Guerra in Ucraina, basta ipocrisie!
Siamo ad un passo dalla Terza Guerra Mondiale!!!!
E' questo ormai l'angosciante avvertimento che si alza da varie autorevoli fonti non solo giornalistiche.
Dopo il susseguirsi di un tragico balletto di dichiarazioni di segno opposto ecco sopraggiunto l'ok di Germania e Stati Uniti all'invio in Ucraina di alcune decine di carri armati di ultima generazione da loro prodotti.
Quello che a detta ormai di molti esperti è ormai certo non è tanto l'imminente scoppio di una Guerra di proporzioni incalcolabili ma il fatto stesso che essa sia presa in considerazione come opzione praticabile e resa ormai quasi inevitabile.
Una lenta quanto ipocrita “preparazione” dell'opinione pubblica mediante la quale la gran parte delle forze politiche, non solo governative e non solo italiane, ha gradualmente presentato come ineludibile una scelta tutt'altro che condivisa , secondo vari e sempre più sottaciuti sondaggi, dalla maggioranza dei nostri cittadini.
Se ciò che renderà nullo il dettato della nostra preziosissima Costituzione dovesse purtroppo realmente avverarsi la responsabilità sarà inequivocabilmente da attribuire a queste forze. Come indubitabilmente anche e soprattutto quella delle migliaia di morti che andrebbero ulteriormente ad accrescere le decine se non le centinaia di migliaia di morti purtroppo già sinora registrate in questa tragica e disumana “contabilità” .
Quello che risulta particolarmente grave è l'aver loro avallato acriticamente tutte le posizioni assunte dal governo ucraino per un mal interpretato senso di solidarietà nei confronti di un popolo effettivamente aggredito, e quindi da sostenere, ma di essersi appiattiti sulle opzioni militari escludendo, di fatto, quelle di una trattativa diplomatica. L'ultima concreta prova è rappresentata dall'aver preventivamente affossato una proposta di cessate il fuoco in occasione del Natale Ortodosso, che quantomeno andava sottoposta a effettiva verifica attuativa (*).
L'aver giustificato in ogni occasione l'appoggio militare – sotto varie e sempre più preoccupanti forme - sventolando le ragioni del doveroso principio dell'autodifesa di ogni Popolo invaso rappresenta poi il massimo dell'ipocrisia visto che lo stesso identico principio non è stato parimenti applicato a quanto successo con l’aggressione anglo-americana all’Iraq nel 2003, la seconda guerra del Congo fra il 1998 e il 2003 che coinvolse ben otto stati africani (Repubblica Democratica del Congo, Angola, Zimbabwe, Ciad, Namibia, Ruanda, Burundi, Uganda), la guerra fra Russia e Georgia del 2008 per l’Ossezia del Sud, l’occupazione di varie regioni della Siria settentrionale da parte della Turchia (2016, 2018 e 2019), la guerra fra Azerbaigian e Armenia per il Nagorno Karabakh, appena due anni fa! Senza contare poi la ormai sistematica occupazione, pur sanzionata in sede Onu, dei territori palestinesi da parte di coloni israeliani.
Perché ormai ad un anno dall'aggressione territoriale russa ed in una oggettiva situazione di sostanziale stallo “sul campo”, condizione ideale per favorire l'avvio di una trattativa, non solo si persiste in una sanguinosa guerra che si potrebbe protrarre per anni ma addirittura si innesca un'escalation con possibili risvolti anche nucleari?
E perché il sacrosanto principio di autodeterminazione dei Popoli non può valere anche per le popolazioni del Donbass? Autodeterminazione esercitabile attraverso un referendum garantito da osservatori internazionali o ancor meglio dell'Onu.
Non sarebbe un modo giusto per risolvere una questione aggrovigliata, con rischi incalcolabili non solo per l'Europa ma per l'intero pianeta, rimuovendo ogni alibi da parte di tutte le parti variamente coinvolte?
Una cosa è certa: non è più tempo di alchimie dietrologiche.
E' questo ormai l'angosciante avvertimento che si alza da varie autorevoli fonti non solo giornalistiche.
Dopo il susseguirsi di un tragico balletto di dichiarazioni di segno opposto ecco sopraggiunto l'ok di Germania e Stati Uniti all'invio in Ucraina di alcune decine di carri armati di ultima generazione da loro prodotti.
Quello che a detta ormai di molti esperti è ormai certo non è tanto l'imminente scoppio di una Guerra di proporzioni incalcolabili ma il fatto stesso che essa sia presa in considerazione come opzione praticabile e resa ormai quasi inevitabile.
Una lenta quanto ipocrita “preparazione” dell'opinione pubblica mediante la quale la gran parte delle forze politiche, non solo governative e non solo italiane, ha gradualmente presentato come ineludibile una scelta tutt'altro che condivisa , secondo vari e sempre più sottaciuti sondaggi, dalla maggioranza dei nostri cittadini.
Se ciò che renderà nullo il dettato della nostra preziosissima Costituzione dovesse purtroppo realmente avverarsi la responsabilità sarà inequivocabilmente da attribuire a queste forze. Come indubitabilmente anche e soprattutto quella delle migliaia di morti che andrebbero ulteriormente ad accrescere le decine se non le centinaia di migliaia di morti purtroppo già sinora registrate in questa tragica e disumana “contabilità” .
Quello che risulta particolarmente grave è l'aver loro avallato acriticamente tutte le posizioni assunte dal governo ucraino per un mal interpretato senso di solidarietà nei confronti di un popolo effettivamente aggredito, e quindi da sostenere, ma di essersi appiattiti sulle opzioni militari escludendo, di fatto, quelle di una trattativa diplomatica. L'ultima concreta prova è rappresentata dall'aver preventivamente affossato una proposta di cessate il fuoco in occasione del Natale Ortodosso, che quantomeno andava sottoposta a effettiva verifica attuativa (*).
L'aver giustificato in ogni occasione l'appoggio militare – sotto varie e sempre più preoccupanti forme - sventolando le ragioni del doveroso principio dell'autodifesa di ogni Popolo invaso rappresenta poi il massimo dell'ipocrisia visto che lo stesso identico principio non è stato parimenti applicato a quanto successo con l’aggressione anglo-americana all’Iraq nel 2003, la seconda guerra del Congo fra il 1998 e il 2003 che coinvolse ben otto stati africani (Repubblica Democratica del Congo, Angola, Zimbabwe, Ciad, Namibia, Ruanda, Burundi, Uganda), la guerra fra Russia e Georgia del 2008 per l’Ossezia del Sud, l’occupazione di varie regioni della Siria settentrionale da parte della Turchia (2016, 2018 e 2019), la guerra fra Azerbaigian e Armenia per il Nagorno Karabakh, appena due anni fa! Senza contare poi la ormai sistematica occupazione, pur sanzionata in sede Onu, dei territori palestinesi da parte di coloni israeliani.
Perché ormai ad un anno dall'aggressione territoriale russa ed in una oggettiva situazione di sostanziale stallo “sul campo”, condizione ideale per favorire l'avvio di una trattativa, non solo si persiste in una sanguinosa guerra che si potrebbe protrarre per anni ma addirittura si innesca un'escalation con possibili risvolti anche nucleari?
E perché il sacrosanto principio di autodeterminazione dei Popoli non può valere anche per le popolazioni del Donbass? Autodeterminazione esercitabile attraverso un referendum garantito da osservatori internazionali o ancor meglio dell'Onu.
Non sarebbe un modo giusto per risolvere una questione aggrovigliata, con rischi incalcolabili non solo per l'Europa ma per l'intero pianeta, rimuovendo ogni alibi da parte di tutte le parti variamente coinvolte?
Una cosa è certa: non è più tempo di alchimie dietrologiche.
Germano Bosisio