Verderio: scontro mortale tra una Ducati e una Leon, il giovane conducente è assolto

Il viceprocuratore onorario Mattia Mascaro, ritenuta provata la penale responsabilità dell'imputato, ne ha chiesta la condanna a un anno e due mesi di reclusione. Il difensore di contro, senza dilungarsi troppo, ha insistito per l'assoluzione del proprio assistito, facendo perno sulla Consulenza tecnica richiesta dal Tribunale che, a suo avviso, non lascerebbe spazi a dubbi interpretativi, attestando da un lato la condotta "sicuramente imprudente del conducente della moto" e dall'altro l'imprevedibilità dell'accaduto da parte del conducente a giudizio. Appellandosi dunque alla conclusioni dell'ingegner Giulia Cardigno, scelto dal giudice e risultate in linea con quelle del proprio perito di parte, ha chiesto di mandare assolto l'imputato "per non aver commesso il fatto".

E assoluzione è stata. "Il fatto non costituisce reato" ha sentenziato la dottoressa Giulia Barazzetta, chiudendo così un doloroso fascicolo originato dal sinistro costato la vita, nel settembre 2019, a Luigi Leandro Aloe, 33enne di Sotto il Monte, morto a seguito dello schianto tra la sua Ducati e una Seat Leon condotta da un ragazzo poco più giovane, residente a Cornate d'Adda, finito a processo con l'accusa di omicidio stradale.

L'auto di quest'ultimo, impegnata a Verderio in una manovra di svolta verso Via Brugarola dalla strada che collega la provincia monzese a quella lecchese, si era palesata come un vero e proprio ostacolo per il centauro, andato a sbattere violentemente contro la fiancata sinistra del mezzo. Da subito le sue condizioni erano apparse critiche, tanto da essere trasportato in codice rosso al Mandic di Merate dove era poi spirato.

Tecnico il processo, giocato cioè sulle ricostruzioni dei periti, con il consulente del Tribunale allineatosi poi a quello della difesa, cristallizzando le cause del sinistro.

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