Comodamente sedute/78: in ascolto di due leggende. Perchè la musica è come l'amore

Qualche volta succede.
Che accadono cose che non ti aspetti e delle quali pensi di non avere bisogno.
Succede che se lasciamo fare alle persone che ci vogliono bene, loro trovano il modo di renderci felici con regali inaspettati. Ma incredibilmente graditi.
E così martedì 31 Gennaio c’ero anch’io, accanto a mio figlio, al teatro Creberg di Bergamo comodamente seduta ad ascoltare quelle due leggende della musica italiana che non finirò mai di domandarmi se li amo più per l’umiltà con la quale cantano certi capolavori che hanno fatto la storia della musica italiana, o per il coraggio con cui affrontano serate così, senza pensare al tempo che passa, inevitabilmente, anche per loro.
Non so cosa mi aspettassi, perché il regalo per me era ritrovarmi lì a scrivere un altro pezzo di storia della mia vita e mi sembrava già tanta roba.



Quello che so è che quando le luci si sono abbassate, il palco si è illuminato e la musica è esplosa con una potenza che solo a lei può appartenere, è stato come se qualcuno avesse di colpo fatto ripartire il mio cuore, fermo da troppo tempo.
Un concerto è una storia che in due ore racconta tutta la tua vita.
Mi sono rivista bambina, rapita da un fratellone che strimpellava Buonanotte Fiorellino, affascinata da una mamma che cantava a squarciagola “sembra una bambina di cinquant’anni e di cinque figli” perché se la sentiva nella pelle quella canzone lì che parlava di lei senza saperlo.
Sono tornata adolescente, fiera di essere nata sotto il segno dei pesci, confortata da Amici mai che mi giurava che certi amori non finiscono anche se il mio era finito da un pezzo, innamorata di quella Donna cannone che aveva trovato il coraggio di portare avanti un sogno per provare a rendere la propria vita unica, Sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai ho giurato a mio marito.



E ai miei figli ho raccontato più di una volta che fantastica storia è la vita.
Perché le canzoni alla fine raccontano la nostra storia e chi le canta si fa strumento e custode delle nostre emozioni.
Per molto tempo dopo la perdita di mio marito, mi sono negata l’ascolto della musica, perché ogni volta che partiva una nota, sentivo che non sarei sopravvissuta a tanta nostalgia.
Ma negare la musica è come negare l’amore.


Alle volte rimaniamo ancorati a qualcuno che abbiamo profondamente amato e ci pare impossibile anche solo pensare di poter far tornare in circolo tutto quell’amore verso nuove destinazioni.
Eppure è l’unico modo per continuare a dare un senso al nostro stare al mondo.
E la musica, come l’amore, va messa in circolo, guai a fermarla.

“Sarà perché sul palco c’erano due uomini senza più niente da dover dimostrare, con la pace di una carriera alle spalle e la voglia solo di cantare. sarà, non so, ma ancora una volta ringrazio la musica. E la vita”.
Irene Renei


Vi auguro una buona domenica e se volete gustare qualche video del concerto non dovete fare altro che cliccare QUI, dentro il mio blog.
Rubrica a cura di Giovanna Fumagalli Biollo
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