Accadeva 30 anni fa/129 novembre: Castelli sarà un ministro parola di Bossi. Infuria tangentopoli. A Merate si parla di Prg

Forte dell’ottimo risultato ottenuto alle elezioni politiche, Umberto Bossi raddoppia gli sforzi per meglio far conoscere il movimento da lui fondato con pochi fidati amici: la Lega lombarda che a seguito dell’accordo con i veneti della Liga già si chiama Lega Nord. A Lecco arriva il 5 novembre poco prima delle 21. Tappa subito nella nuova sede del partito in piazza Affari 7, mentre in via XX Settembre, nonostante l’inclemenza del tempo, cinquemila persone lo attendono. In sezione il leader del Carroccio richiama iscritti e simpatizzanti a mettere da parte le questioni personali e a lavorare seriamente per la crescita del partito. Poi indica l’on. Roberto Castelli appena eletto deputato come uno dei quindici migliori leghisti il cui futuro in un prossimo governo sarà quello di ministro.
 
L'allora senatore Umberto Bossi mentre visita la sede lecchese della Lega Nord


Infuria tangentopoli e, come qualcuno ricorderà, la bufera aveva investito anche il lecchese. Al centro il nuovo ospedale di Germanedo, il Manzoni, per il quale l’accusa sosteneva fossero state pagate tangenti a diversi politici di primo piano. Tra questi Cesare Golfari, capo storico della Dc, ex presidente di regione Lombardia e senatore. In una bella intervista Golfari avverte i “figli” che il “padre” è tutt’altro che morto, resta tale anche se a qualcuno piacerebbe il contrario. La lotta interna è durissima. Golfari spiega che in politica, e non solo, è dagli amici che ci si deve guardare, che comperare un giornale non si fa per ottenere un centro commerciale in più e che il politico è tale quando sa coniugare il “fare” con il “fare per gli altri” mentre, dice, molti miei amici sanno fare ma per se stessi.
 
L'allora senatore Cesare Golfari durante una riunione a Merate
 

La cronaca torna a parlare di Emilio Colombo sindacalista della Fiom Cgil presso la Maserati. Si era interessata al nostro concittadino in quanto promotore dell’iniziativa di unificare i rappresentanti sindacali delle aziende territoriali per dare più voce ai lavoratori. Il caso di questi giorni del 1992 – più precisamente venerdì 6 novembre – riguarda un lavoratore della Maserati che alla notizia di licenziamenti massicci entro la fine dell’anno si arrampicava in cima al serbatoio dell’acquedotto, alto una settantina di metri, minacciando di buttarsi. Il giovane operaio, 23 anni, è rimasto per molte ore sul serbatoio finché ha acconsentito al Colombo e a un funzionario di Polizia di salire per affrontare la questione. Alla fine di una lunga trattativa il giovane è stato convinto a desistere ed è stato ricoverato per accertamenti.
 
Emilio Colombo


A Merate si discute del nuovo Piano Regolatore Generale (Prg) e della proposta complessiva presentata dal progettista arch.Giuseppe Gambirasio. Secondo il professionista Merate tra il 1992 e il 2002 crescerà di 600 abitanti per cui occorrono 2.130 nuovi vani per un totale di 285mila metri cubi. In più Gambirasio suggerisce la realizzazione di una parallela a via Cerri che da Novate girando dietro via San Vincenzo si agganci a via Bianchi. Il vice sindaco e assessore all’urbanistica Aldo Castelli si dice preoccupato per questa crescita ritenendola comunque un limite invalicabile. Battista Albani propone di accogliere solo le richieste dei meratesi escludendo nuove costruzioni da mettere poi sul mercato. Andrea Massironi spinge sulle cooperative edilizie locali sostenendo che va bloccato lo sviluppo del terziario cresciuto fin troppo. Contrario a una forte crescita anche Bruno Mauri capo dei leghisti. Solo Veles Gualtieri, architetto, del Partito comunista mette in guardia sul rischio che al blocco delle nuove costruzioni segua una impennata dei prezzi. Ma è evidente che il Consiglio non concorda sulle conclusioni del progettista per quanto alla fine molti nuovi insediamenti, dal Vedù a via Moro, via Turati e via bianchi sono frutto di quel Prg.
 
Bruno Mauri e Andrea Massironi


Intanto l’arch. Fabiano Redaelli, braccio destro del noto professionista Mario Botta presenta alla Giunta il plastico dell’area Cazzaniga. Secondo la maggior parte dei consiglieri di maggioranza l’area va venduta al privato e l’arch.Botta ha pronto un mega progetto. Ma l’alleanza tra Verdi e Lega Lombarda porta in campo la proposta concreta di un referendum consultivo popolare, il primo – e ultimo – per Merate.
 
Il plastico dell'area Cazzaniga presentato dalla Giunta
 

La politica lecchese continua ad essere scossa dalle indagini della Magistratura. Dopo il ciclone “ospedale” che ha travolta la vecchia nomenklatura della Dc e del Psi, ora dal Tribunale di Lecco partono avvisi di garanzia per il progettato intervento sull’area ex Caleotto. Destinatari ancora il parlamentare e leader socialista Gigi Polverari e l’ex sindaco di Lecco Angelo Valsecchi. Intanto la Dc si riorganizza. Il giovane neo segretario, Antonio Rusconi di Valmadrera, procede a passo spedito convocando le assemblee per le nomine dei componenti della Direzione del partito e del Comitato dei saggi. Tra i tanti il meratese Giovanni Battista Albani nella Direzione mentre i cosiddetti “ribelli” – il gruppo che prese le distanze dai vertici scudocrociati dopo il ciclone tangentopoli – guidato dal notaio di Olgiate Franco Panzeri con Paolino Riva di Imbersago e Luca Stucchi, segretario Dc di Merate entrano nel Direttivo.
 
Antonio Rusconi, Franco Panzeri, Paolino Riva, Luca Stucchi



Antonio Conrate
r, sindaco di Cernusco, scende in campo “armato” contro l’ipotesi dell’arch. Gambirasio, tecnico estensore del Prg di Merate, di creare una “bretella” tra Cicognola e Lomagna, fin quasi all’innesto con il prolungamento della tangenziale Est (allora), per non tagliare in due la città capofila. L’arteria dovrebbe correre secondo Gambirasio lungo l’asse ferroviario, sostanzialmente nella valle del Molgora. Provocandone la distruzione. Conrater è tassativo: sul territorio di Cernusco la “bretella” non passerà mai. Merate, al momento tace: la Giunta Dc-Psi-Pri è alle prese con l’area Cazzaniga che la Dc vuole edificare secondo il progetto Botta mentre il capo storico dei socialisti Marcello Basosi non intende concedere più della volumetria già prevista dal piano regolatore.
 
Marcello Basosi e Antonio Conrater


Sempre dal tecnico incaricato arriva anche una proposta complessiva per il centro storico. La proposta è stata preceduta da uno studio sulle correnti di traffico interno e sulla disponibilità di parcheggi. Secondo l’arch. Gambirasio quasi tutte le strade del vecchio nucleo andrebbero chiuse. La proposta non incontra ovviamente il consenso dei negozianti che la ritengono una sorta di de profundis alle proprie attività. Ma ecco in una sequenza fotografica le strade che secondo il Professionista andavano (o andrebbero) interdette al traffico veicolare.

Piazza della Vittoria e atrio Belgiojoso

Via Roma, via sant'Ambrogio e via Trieste

Via Sala, piazza Prinetti, via Trento

 

 
 
Il lavoro di predisposizione della prima variante al Piano Regolatore Generale resta al centro delle cronache. L’ipotesi di deviare la statale 36 lungo l’asse ferroviario, dopo Cernusco, viene bocciata anche da Osnago con un perentorio “non se ne parla neanche” del sindaco Angelo Bonanomi.
 

Angelo Bonanomi

 

Ma a Merate è lo studio del professor Pisani del 1990 relativo allo sviluppo demografico ipotizzato per la città a far discutere. Secondo l’analista nel decennio 1990-2000 non ci sarà una crescita sostanziale. Al 31 dicembre 1991 la popolazione di Merate assommava a 14.087 unità con un + 400 rispetto al 1990. La proiezione del prof. Pisani indica nel 2002, 14.648 abitanti. Una previsione azzeccata. La crescita demografica è lentissima: vent’anni dopo i meratesi sono qualche decina meno di 15mila. L’arch.Gambirasio è meno pessimista ma è anche da comprendere la posizione di chi deve pianificare lo sviluppo edilizio. Eppure basta una tabella per indurre alla prudenza.


 
Ben 509 alloggi, pari a 2.324 stanze risultano libere a fine 1991. Un dato che si confermerà nei censimenti successivi e che oggi deve essere tenuto in considerazione massima dagli estensori della variante al primo Piano di Governo del Territorio in atto di stesura.
 

 

Il 27 novembre a Tabiago il cardinale Carlo Maria Martini inaugura il “Centro per malati di Aids don Isidoro Meschi”. La struttura ospita di volta in volta fino a 11 malati assistiti da un gruppo di specialisti e volontari. Don Isidoro, nativo di Merate, aveva dedicato la sua giovane vita agli ultimi, ai drogati, ai malati di Aids, a quanti non avevano futuro e uno di loro lo aveva ucciso, forse in preda a un raptus. L’eroico sacerdote aveva fondato la Comunità. E a lui è stata dedicata dal cardinale Martini. Il fenomeno dell’Aids, oggi quasi dimenticato dalle cronache, allora mieteva vittime, pareva la peste del secondo millennio. Anche al poliambulatorio di Merate erano una dozzina i giovani seguiti dagli specialisti.

Il centro intitolato alla memoria di don Isidoro Meschi

 

Lo studio propedeutico alla stesura del Piano regolatore offre una miriade di spunti di approfondimento. Il lavoro è sempre del prof. Ignazio Pisani che analizza la città cercando di proiettarne lo sviluppo al fine di predisporre poi le basi urbanistiche atte a sostenerlo. Interessante l’analisi di queste tabelle che spiegano come almeno 40 meratesi su 100 sono “attivi” e come dal 1971 al 1981 – data dell’ultimo censimento disponibile – si siano modificati i settori di attività con forti incrementi per terziario e commercio a danno in particolare dell’agricoltura.
 

 
 
Il 22 novembre a Verderio Superiore, festa grande alla palestra di karate del maestro Severino Colombo. Presenti sindaci e assessori allo sport di Paderno e Verderio, sono stati premiati gli atleti meglio classificati, prima fra tutti, Manuela Pancaro che ai recenti campionati mondiali ha conquistato il titolo iridato nel combattimento. Tra i tanti premiati del Karate Shotokan del maestro Colombo, Antonio Crea, Gian Marco Citelli, Manuele, Riva e i “piccoli” Marco Motta e Valentina Pozzi.
 

 
 
 
129/continua
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