Confcoop. dell’Adda: rinunciamo al bando servizi di Educativa scolastica. Ecco perché

SPETT.li COMUNI SOCI DI RETESALUTE
c/o LORO SEDI
Alla Cortese attenzione del Sindaco
e p.c.
Azienda Speciale RETESALUTE
Merate
c.a. Presidente del C.D.A. Dott. Antonio Colombo
Direttore Generale Dott. Luca Rigamonti
c.a. Presidente dell'Assemblea Dott. Massimo Panzeri
Ambito di Merate
Presidente Dott. Paolo Brivio
Distretto di Lecco
Presidente Dott. Guido Agostoni
FP CGIL Lecco
FISASCAT CISL Monza Brianza Lecco
FP CISL Monza Brianza Lecco
UILTUCS Lecco
UIL FPL del Lario
COOPERATIVE SOCIALI associate a Confcooperative dell'Adda
e propri soci lavoratori


TRASMESSA A MEZZO PEC
Lecco, 14 febbraio 2023



Egregi Sindaci,
a più riprese e in diversi contesti formali e informali, abbiamo avuto modo in questi anni di confrontarci rispetto al progressivo ed evidente processo di svalorizzazione del ruolo del Terzo Settore nel rapporto con Retesalute ed in particolar modo della Cooperazione Sociale che afferisce alla realtà associativa del Consorzio Consolida.

Nonostante le numerose sollecitazioni da parte nostra, sempre giocate in forma costruttiva e mai strumentale, e le altrettante rassicurazioni da parte vostra, abbiamo assistito ad una sostanziale e progressiva rinuncia ad entrare nel merito di un rapporto tra Azienda Speciale e Cooperazione territoriale, rapporto che a nostro avviso ha finito per diventare sempre più sterile e incapace di offrire valore aggiunto alle comunità locali.

Colpisce profondamente come nel tempo non si sia colto il valore di realtà che hanno assunto il territorio come bene comune, investendo tutte le risorse umane ed economiche nello sviluppo di servizi e proposte destinate ai cittadini attraverso un rapporto con la Pubblica Amministrazione fatto di proposte, scambio, assunzione di comuni responsabilità.

Questo è accaduto tra l'altro nonostante gli impegni assunti reciprocamente in sede di sottoscrizione del Piano di Zona 2021-23 che, per la prima volta, prevedeva l'adozione del Patto per la Coprogrammazione e la Coprogettazione costruito e condiviso tra gli Uffici di Piano dell'ATS e le realtà di Terzo Settore.

È in questo quadro che si colloca la scelta sofferta, compiuta in questi giorni dalla nostra rete di Associate, di rinunciare alla partecipazione al bando di gara indetto dall'Azienda per assegnare i servizi di Educativa Scolastica.

Una scelta impegnativa, non certo compiuta a cuor leggero, soprattutto in considerazione della relazione in corso con famiglie e minori del territorio che si troveranno a pagare il prezzo più alto di questa disfunzione generatasi con la proposta di un bando poco attento al valore delle esperienze e delle riflessioni emerse in questi anni.

Una scelta dolorosa sul piano economico che vedrà le nostre imprese interrompere molti dei rapporti contrattuali con i propri soci e lavoratori; a loro va il nostro più sentito ringraziamento per professionalità e dedizione messa in campo nonostante la frammentarietà e precarietà di un lavoro delicatissimo non sempre riconosciuto debitamente.

Una scelta che vorremmo interrogasse profondamente la vostra responsabilità di Amministratori: perché mai un gruppo di imprese sociali territoriali dovrebbe rinunciare a candidarsi per operare nelle comunità di cui si sente parte? Cosa può averle indotte ad abdicare alla funzione fondamentale che la Legge 381/91 consegna loro e che rimanda al "perseguimento di interesse generale delle comunità locali"? Cosa ha reso progressivamente impraticabile la continuità di una relazione tra un'Azienda Speciale dei Comuni ed il tessuto locale di Terzo Settore?

Nella difficile fase di liquidazione e rilancio dell'Azienda è stato chiesto alle nostre Associate di pazientare, anche rinunciando alla pretesa dei propri corrispettivi nei termini e tempi dovuti.

Lo hanno fatto fino in fondo con spirito di collaborazione e responsabilità verso famiglie e minori.

Una volta sanata una situazione dai contorni sfuocati, ci aspettavamo che dietro la parola "rilancio" vi fosse non solo il rinnovo di un CDA e la messa in bonis dell'Azienda, ma anche la revisione della visione di welfare territoriale e delle prassi disfunzionali che hanno posto in secondo piano il valore del confronto e della condivisione di politiche e interventi efficaci.

Nulla di tutto questo è infatti avvenuto ed anzi sono andate ulteriormente scadendo le modalità formali e relazionali con cui il sistema cooperativo è stato considerato, alla stregua di mero "fornitore" di prestazioni a basso contenuto valoriale misconoscendo il valore delle competenze presenti, sia in termini di capacità di ideazione e innovazione, sia nell'attenzione a ottimizzare e valorizzare le risorse a vantaggio della stessa Pubblica Amministrazione.

Si pensi a come sul versante organizzativo sia stata esplicitata e non recepita tutta la preoccupazione delle Cooperative in merito alla generale carenza di operatori sociali e alla fuga in atto proprio dai servizi oggetto del bando di gara, ribadendo l'assoluta necessità di rivedere condizioni di lavoro e modalità organizzative di unità d'offerta così precarie e poco attrattive.

Con il nuovo Consiglio di Amministrazione, pur appezzandone la disponibilità ad aprire un dialogo che ri-tematizzasse la necessità di una visione diversa e maggiormente condivisa delle politiche di welfare, non si è riusciti a incidere minimamente sulla modificazione di quelle prassi organizzative dell'Azienda che impediscono lo sviluppo di vera corresponsabilità nella gestione dei servizi educativi sempre più in affanno.

Il bando di gara ha reiterato completamente l'impostazione del passato esasperando ulteriormente la concezione di un Terzo Settore come mero prestatore di manodopera.

La suddivisione disfunzionale in lotti differenti, l'adozione del complesso e costoso sistema di controllo delle presenze, la conferma di regole e meccanismi disincentivanti per motivare gli operatori, sono certamente segni emblematici di questo approccio svalorizzante.

È per queste ragioni che, con amarezza, le Imprese Cooperative da noi rappresentate hanno compiuto la scelta di non avanzare la propria candidatura, ritenendo non sussistere le condizioni per l'eventuale prosecuzione di una relazione troppo distante nella visione di valori, obiettivi e priorità di lavoro.


Ci siamo chiesti, collegialmente, se fosse possibile arrivare ad una conclusione diversa e se le buone intenzioni espresse dai Comuni in occasione della sottoscrizione del Piano di Zona, possano ancora trovare qualche concretizzazione.

Certamente le nostre Associate continueranno a considerare il contesto meratese come ambito per esprimere la propria azione sociale e di impresa; lo faranno così come sempre fatto ogni qualvolta le condizioni lo renderanno possibile, a partire dall'onorare gli impegni già assunti con i Comuni e con l'Azienda su scala locale e sovra-territoriale.

Confcooperative dell'Adda, in strettissima sintonia con il Consorzio Consolida, ritiene altresì non possa più essere rimandata una riflessione seria sulle prospettive di un welfare territoriale capace di valorizzare l'apporto in chiave strategica del Terzo settore. Per affrontarla troverete la cooperazione sempre disponibile.


Il Presidente (Gabriele Marinoni)
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