l'ho cercata infruttuosamente sui tg Rai) ma quello che sconcerta ulteriormente sono i calibrati contenuti di questo pur meritorio servizio televisivo (dal minuto 21' 05"). Contenuti (che consiglierei di attentamente valutare) che di fatto non possono non suscitare altrettanti ineludibili e corrispondenti interrogativi.
Innanzitutto il sottolineare in apertura del servizio che "a memoria non si ricorda una presa di posizione critica nei riguardi di Israele da parte di un gruppo di Paesi tanto importanti quali Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Italia..." fa capire, per contrasto, quanto in precedenza non si sia esercitato adeguatamente questo atteggiamento critico nonostante la posizione apertamente illegittima di Israele. In secondo luogo i termini delle dichiarazioni del capo del Dipartimento di Stato americano Antony Blinken "che senza mezze parole si è detto profondamente turbato dall'annuncio israeliano circa la futura costruzione di 10.000 insediamenti ancora una volta sulla terra in teoria palestinese" non possono non far pensare ad un'azione solo di facciata ( si badi anche quell'eloquente "in teoria"del redattore del servizio) e limitata nei fatti solo a toni peraltro tutt'altro che perentori. E anche quella presunta "ammonizione" da parte di questi stessi Stati descritta in premessa dal direttore Mentana in che cosa si potrà concretizzare vista la risposta attribuita al ministro delle finanze israeliano che " ... noi stiamo facendo ciò che giusto e buono e continueremo a fare così...". Pur nelle palese differenza tra le due situazioni (russo-ucraina e israelo-palestinese) a nessuno che sia in piena buonafede potrà sfuggire che il "sacrale" principio dell'integrità territoriale venga applicato asimmetricamente tra le due realtà. Ma chi si scandalizza per questa doppiezza istituzionale"? In ciò sta una delle "debolezze", non solo argomentative, di chi difende le ragioni delle armi per la risoluzione dei conflitti derivanti da invasioni territoriali. Altro che pacifismo "imbelle", come viene definito da certi soloni! Qui si tratta di palese ipocrisia peraltro foriera di migliaia di morti! Quindi esplicita condanna per l'invasione di Putin e giusto sostegno agli Ucraini, ma ai Palestinesi forniamo le armi per difendersi? No, cerchiamo invece soluzioni negoziali come dovremmo similmente fare, perlomeno dopo un anno di guerra, per la martoriata situazione ucraina! Quello che conforta rispetto ad un uso asimmetrico e spesso strumentale di un esasperato nazionalismo a fini tutt'altro che chiari oltre che sanguinosi è rappresentato dalle dimostrazioni, documentate sempre nel servizio, di quei 100.000 israeliani che si oppongono a queste politiche miopi del loro attuale governo. Politiche che farebbero rigirare nella tomba i milioni di poveri ebrei vittime dell'Olocausto. E lo dico da genitore che ha portato molti anni fa, e quindi in tempi antesignani, i propri figli anche piccoli ad Auschwitz proprio per sensibilizzarli contro le assurdità umane.
Germano Bosisio